Oristano 20 ottobre 2022
Cari amici,
Le sanguisughe, particolari animaletti succhiatori di sangue, sono state utilizzate dall'uomo fin da epoca remota per curare i mali del corpo; esse erano alquanto apprezzate in antichità da molti popoli, tra cui Egizi, Greci e Romani. Nella civiltà egizia
le sanguisughe erano utilizzate per curare la depressione, per combattere i
malumori, per eliminare dall’organismo impurità o liquidi che intossicavano il
corpo. L’utilizzo delle sanguisughe, unitamente alla pratica del salasso a
scopo terapeutico, si perfezionò durante tutta l’epoca romana, proseguendo poi durante il Medioevo e sino alla fine dell’Ottocento.
A praticare, in
particolare, il salasso, erano allora i pochissimi “esperti” colti dell’epoca, tra cui
gli ecclesiastici. Ma nel 1215, Papa Innocenzo III vietò ai sacerdoti e ai
diaconi di eseguire operazioni dove ci fosse del sangue. I religiosi, infatti,
avevano buona conoscenza dell’anatomia, e quindi effettuavano spesso piccole
operazioni di chirurgia. Il divieto imposto agli ecclesiastici promosse al compito i
barbieri, che, oltre al taglio della barba e dei capelli, iniziarono a praticare
anche il salasso. D’altronde, nelle loro botteghe, già da tempo essi effettuavano
incisione di ascessi, ricomposizione di fratture, amputazione di arti, estrazione
di denti marci e utilizzo delle sanguisughe sul corpo dei pazienti; essi, inoltre, provvedevano anche alla rimozione di pidocchi, pulci, zecche e quant’altro.
Con l’avvento della
moderna medicina salassi e sanguisughe finirono nel dimenticatoio, diventando
solo un ricordo del passato. Nella medicina del 18° secolo, però, in Francia, le
sanguisughe tornarono in auge: furono utilizzate per i trapianti di lembi cutanei. Tuttavia, alla
fine del secolo scorso, (intorno al 1980) le sanguisughe furono definitivamente tolte dall'oblio, tornando alla ribalta; fu la la medicina ufficiale a riabilitarle, usandole soprattutto dopo gli
interventi chirurgici della mano, grazie alla loro capacità di succhiare il
sangue e di rilasciare tramite la loro saliva un anticoagulante che agisce come
fluidificante e che facilita la circolazione.
La domanda che sorge
spontanea a non esperti è: Ma come funziona oggi una terapia con le sanguisughe? Ebbene, il secreto
della saliva delle sanguisughe contiene più di 100 sostanze bioattive, come per
esempio l’irudina, un inibitore specifico della trombina (che dunque rallenta
la coagulazione del sangue), oppure l’eglina, dalle proprietà antinfiammatorie.
Secondo alcuni studi, per i pazienti con artrosi alle ginocchia una terapia con
sanguisughe ha i medesimi effetti dei farmaci antinfiammatori e antidolorifici
(p. es. Diclophenac). In sintesi, dunque, si può affermare che le sanguisughe
hanno un effetto antidolorifico, antinfiammatorio e di miglioramento della
circolazione del sangue, mediante l’allargamento vascolare e l’effetto
anticoagulante.
Per quanto ovvio le
sanguisughe utilizzate dalla medicina attuale sono selezionate, allevate a scopi
medicali e quindi in ambienti super controllati. Questi invertebrati operano forando la
pelle con i piccoli denti e iniziano il “prelievo” ematico. Di solito i
trattamenti vanno da 20 a 45 minuti e l’azione curativa è dovuta sia al
prelievo ematico che consente di far defluire dall'organismo le sostanze
dannose e di eliminare ristagni a livello circolatorio e linfatico, sia a delle
sostanze contenute nella saliva delle sanguisughe e rilasciate nell’organismo.
Tra queste ultime spiccano l'irudina dall’azione anticoagulante e l'eglina
dagli effetti antinfiammatori e analgesici, a cui si aggiungono altri principi
attivi che hanno proprietà vasodilatatrici e antispasmodiche.
Nella maggior parte dei
casi, una terapia con le sanguisughe trova applicazione nei pazienti affetti da
gravi disturbi circolatori e con malattie cardiovascolari. Ad esempio, la sanguisuga è
impiegata nei pazienti diabetici gravi che hanno problemi circolatori e di
conseguenza il flusso sanguigno diventa gravemente limitato, tanto che nei casi più
compromessi il tessuto colpito può morire (con conseguente amputazione). L’applicazione
delle sanguisughe nella medicina moderna, amici, trova oggi, incredibilmente, un ampio raggio d’azione.
le sanguisughe, per esempio, vengono
utilizzate dopo un intervento di chirurgia plastica, oppure di
microchirurgia, sempre per prevenire la formazione di coaguli nel sangue,
aiutando così le ferite a guarire velocemente. In alcuni casi questa terapia favorisce
anche la connessione di arterie e minuscole vene di mano e polso nelle
situazioni in cui l’arto viene reimpiantato dopo incidenti di varia natura. La
terapia con sanguisughe è poi consigliata per il trattamento di alcune
patologie venose, come la problematica delle vene varicose, e patologie
artrosiche. Ma non finisce qui. Le sanguisughe sono ben utilizzate anche per
accelerare la guarigione dopo la chirurgia ricostruttiva di naso, fronte, seno,
guance, dita di mani e piedi. Insomma, un utilizzo ad ampio raggio!
Cari amici, l’ho già
detto e lo ripeto: in natura ci sono, davvero, rimedi per tutti i mali! Sta a
noi, ai nostri studi e alle nostre capacità, arrivare a capire e conoscere a fondo quello straordinario
mondo perfetto qual è la natura, che il Buon Dio ci ha donato! Cerchiamo, soprattutto
di non rovinarlo, questo mondo perfetto!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento