giovedì, luglio 04, 2024

CONSERVARE “IL PASSATO”, PER EVITARE CHE “IL NUOVO” DISTRUGGA LA STORIA DELL'UOMO. ECCO L’ESEMPIO DELLE “DINGZIHU”, LE “CASE CHIODO” IN CINA.


Oristano 4 luglio 2024

Cari amici,

La Cina possiede, indubbiamente, una delle culture più antiche al mondo. Una cultura piena di fascino, presente nella costruzione di città e villaggi, che affonda le sue radici nei millenni, ma che il modernismo, figlio della contaminazione (Globalizzazione) con l’Occidente, sta facendo scomparire ogni giorno che passa. Lo sviluppo economico, industriale e sociale, che sta rapidamente cambiando le città, sta distruggendo interi quartieri ricchi di storia e di tradizioni, demolendo edifici storici di pregio per i nuovi grattacieli, e mettendo in atto interventi territoriali di vasta portata, come la costruzione di strade, infrastrutture e grossi complessi residenziali e commerciali dove prima sorgevano gli edifici storici.

Le conseguenze di questa trasformazione del territorio sono drammatiche: la distruzione di intere comunità, di luoghi ed edifici, per fare spazio a quel modernismo contemporaneo, che va, però, a discapito della tradizione e della storia, tanto che alcune città, sebbene risalenti a un millennio fa, non conservano più quasi nulla del loro passato storico. Eppure, questo avanzare distruttivo ha dei caparbi avversari: sono i proprietari di case che non si arrendono, resilienti alla cancellazione della loro dimora. Essi si rifiutano di vendere la loro casa, a nessun prezzo, tanto che queste abitazioni vengono chiamate “DINGZIHU”, ovvero “CASE CHIODO”, nel senso che restano caparbiamente ancorate al suolo, grazie alla strenua volontà dei loro proprietari.

Le Dingzihu rimangono in piedi nonostante tutto, per via del fatto che coloro che le possiedono e vi abitano hanno rifiutato di vendere anche di fronte a delle grosse offerte economiche dei costruttori in cerca di nuovi terreni; per una migliore resistenza non abbandonando le loro case, evitando in questo modo l’abbattimento. Ovviamente in diverse aree capita così di vedere dei forti contrasti: dei grattacieli o centri commerciali che circondano una minuscola casetta, oppure delle antiche abitazioni oramai isolate e con intorno delle autostrade.

Come ben possiamo immaginare, i proprietari che si sono rifiutati di vendere la propria casa non vivono sonni tranquilli, in quanto vengono visti come dei nemici dello Stato (la Cina non è certo un Paese molto democratico) in quanto si sono opposti al processo di trasformazione del Paese. Addirittura in qualche caso essi diventano vittime degli speculatori edilizi e delle imprese costruttrici, che arrivano a minacciarli. Di fatto, chi resiste è costretto a vivere in condizioni molto disagiate per via di innumerevoli difficoltà: dal taglio di luce, acqua e gas, al rumore dei cantieri o delle strade, fino alla sporcizia causata dai lavori che si svolgono intorno.

Indubbiamente una vita difficile, anche se questi proprietari resilienti, per la popolazione locale, sono degli eroi, che seppure di fronte a tante difficoltà, sfidano il potere dello Stato cercando di far valere i propri diritti. "Noi di qui non ce ne andiamo", continuano a urlare i proprietari delle “case-chiodo”, resistendo strenuamente alle allettanti offerte dei costruttori, come afferma Steve Hess, professore di scienze politiche alla Transylvania University in Kentucky che, dopo anni di studi sul fenomeno, ha pubblicato nel 2010 un paper intitolato Nail-Houses, Land Rights, and Frames of Injustice on China's Protest Landscape.

Si, amici, per quanto questa strenua, difficile resistenza catturi l'immaginario delle persone, perché rappresenta una lotta alla 'Davide e Golia'," come spiega il professor Hess, quella messa in atto è una lotta impari, in quanto opporsi ai funzionari locali che “abusano delle proprie posizioni di potere", è sempre più difficile. Spesso le ruspe arrivano comunque e distruggono tutto quanto, radendo al suolo la casa. In cambio gli sfollati ottengo qualche soldo o una sistemazione alternativa come risarcimento.

Cari amici, indubbiamente per questi “Davide che sfidano Golia” la lotta è impari; per loro la casa in cui si è nati e dove sono nati e vissuti gli antenati, non ha prezzo. Tra le storie tristi e commoventi, una delle più significative è sicuramente quella di un tumulo alto 10 metri, reduce in un cantiere edile in un villaggio a Taiyuan, nella Provincia dello Shanxi della Cina settentrionale: il proprietario è andato a trattativa per farci la sua tomba. Se è pur vero che il progresso non si ferma, non possiamo certo pensare di demolire il passato senza ritegno.

A domani.
Mario

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