domenica, ottobre 09, 2022

NEL 2050, A CAUSA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI, CINQUE (5) MILIARDI DI PERSONE POTREBBERO AVERE CARENZA DI ACQUA POTABILE. IL RUOLO DEI DISSALATORI A IMPATTO ZERO.


Oristano 9 ottobre 2022

Cari amici,

Nel 2050, a causa delle catastrofiche conseguenze dei cambiamenti climatici, ben 5 miliardi di persone potrebbero soffrire la mancanza di acqua potabile. Il nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), intitolato “The State of Climate Services 2021: Water”, pubblicato un anno fa (martedì 5 ottobre 2021), lancia un serio allarme, spiegando in che modo siccità, inondazioni ed eventi estremi possano rendere le risorse idriche sempre più rare, in particolare per le nazioni più povere del mondo. Ad aggravare ulteriormente la situazione nei prossimi decenni saranno la crescita demografica (al 2050 le Nazioni Unite prevedono che la Terra sia popolata da 9,7 miliardi di persone) e la diminuzione delle risorse disponibili.

Da tempo, con l’utilizzo di nuovi strumenti ad alta tecnologia, si cerca di mitigare il problema siccità dissalando l’acqua del mare, anche se i costi, economici e ambientali, non sono di poco conto e gli studi continuano, cercando di arrivare a produrre acqua potabile dal mare con dissalatori ad impatto zero. Ecco un campionario degli ultimi sistemi progettati per produrre acqua potabile a costi accettabili.

Uno dei problemi più difficili da risolvere (dal punto di vista ambientale), è lo smaltimento dei residui della dissalazione dell’acqua marina, la cosiddetta salamoia, che contiene una forte concentrazione di sali. Con gli attuali dissalatori in funzione nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di litri di acqua dalla dissalazione, e ciò comporta una massa residuale in salamoia molto alta e inquinante. Lo smaltimento in mare, infatti, comporta un notevole costo in termini energetici e una forte attenzione all’impatto sull’ambiente, perché la salamoia, seppure non proprio inquinante, se viene riversata in mare in grosse quantità e in assenza di forti correnti che possano disperderla velocemente, può causare un aumento della salinità delle acque, con effetti negativi sull’ecosistema marino.

In Olanda, con i finanziamenti dell’Unione Europea, i progetti pilota Zero Brine (zero salamoia) hanno riprogettato lo schema per il trattamento della salamoia da un modello lineare a uno circolare per recuperare minerali, sali e acqua demineralizzata. In America, anche gli ingegneri del MIT (Massachusetts Institute of Technology), di Boston hanno studiato un modo per trattare gli scarti della desalinizzazione, convertendoli in utili sostanze chimiche, comprese quelle che possono rendere più efficiente il processo di desalinizzazione stesso.

Anche in Italia centri di ricerca come il Clean Water Center del Politecnico di Torino e aziende specializzate nel trattamento delle acque come FISIA Italimpianti (Gruppo Webuild), lavorano per migliorare le performance di costo e di impatto ambientale dei dissalatori, impianti che proprio secondo il gruppo Webuild potrebbero assicurare al nostro Paese una soluzione strutturale alle crisi idriche che i cambiamenti climatici aggraveranno nei prossimi anni. Il Gruppo ha anche presentato un progetto, denominato 'Acqua per la vita', che, con la costruzione di 15-16 impianti in tutta Italia, potrebbe risolvere in modo definitivo il problema di future crisi idriche.

Ebbene, amici, in Arabia Saudita, a NEOM ('Neo' sta per nuovo e 'M' si riferisce alla parola araba 'Mostaqbal', che significa futuro), la smart city del futuro costruita dal nulla nel deserto, sta per nascere un impianto di dissalazione che vuole essere un esempio mondiale di innovazione e sostenibilità ambientale. Con questo impianto la Smart City si disseterà totalmente con acqua marina dissalata e lo farà a impatto zero, come è stato annunciato questa estate, aprendo così prospettive del tutto nuove alla diffusione dei desalinatori nel mondo.

Si, tutto questo sta diventando realtà a NEOM, la modernissima costruita in pieno deserto, che nel 2025 avrà funzionante lo straordinario desalinatore che produrrà, rispettando l’ambiente, un milione di metri cubi di acqua potabile al giorno! Una parte dell’impianto, pari a un terzo del totale, sarà operativo già dal prossimo anno. Per la prima volta al mondo l’alimentazione energetica che lo farà funzionare sarà garantita da idrogeno verde, cioè prodotto a sua volta con energie rinnovabili. L’impianto utilizzerà tecnologie innovative di separazione delle membrane per produrre acqua e flussi di salamoia concentrati. La salamoia generata dall'impianto sarà trattata per alimentare le industrie che utilizzano materie prime di sale industriale di elevata purezza, bromo, boro, potassio, gesso, magnesio e metalli rari. In questo modo la salamoia da prodotto di scarto difficile da smaltire diventerà un prodotto utilizzabile come materia prima.

Che dire, amici, credo che la moderna tecnologia, unita al reale, concreto, rispetto della natura, consentirà all’uomo di rimediare ai danni che finora sono stati fatti e poter, quindi, vivere ancora a lungo sulla terra!

A domani.

Mario

 

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