Oristano
30 Maggio 2017
Cari amici,
“Fusse che fusse la
vorta bbona", sosteneva con enfasi anni fa Nino
Manfredi in una trasmissione televisiva molto seguita qual era Canzonissima
1959-60. Forse, finalmente, è la volta buona anche per l’uscita di scena delle
monetine da 1 e da 2 centesimi che, praticamente di valore poco significativo,
appesantiscono inutilmente i borsellini degli italiani. L’idea di far uscire
dalla circolazione queste “costose monetine” non è nuova: chi di Voi vuole può
andare a leggere il mio post su questo blog del 10 Maggio 2014 cliccando sul
seguente link: http://amicomario.blogspot.it/2014/05/linutile-e-costoso-conio-delle-monete.html.
Anche se molti lo
ignorano, fabbricare queste piccole monetine è davvero molto costoso, se
pensiamo che per fabbricare il pezzo da 1 centesimo si spendono be 4,5
centesimi, per quello da 2 centesimi 5,2, mentre il pezzo da 5 centesimi ne costa
5,7. Insomma, una produzione industriale assolutamente antieconomica, che ha
già spinto Paesi come la Finlandia e i Paesi Bassi a bloccare da tempo il conio
delle suddette monete. A rileggere il mio post del 2014 ci si accorge che anche
l’Italia ha provato a cancellare dalla produzione le 2 antieconomiche monetine,
ma da noi i meandri della burocrazia (unita a certi interessi di parte) finora hanno
impedito l’abbandono della fabbricazione.
Ora ci si riprova: se
passa l'emendamento alla manovra finanziaria presentato da Sergio Boccadutri del Pd, dal 2018 l'Italia potrebbe interrompere
il conio delle monetine da 1 e 2 centesimi, lasciando in produzione solo la
monetina da 5 centesimi. La proposta, che affiderebbe a un decreto del Ministro
dell'economia l’applicazione pratica, potrebbe essere adottato nel prossimo
Settembre, entrando in vigore dal Gennaio 2018. Lo stesso Decreto prevederebbe "le
modalità attraverso cui i pagamenti effettuati in contanti sono arrotondati nel
periodo di sospensione".
Come riporta il Sole 24
Ore, Boccadutri, che anche nel 2014 si era mosso nella stessa direzione con il
favore della Camera, ha ribadito che il risparmio derivante dagli effetti dell’abolizione
delle 2 monetine ammonta ad almeno 20 milioni di euro, somma che sarebbe
destinata al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato. Nel Codacons, però,
seppure in linea di massima il provvedimento di eliminazione sia visto con
favore, l’allarme è scattato circa le norme che verranno impartite per la
pratica eliminazione dei 2 tagli, con il necessario arrotondamento dei prezzi.
"Già all'epoca del
passaggio dalla lira all'euro – ha detto il Presidente
di Codacons Carlo Rienzi - abbiamo avuto prova di come le leggi che
regolavano gli arrotondamenti siano state violate in modo sistematico da
esercenti, commercianti e professionisti, e i prezzi al dettaglio siano stati
tutti modificati verso l'alto, determinando una stangata media da 'changeover'
pari a 1.505 euro a famiglia solo nel 2002, anno dell'introduzione della nuova
valuta. Per questo non abbiamo alcun dubbio sul fatto che l'eliminazione dei
centesimi, pur in presenza di regole per l'arrotondamento, darà sfogo ad
aggiustamenti dei listini al rialzo e a rincari selvaggi a danno delle famiglie,
perché il Governo non è in grado di controllare i prezzi né di sanzionare gli
speculatori".
Certamente serviranno
regole certe, ma che le due piccole monete divisionali debbano sparire è una
necessità inequivocabile, considerato anche che vengono rifiutate anche dai
distributori automatici e dalle macchinette per la sosta auto. In effetti a poco servono: praticamente
odiate dai consumatori e, come detto prima, carissime per lo Stato per l’alto
costo di produzione, perchè tenerle in vita?
Finalmente anche noi italiani siamo arrivati a stabilire quello che in altri Paesi è già in vigore da tempo. Dopo
la Finlandia, la decisione di abolire le monetine è stata presa dall’Olanda, che risparmia
in questo modo 36 milioni di euro l’anno; nel 2010 è stato il turno
dell’Irlanda e nel 2014 quello del Belgio; ora potrebbe essere, finalmente, il
turno dell’Italia, con un risparmio annuo di circa 20 milioni di euro. Ci si
chiede però: “ma quelle in circolazione che fine faranno”? La risposta
appare semplice, come spiega il presentatore della proposta il deputato Boccadutri.
"Sospenderemmo solo il conio delle
monete, non il loro valore legale". E i prezzi? "Si applicherebbe
l'arrotondamento, verso lo zero inferiore se il prezzo finiva con uno e due
centesimi - continua il deputato - verso i cinque centesimi se finiva con
tre, quattro, sei o sette centesimi, e allo zero superiore se finiva con 8 o 9
centesimi".
Se il provvedimento vedrà finalmente la luce del sole, le minuscole monetine da 1 e 2 centesimi, dopo aver appesantito le tasche degli italiani con una montagna di minuscoli tondini metallici che dal 2002 hanno raggiunto la ragguardevole cifra di oltre sei miliardi di pezzi coniati, cesseranno di essere prodotte. Per quelle in circolazione, pur teoricamente ancora accettate, non venendone più prodotte di nuove, avrebbero un ruolo sempre più marginale e resterebbero collezionate in parte a testimoniare un periodo storico.
Se il provvedimento vedrà finalmente la luce del sole, le minuscole monetine da 1 e 2 centesimi, dopo aver appesantito le tasche degli italiani con una montagna di minuscoli tondini metallici che dal 2002 hanno raggiunto la ragguardevole cifra di oltre sei miliardi di pezzi coniati, cesseranno di essere prodotte. Per quelle in circolazione, pur teoricamente ancora accettate, non venendone più prodotte di nuove, avrebbero un ruolo sempre più marginale e resterebbero collezionate in parte a testimoniare un periodo storico.
Chissà
che questa volta sia la volta buona, soprattutto se i commercianti non
coglieranno l’occasione per un'altra fregatura. Ci auguriamo un arrotondamento serio e calibrato, non quello…che purtroppo ben conosciamo!
A domani.
Mario
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