Oristano 5 Maggio 2017
Cari amici,
Questa volta sembra che
si faccia proprio sul serio in fatto di ecologia e rispetto dell'ambiente! La rivoluzione della mobilità, quella urbana in
particolare, sembra avviata verso un futuro più ecologico, con l’obiettivo di
ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica, dannose sia per la nostra
salute che per quella del pianeta, minacciato dal surriscaldamento globale. Nell’ottica
dell’utilizzo sempre maggiore delle fonti rinnovabili, tra gli esperimenti in
corso uno merita una particolare attenzione: quello di ricavare del
biocarburante dalle acque reflue, che, ormai in quantità sempre maggiori, sono
presenti ai margini dei nostri agglomerati urbani. Usare fonti rinnovabili per
produrre l’energia di cui abbiamo bisogno, insomma, è diventato un problema serio e
indilazionabile. No siamo certo i primi ad averlo capito...
I Paesi del Nord
Europa, in particolare, appaiono molto più sensibili di altri all’ecologia, tanto che da tempo sperimentano numerose tecniche di recupero di energia da fonti biologiche. Fra i tanti esempi uno in particolare: il Governo e le Municipalità della Svezia hanno da tempo deciso di
eliminare l’uso dei combustibili fossili nei trasporti urbani, sostituendoli
con quelli prodotti da energie rinnovabili. Nella ecologica Svezia, pensate, dove
circolano oltre 2 mila autobus, soltanto 18 di essi utilizzano ancora i motori
diesel. Göteborg è diventata la prima città del mondo dove
sono in circolazione soltanto bus pubblici elettrici!
L’esempio che viene dal
Nord Europa piano piano è riuscito a contagiare diversi altri Paesi del Centro Europa, come
la Spagna e in parte anche l’Italia. In Spagna la soluzione per una mobilità
ecologica su ruote è nata nell’ambito del progetto Smart Green Gas, ideato per la produzione di biocarburante 100%
rinnovabile, ricavato dalla lavorazione delle acque reflue da usare su vetture
alimentate a GNC, Gas Naturale Compresso. Il progetto
innovativo è frutto della partnership fra la casa automobilistica SEAT e l’Azienda di servizi idrici Aqualia, la terza compagnia del settore,
considerata la più grande d’Europa e la settima nel mondo.
L’idea progettuale
iniziale è nata in casa Seat, che in precedenza aveva già progettato automobili
elettriche e a GNC, nell’intento di trovare una “reale alternativa ai derivati del petrolio”. La Spagna era certo
un luogo ideale per i primi esperimenti: ogni anno vengono trattati circa quattromila ettometri cubi di
acque reflue, l’equivalente di più di un milione e mezzo di piscine
olimpioniche. Il progetto in corso è sicuramente in grado di portare a
soluzione due difficili problemi: il primo, attraverso la trasformazione delle acque reflue
in carburante da fonti rinnovabili, il secondo, seppur derivato dal primo, quello di ridurre le emissioni
di CO2 dell’80%, rispetto all’alimentazione a gasolio o a benzina dei veicoli. A
questi vantaggi potremmo aggiungerne un terzo: quello di migliorare la vita
nelle metropoli, da tempo costrette a severe “restrizioni” del traffico, per l'inquinamento atmosferico.
Il progetto, che si è
avvalso della collaborazione di diverse aziende del settore (Gas Natural
Fenosa, EDP Naturgas Energía, Institut Català de Recerca de l’Aigua), nonché
delle Università di Girona, Valladolid e Santiago de Compostela, è già diventato
operativo e il carburante derivato è già entrato in produzione. I primi test
pilota sono stati eseguiti nell’impianto di trattamento delle acque reflue di
Aqualia a Jerez de la Frontera, Cadice, sperimentati su due SEAT Leon TGI per testare
con il biogas la resa dei veicoli.
Félix Parra, direttore
generale di Aqualia, intervistato ha affermato: “Riuscendo a sviluppare il
progetto Smart Green Gas in un impianto di trattamento delle acque reflue di
medie dimensioni, potenzialmente potremo produrre un milione di litri di biogas
ogni giorno, la quantità sufficiente per alimentare oltre trecento veicoli. In
questo modo le città potrebbero alimentare, ad esempio, la propria rete di
autobus urbani, gli automezzi per la raccolta dei rifiuti, le automobili della
polizia o le ambulanze”.
L’idea di ricavare bio
carburante dalle acque reflue è stata adottata anche in Italia: nel nostro Paese, dove
la fantasia non manca di certo, sono stati portati avanti altri studi ugualmente
efficaci. Il Gruppo Cap, sta
sperimentando la produzione di biometano dai reflui fognari trattati
nell’impianto di depurazione di Niguarda-Bresso.
A complimentarsi, rendendo
noti gli sviluppi sulla ricerca di nuove fonti energetiche rinnovabili come
quelle prima indicate, è l’Osservatorio Federmetano, centro di ricerca sul
metano per autotrazione. Dante Natali,
responsabile dell’Osservatorio, così ha commentato: “Il biometano può fare molto per la riduzione dell’impatto ambientale
della mobilità su strada. L’Italia ha grandi potenzialità per la produzione di
questo carburante; potenzialità che potrebbero essere sfruttate meglio per
ottenere due importanti risultati: da un lato che la diffusione di questo
carburante ecologico sia sempre più veloce e dall’altro lato che l’indotto
economico generato dalla produzione di biometano possa crescere portando un
contributo concreto sempre maggiore al rilancio dell’economia italiana”.
Cari amici, la nuova
strada intrapresa può certamente portare sicuri vantaggi, sia di natura
economica che ambientale. La lavorazione delle acque reflue, oltre e recuperare
una discreta quantità d’acqua per usi agricoli, può produrre grandi quantità di
nuova energia rinnovabile; inoltre, salvaguardando l’ambiente, potrà certamente
creare i presupposti per una ripresa economica della nostra economia, con
miglioramento anche della difficile situazione occupazionale.
A domani.
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