martedì, luglio 30, 2024

LA NOSTRA SOCIETÀ È DIVENTATA ARIDA, CHIUSA NEL CASTELLO DEL PROPRIO, EGOISTICO “IO”, INCURANTE DEL “NOI” CHE CI CIRCONDA.


Oristano 30 luglio 2024

Cari amici,

Nella natura umana, risultano in perenne conflitto simbolico, l’egoismo e l’altruismo: praticamente l'eterna lotta tra il Bene e il  Male. Il lento passaggio dalla società contadina (dove la solidarietà era ben più presente di oggi) a quella industriale e tecnologica, ha, lentamente ma inesorabilmente, quasi cancellato la solidarietà, rafforzando a dismisura l’egoismo. in costante crescita, tanto che nulla sembra essere capace di fermarlo! Il brutale passaggio dal “NOI”, dalla solidarietà dell’insieme, all’egoistico “IO”, ha praticamente cancellato la vera ragione della vita dell’uomo: quel "vivere insieme", solidali e in armonia.

La nostra attuale, egoistica società, è diventata, purtroppo, una “Folla solitaria (chiaramente descritta da Riesman), grande scrittore e sociologo che ha da tempo messo il dito nella piaga della nostra arida vita sociale, che ora viene trascorsa in volontario isolamento, chiusa nel proprio egoistico castello in preda ad una profonda solitudine interiore. Papa Francesco, al momento, resta l’unico a predicare l’apertura di ciascuno di noi verso gli altri, auspicando che tanti “Tu” possano diventare “Noi”, nella speranza che ciò possa avvenire. Purtroppo, però, quello che sta avvenendo è l’inverso: il “Tu regredisce all’Io”. un “Io globale", nel senso che l’egoismo si è fatto persona.

L’auspicata rivoluzione del “Noi”, di cui parla Papa Francesco, per ora sembra una “voce che grida nel deserto”. Tuttavia, mai perdere la speranza, perché all’orizzonte del nostro vivere qualcosa si muove e ci dà speranza. Questo desiderato NOI esiste, e vi sono già dei segni della sua presenza; sono quei piccoli gesti di solidarietà umana, libera e gratuita, che si trovano in certi ambienti sani della nostra società; sono gesti da cui, volendo, si può ripartire, ridando vigore a quel piccolo Noi auspicato, che è contenuto nel nostro DNA di "uomini sociali", dotati di intelletto e di cuore, dove albergano i buoni sentimenti.

Il noto psichiatra Vittorino Andreoli, nel suo ultimo saggio: "Lettere sulla necessità di ritrovare l’affetto di coppia e tra generazioni, e la solidarietà verso l’altro" ha scritto: "In questa età dell’Io onnipotente l’unica salvezza è passare al “Noi”. Mai c’è stato così tanto bisogno d’amore". Lo psichiatra, celebrato al 40° Premio Hemingway, ha raccontato questa esigenza rivolgendosi alla "carissima" o "carissimo" destinatario del libro, "chiunque tu sia, ovunque tu viva nel nostro Paese, giovane o vecchio, uomo o donna". "Ho scritto d’amore – spiega Vittorio Andreoli – , perché vivo in un mondo che non mi piace, dove molte caratteristiche dell’animale-uomo stanno scomparendo: il rispetto per l’altro, la voglia di pace... e dove c’è un enorme bisogno di amore"; perciò, lo dico come "testimone critico, lucido, profondo, del malessere diffuso nel mondo contemporaneo". Ad Andreoli è stato conferito il Premio Hemingway 2024. Un premio che riconosce ciò che ha fatto per rivalutare l’Io fragile. "Che non significa debole, ma consapevole dei propri limiti.

Amici, il mondo ha bisogno d’amore! Si, perché l’amore è un sentimento che si attiva in diverse forme di affetto: tra padri e figli, tra fratelli, tra nonno e nipote; più in generale, è un sentimento che si attiva tra persone che costruiscono un insieme, senza che nemmeno sia sfiorata la componente biologica della sessualità. È così per l’amicizia, la simpatia, la passione… Ambiti tutti che si possono riportare alla dimensione psichica. E, vi possiamo aggiungere: la solidarietà, l’aiuto reciproco, fino a dare la propria vita per l’altro".

Cari amici, viviamo nella società del tutto e subito, dove ogni cosa ci viene presentata come comoda, sempre a portata di mano, ma questa non è che un'illusione. Dietro ogni conquista, personale e sociale, c'è invece un lavoro, un percorso, ci sono delle scelte. Quali i motivi per cui oggi non abbiamo empatia per gli altri, vivendo isolati e solitari con noi stessi e non in sintonia con le persone che ci sono più care? Quali i motivi per cui abbiamo lasciato che l'Ego egoistico prevalesse sull'altruismo, che rappresenta, invece, il nostro più genuino impulso vitale? Dovremmo interrogarci più spesso! Arrendersi, accettando la prevalenza dell'Ego, significa tradire la nostra vera natura, significa fallire nel compito che ci è stato dato alla nascita: vivere in pace e armonia insieme agli altri. Significa, nel migliore dei casi, condurre una vita sbagliata: arida, mediocre, priva di valore, falsa e banale, spenta, e comunque senza senso!

A domani cari lettori.

Mario

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