Oristano 8 luglio 2024
Cari amici,
Purtroppo, nonostante le
promesse, il disastro continua. Per i sardi, la continuità territoriale è solo
una beffa, che incide non solo sulla libera circolazione in tutto il territorio
nazionale, ma condiziona pesantemente anche il turismo, che apprezza la Sardegna per le bellezze di cui
la nostra isola gode. Una beffa e un salasso: perché nei giorni scorsi i sardi
che volevano uscire dall’isola, e i turisti che volevano venire da noi, hanno dovuto
alleggerire alquanto il portafoglio, per poterlo fare, grazie ad un esoso
rincaro delle tariffe. La Sardegna ogni giorno
che passa risulta essere sempre più isolata e penalizzata, e i sardi debbono,
ancora una volta, fare i conti con l’incapacità della politica che non riesce a
risolvere. una volta per tutte, il problema. Un problema che sta diventando insostenibile e
ingestibile, sia per i trasferimenti via nave che con gli aerei. Su quest’ultimo
fronte la continuità territoriale a cui la Sardegna avrebbe diritto risulta
essere sempre più un flop. Meno aerei, meno posti, meno possibilità di
viaggiare e spostarsi! Un sacrosanto "Diritto Negato", nonostante le ripetute promesse non mantenute.
Amici, siamo arrivati a
luglio e ciascuno di Voi cari lettori, per avere la certezza di quello che scrivo, provate a cercare un
posto in aereo per Cagliari o Milano “a tariffa protetta con la continuità
territoriale”, e vi renderete conto di cosa significa! Chi ha assoluta necessità di uscire dall'isola è costretto a sborsare cifre da 300 euro in su! Anche la Giunta regionale in
carica, seppure all’inizio aveva dato un filo di speranza, ora fa ripensare: per
i sardi, quello di potersi spostare “in continuità territoriale”, continua ad
essere un diritto negato, ne più ne meno come quello alla sanità.
Se spostarsi nei periodi
normali, tutto sommato non svuota del tutto il borsellino, quando arrivano le
festività – come Natale, Pasqua e le feste comandate – oppure si arriva come
ora all’estate, restare prigionieri nella nostra terra è diventata la norma. Ita Airways, per dirne una, sui voli per Roma
offre solo i posti con la tariffa per i non residenti, e contemporaneamente dichiara
che non c’è nessuna disponibilità per viaggiare con le tariffe agevolate per i
sardi. Inutile, poi, quando accampa scuse come “è stato un incidente, un errore, e così via…”, perché
la verità è che il diritto dei sardi alla mobilità, che dovrebbe essere garantito
dalla continuità aerea, viene brutalmente negato.
Amici, in tanti ci
facciamo una domanda: “Come mai le isole che appartengono alla Spagna come le Baleari e
quelle appartenenti al territorio francese come la Corsica, hanno, invece, una
continuità territoriale che funziona”? Eppure Spagna, Francia e Italia, sono
ugualmente parte di quella Europa che dovrebbe garantire uguaglianza di
trattamento! Una delle cause certe, comunque (forse la più importante), sta senz’altro
nella destinazione delle “RISORSE”, per garantire la Continuità. Vediamo perché.
Sia la Spagna per le
BALEARI, che la Francia per la CORSICA, hanno messo in campo, per garantire la
Continuità Territoriale, risorse ben più consistenti delle nostre, nemmeno paragonabili a
quelle stanziate per garantire la continuità dei sardi. Per la nostra isola, a
fronte di una popolazione di poco superiore a un milione e 600mila persone,
vengono impegnati ogni anno 41,7 milioni di euro. Per le Baleari, che di
abitanti ne conta un milione e 100mila, la Spagna spende all’anno 200 milioni
di euro, mentre la Francia, per la Corsica, di euro ne stanzia ben 84 milioni,
per 400mila persone! La differenza non è mica di poco conto!
Facendo un po’ di conti,
ne consegue che la “spesa per residente” in Sardegna è di 25 euro, nelle
Baleari di 180 e in Corsica di 248! Con queste basi di partenza, “SENZA CAMBIAMENTO”,
ci sarà sempre una differenza abissale, tra la continuità sarda e quella dei
vicini spagnoli e francesi. Per migliorare la situazione, dunque, la prima base
di partenza saranno proprio le “risorse da destinare”, ben più adeguate di quelle attuali. Senza risorse, la
Sardegna resterà “sempre penalizzata”, su tutto: dai trasporti alla sanità! Insomma,
sarà un’isola che affonda!
Cari amici, credo che una
soluzione vada trovata quanto prima, senza se e senza ma. La Regione sarda, in primis, dovrebbe, mettersi in gioco, per garantire ai sardi di essere davvero parte del territorio nazionale a pieno titolo! Studiare a fondo i
due sistemi adottati da Francia e Spagna, servirà a trovare quello più consono alle nostre esigenze, capace di garantire ai sardi quel diritto alla mobilità finora negato, e che continua a fare della
Sardegna una COLONIA!
A domani.
Mario
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