Oristano
28 Maggio 2017
Cari amici,
C’è un Paese in Europa
che può essere considerato a ragione
il più digitale, il più “connesso” al mondo: è l’Estonia. A molti potrà sembrare strano che un Paese, fino alla
caduta della Cortina di Ferro, strettamente legato all’elefantiaca burocrazia sovietica,
possa aver fatto, in così poco tempo, passi giganteschi. Eppure è successo. Nel
Paese baltico si vota già on line, è stato creato Skype (poi acquistato dalla
Microsoft) e la banda larga, grazie alla fibra ottica, collega tutto il Paese
da oltre 15 anni con velocità di 100 mega. Un sogno, almeno per molti altri
Paesi sviluppati come il nostro.
Chiunque arrivi per la
prima volta in Estonia si rende subito conto che da queste parti tutti, dico
tutti, sono strettamente legati, connessi a Internet. Qui l’accesso a Internet
è generalizzato all' intera società, a partire dalla Pubblica Amministrazione. Tutti
i cittadini sono consci della sua importanza e questo strumento viene percepito
come un vero e proprio diritto costituzionale. In Estonia lo scorso Marzo si
sono svolte le prime elezioni
parlamentari online del mondo, un evento che, pur nella sua minuscola
dimensione ha assunto un valore iniziatico di grande impatto, strettamente
legato al concetto di “democrazia connessa", un passo straordinariamente
innovativo nell’espressione del voto. Rispetto all’arcaico modo di votare, un
metodo non solo innovativo ma anche meno dispendioso, e che consente anche un
costante confronto tra cittadini e amministratori pubblici.
L’Estonia in effetti
non è un grande Paese. Con i suoi 43.698 chilometri quadrati ed il suo milione
e mezzo di abitanti è facilmente paragonabile alla nostra Sardegna. Questo
rivoluzionario sistema evolutivo informatico si è potuto concretizzare dopo il tormentato
distacco da Mosca (l’indipendenza fu ottenuta nel 1991), quando la piccola repubblica
dovette ripartire praticamente da zero. Dopo avere, con fatica, liquidato la precedente
classe dirigente corrotta e imposta da Mosca, ha affidato ad un intelligente
gruppo di giovani le sorti del nuovo Stato, i quali hanno riformato l’economia
in modo radicale, puntando tutto sul dinamismo dell’alta tecnologia.
La prima rivoluzione è
avvenuta nella Pubblica Amministrazione, che è diventata il primo utilizzatore
dell’alta tecnologia introdotta. I cittadini ora accedono liberamente
dappertutto ad Internet: tutte le scuole sono connesse (a pagare i costi sono
gli sponsor), ci sono molteplici posti pubblici messi a disposizione dalla
Stato o dalle amministrazioni locali, a cui possono accedere i residenti tramite
la loro card. Anche le tasse si pagano on line, così come la spesa: esistono
1,3 milioni di conti e-banking (il c/c si può tranquillamente aprire on line,
senza la presenza fisica), considerato che quasi il 60% della popolazione
dispone di PC. Il modello di riferimento è quello svedese, nazione tra l’altro
fisicamente anche molto vicina.
In Estonia i cittadini
vengono dotati di una carta d’Identità digitale (una card con microchip) con la
quale possono operare on line. Oltre la card vengono dotati di un particolare
lettore e di un software di criptografia, cosa che consente ai cittadini di
poter esprimere anche il voto on line. L’Estonia è stata tra le prime nazioni a
dare ai propri cittadini l’opportunità di voto tramite Internet. La prima volta
fu nel 2005, quando gli elettori estoni con un PC connesso, la carta d’Identità
digitale e l’apposito lettore di smart card collegato al computer, poterono
esprimere per la prima volta la propria preferenza per gli incarichi politici
locali; due anni dopo la procedura fu estesa anche alle elezioni nazionali. La
dipendenza da Internet in Estonia è considerevole: il programma
"amministrazione senza carta" ha per obiettivo il trasferimento
completo online di tutti i servizi di amministrazione e di governo. Anche il
sistema bancario è totalmente in rete.
Cari amici, pensate che
tutto questo sia troppo avveniristico? Manco per sogno, anzi c’è ancora
qualcosa di più: in Estonia si è fatto un ulteriore passo in avanti verso il
futuro! Da qualche mese è infatti possibile ottenere la residenza digitale estone, semplicemente presentando alcuni
documenti e pagando una fee iniziale di 50 €. L’obiettivo di questa mossa, da
parte del Governo estone, è quella di agevolare imprenditori ed investitori
stranieri con lo scopo di portare risorse (e denaro) in Estonia. Ma in cosa
consiste esattamente la così detta E-Residency
estone?
Il progetto di
cittadinanza virtuale, di cui si possono leggere maggiori informazioni sul sito
ufficiale, è molto ambizioso e prevede l’offerta di molti vantaggi, nei
confronti di chiunque ne faccia richiesta. I vantaggi di questa richiesta sono
molteplici e prevedono la gestione di tutta una serie di servizi interamente
online. Per esempio ci si potrà registrare come liberi professionisti, aprire
una società in Estonia, richiedere l’apertura di un conto in banca estone da
qualsiasi parte del mondo.
Una volta diventati Cittadini Virtuale estoni, si riceverà
un kit che consentirà di fare una serie di operazioni, semplicemente seduti
alla propria scrivania; quindi addio a code negli uffici e alle lunghe attese
per ottenere un documento! Il kit è composto da una smart card con chip, un
lettore USB in grado di leggerla e un software da installare sul proprio computer.
La card contiene tutte le tue informazioni digitali e potrà essere utilizzata
per firmare digitalmente documenti a distanza e chiudere transazioni in tutta
sicurezza con il proprio PC.
Che dire, cari amici, l’Estonia
sembra avanti anni luce, rispetto alle pastoie burocratiche che ogni giorno ci
affaticano, immaginiamoci, poi, arrivare alla residenza virtuale! Uno dei
giovani protagonisti estoni di questa riforma, intervistato ha detto: “L’obiettivo
della e-residency è quello di rendere la vita più facile, dando la possibilità
a tutti di utilizzare una serie di servizi elettronici online dei quali gli
estoni beneficiano già da molti anni. Offrendo la e-residency ci muoviamo verso
un'idea di Paese senza frontiere.”
Una mossa che credo
azzeccata e che, anche se non subito, contagerà volenti o nolenti altri Paesi,
europei e non. Il futuro passerà di certo attraverso il web!
A domani.
Mario
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