venerdì, luglio 26, 2024

“EDUCARE”...UN VERBO DIFFICILE DA APPLICARE! L'ARDUO COMPITO DEI GENITORI, CHE, PER CORREGGERE, DEBBONO ANCHE PUNIRE.


Oristano 26 luglio 2024

Cari amici,

Fermo restando che praticamente tutti concordiamo sul fatto che mai e poi mai si debbano usare forme violente di correzione sui bambini, è anche vero che non bisogna nemmeno arrivare a farli crescere senza applicare nessuna forma di correzione-sanzione! Va dunque, ben distinto, l’intervento educativo e correttivo selettivo, capace di riuscire a controllare certe forme di rifiuto educativo che certi bambini manifestano. Se la storia, come è ben noto è sempre da considerare e apprezzare (lo affermava anche Cicerone in “Historia magistra vitae”), non dimentichiamo che anche nel lontano passato l’educazione prevedeva determinati provvedimenti da prendere nei confronti dei figli poco osservanti.

Si, amici, per esempio,  l'uso della ciabatta come “strumento pedagogico” e coercitivo era alquanto utilizzato fin dall'antichità classica; nel mondo greco,  da cui deriva la gran parte della filosofia occidentale, anche gli Dei dell’Olimpo mostravano nei confronti della prole dei “metodi di educazione” che prevedevano interventi corporali, seppure poco invasivi. In diversi vasi, mosaici e sculture, è evidenziata la dea Afrodite che, sicuramente per aver messo in atto un comportamento poco consono, colpisce il figlio Eros con una ciabatta!

Il motivo di queste frequenti punizioni risiederebbe nel carattere incontrollabile di EROS, dio dell’Amore, cosa che spingeva la mamma-dea a usare queste “tecniche di educazione”. Essendo questo comportamento educativo alquanto in uso, in un mosaico ritrovato in Giordania c’è un altro esempio di utilizzo della “ciabatta volante“, stavolta anche con l’aiuto di una complice. Insomma, l’educazione dei figli, anche nella mitologia non è mai stata una passeggiata!

Cari lettori, col passare dei secoli, educare la prole è sempre rimasto un compito arduo. Fino alla prima metà del secolo scorso, comprendente quindi anche quelli della mia generazione, il “lancio della ciabatta”, quando non si arrivava anche ai due classici schiaffi o AGLI SCULACCIONI, per punire le marachelle, era la norma. Poi, a partire dalle generazioni successive, molto è cambiato. Sia in famiglia che a scuola. Se è pur vero che la vita di tutti noi è cambiata tantissimo, pensare di educare senza punizioni appare un compito a dir poco impossibile.

Oggi entrambi i genitori lavorano, per cui risultano carichi di tanto stress, con la conseguenza di non poter essere sempre pazienti con i propri figli. Sono tante le famiglie con simili situazioni, per cui è la norma arrivare stanchi e stressati a casa a fine giornata. È probabile che seppure le mamme e le nonne che lanciavano la ciabatta non avessero i mille impegni di lavoro che abbiamo noi oggi, anche loro con certi comportamenti perdevano la bussola e non riuscivano a controllare le emozioni di rabbia e frustrazione.

Come riuscire, allora, ad essere dei buoni genitori educativi? Se una sculacciata o uno schiaffo sono ritenuti un atto di violenza, non è violenza anche “fare il muso” al bambino che sbaglia evitando il dialogo? Un bambino che affronta i prolungati silenzi di un genitore come forma di punizione, è un bambino che va in pallone, che sente di non esistere più, di non contare più nulla! In lui cresce l’dea per cui “se non faccio ciò che gli altri trovano giusto… smetto di esistere”. Amici, siamo certi che i silenzi punitivi dei genitori non siano peggio del colpo di ciabatta o dello schiaffo al momento opportuno?

Faccio parte, cari lettori, di quella generazione in cui i genitori applicavano “lo schiaffo e/o il rimprovero motivato”, tuttavia sempre usato con criterio e forte ammonizione sul comportamento errato, e posso dirvi che non solo il loro comportamento non mi ha creato problemi, ma mi ha aiutato moltissimo a crescere nel modo giusto! Era in particolare mia madre (che ha saputo gestire in modo eccellente il “ragazzo iperattivo” qual ero), a gestire la mia esuberanza, e ancora oggi la ringrazio per l’eccellente educazione che ha saputo darmi, applicando con saggezza le “giuste sanzioni”.

Cari amici, chiudo questa mia riflessione augurando a tutte le famiglie di nuova formazione, madri e  padri che hanno figli piccoli o che si accingono a creare una famiglia, di essere perfettamente consci del difficile compito educativo che grava su di loro! Essere buoni genitori non vuol dire essere amici-complici dei propri figli, ma genitori veri, capaci di gestire la loro crescita con dolcezza ma anche fermezza, nel pieno rispetto dei ruoli!

A domani.

Mario

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