lunedì, ottobre 31, 2022

RISCOPERTA IN TURCHIA UN'ANTICA VARIETA' DI FERULA CHE SI RITENEVA ESTINTA: È L’ANTICO SILPHION (O SILFIO), PIANTA RITENUTA UNA PANACEA PER TUTTI I MALI.


Oristano 31 ottobre 2022

Cari amici,

Ho voluto terminare i post di ottobre parlando di un lontano parente della nostra FERULA, un vegetale di cui ebbi occasione di parlare su questo blog nel 2014 (per chi volesse leggere il post ecco il link http://amicomario.blogspot.com/2014/02/la-ferula-croce-e-delizia-della-nostra.html). La natura, sia vegetale che animale, è davvero qualcosa di unico, di straordinario! Presente nel mondo da milioni di anni la troviamo in numerosissime varietà, e, come spesso capita, certe varietà per le ragioni più disparate arrivano a estinzione. Ciò è avvenuto in entrambi i regni: quello animale e quello vegetale. Oggi voglio parlare con Voi di un’antica pianta che si riteneva fosse andata perduta e che cresceva un tempo in una ristretta zona costiera, di circa 200 per 60 km, precisamente in Cirenaica (attuale Libia): parlo del “SILPHION” (o anche Silphium o Silfio). Il Silfio era addirittura la maggiore risorsa commerciale dell'antica città di Cirene (600 a. C.), per il suo grande utilizzo come spezia e medicinale. La pianta era così importante per l'economia cirenaica che divenne il simbolo della città ed era rappresentata addirittura in molte delle sue monete.

Questa pianta fu ampiamente descritta dagli autori antichi (in particolare da Teofrasto, padre della botanica), e gli studiosi ne dedussero che la pianta poteva appartenere alla famiglia delle Ombrellifere e forse al genere Ferula (ferula drudeana); o  anche che fosse imparentata con altre piante a noi ben più note, come il finocchio e il sedano. Facendo un teorico confronto con i “parenti più stretti” prima citati, si ipotizza che il silfio potesse essere molto simile alla nostra ferula, con delle infiorescenze dalla forma ad ombrello o a palla, che il suo tronco fosse solcato da righe all’esterno e cavo all’interno. Ma la caratteristica più importante era che dall’incisione della pianta si poteva ottenere una pregiata sostanza (il succus cyrenaicus) dall’odore acre e dal colore rossastro traslucido, che veniva anche pagata a peso d’oro.

Del Silfio nel mondo antico se ne faceva un uso quasi spropositato, tanto che era diventato anche oggetto di contrabbando. Il silfio, infatti, era considerato unico, una vera panacea per tutti i mali: presso gli Egizi veniva usato soprattutto per il sollievo della pelle e per la cura dei capelli, presso i Greci (testimonianze famose sono quelle del medico Ippocrate e del farmacologo Dioscoride) era usato anche per la cura contro disturbi di varia natura, come quelli della respirazione o della digestione o della circolazione e così via. Ma questa pianta era in particolare legata alla sfera della femminilità e alla sterilità/fecondità, altro motivo per cui divenne ben presto una pianta famosa e tanto richiesta.

Del Silfio si faceva largo uso anche nell'alimentazione, tanto che le ricette tramandateci nel De re coquinaria di Apicio, sono ben 67, e ancora oggi ricette ricavate da piante simili sono presenti nella cucina nordafricana. Il silfio divenne la spezia per eccellenza, sinonimo di opulenza e ricchezza, considerato il suo valore. Il sapore? Sembra che avesse un sapore simile a quello dell’anice, anche se non potremo mai dirlo con certezza. Prova tangibile della sua preziosità era il fatto che il silfio entrò a far parte anche del Tesoro di Roma: addirittura, Cesare nel 49 a.C. ne sottrasse quasi 500 kg per far fronte alle spese belliche. Le antiche fonti dicono anche che si poté fare dono all’imperatore Nerone solamente di una pianta!

Ebbene, dopo tanto interesse, come spesso avviene, verso il II secolo d.C. questa pianta, seppure ricercata iniziò a mancare, e la sua assenza fece sì che il Silfio lentamente scomparve. Si pensò, infatti, che si fosse estinto, magari per l’uso indiscriminato che se ne faceva, oppure per essere stato mangiato dalle greggi affamate o addirittura distrutto dai popoli nomadi in guerra che devastavano il territorio. La sua fama però perdurò a lungo, tanto che veniva ancora nominata verso il V secolo d.C., e il suo ricordo rimase ancora vivo per molto tempo.

Agli studiosi e ricercatori, però, rimase il dubbio, circa la sua estinzione. Essi non smisero mai di pensare che la pianta poteva essere ancora presente, magari in qualche remoto e sperduto luogo della terra. Ci basti pensare che nel 1800 la Società Francese di Geografia istituì un premio per chiunque fosse riuscito a ritrovare la mitica pianta scomparsa; il tempo però passava, senza che nessuno riuscisse nell’impresa. Di recente, però, ecco la novità: gli esperti credono di aver ritrovato, finalmente, l’antico Silphion. 

Il ricercatore Mahmut Miski, operativo presso l’Università di Istanbul  ritiene di averlo individuato nella "Ferula drudeana" che cresce sul Monte Hasan, convinto che questa sia proprio l’elusiva pianta antica. Miski ha scoperto che ha numerose somiglianze con la pianta del silphion che si allineano con i vecchi testi botanici e le immagini delle piante utilizzate sulle antiche monete greche. Entrambe le piante, infatti, hanno le stesse radici spesse e ramificate, fiori gialli ed entrambe dotate di sostanze usate come potenti medicinali.

La Ferula drudeana, infatti, ha composti antitumorali e proprietà antinfiammatorie, così come quelle note per essere state presenti nel Silfio. Sebbene la ferula drudeana si trovi a centinaia di miglia da dove ha avuto origine, Miski afferma che è stata trovata in due località della Turchia, entrambe le quali ospitarono antichi greci migliaia di anni fa. Le uniche immagini dell’antico silfio sono state trovate incise su monete greche antiche trovate a Cirene, che gli esperti ritengono fosse dovuto al valore della pianta: pensate, aveva lo stesso valore dell’argento!

Ferula sarda

Cari amici, a noi Sardi credo che la scoperta non crei troppa meraviglia, vista la quantità di ferula che alberga sui nostri terreni! Certo, la varietà drudeana e forse il Silfio differiscono in diverse parti, ma la famiglia di appartenenza è certamente la stessa! Chissà se la recente scoperta del ritrovamento di questa pianta “Miracolosa” usata dagli antichi sia una concreta realtà o solo un'ipotesi! Ulteriori studi vengono portati avanti e serviranno per confermare se il Silfio sia davvero sopravvissuto.  La natura, lo ripeterò sempre, è qualcosa di straordinario e ha rimedi per tutti i mali. Sta a noi scoprire le sue nascoste proprietà!

A domani.

Mario

1 commento:

Anonimo ha detto...

Madre natura sa il fatto suo, non fa niente a caso. Ci ha dato tutto ciò che occorre per stare in salute.