Oristano 14 ottobre 2022
Cari amici,
Nel mondo, non bastava il
problema della “crisi del grano”, bloccato dall’aspra guerra tra Russia e Ucraina, ad impensierire il mercato mondiale dell’alimentare, perché un altro problema,
questa volta di natura virale, sta colpendo in modo pericoloso il riso,
alimento praticamente indispensabile per le popolazioni asiatiche. Un
pericoloso virus, rilevato anni fa in Cina, sta mettendo ora in pericolo la
produzione mondiale di riso. I raccolti nelle risaie del Giappone, del Vietnam
e anche dell’India settentrionale, stanno subendo riduzioni sostanziali,
creando già serie problematiche alle popolazioni.
Oltre a essere il cereale
più consumato al mondo, in Cina e nell'intera Asia il riso è il cibo per
eccellenza, per cui l’eventuale scarsità diventa un guaio serio. A rilevare questa
ulteriore, possibile, crisi alimentare è stato un team di ricercatori dell’Indian
Agriculture Research Institute, che ha già messo in guardia la Comunità
internazionale per questa possibile, ulteriore minaccia alimentare, stavolta virale,
che starebbe riducendo in maniera esponenziale i raccolti di riso, con
inevitabili conseguenze di natura economica e alimentare.
Stando a quanto
evidenziato dal professor Gopala Krishanan, responsabile dello studio, il virus -
denominato Southern rice black-streaked dwarf virus (SRBSDV) - sarebbe stato
isolato per la prima volta in Cina nel lontano 2001. Da allora la malattia ha
iniziato a diffondersi senza alcun tipo di resistenza, nelle risaie di Vietnam,
Giappone, e ora anche in buona parte dell’India settentrionale; questi Stati
sono, di fatto, i maggiori produttori al mondo di riso. La minaccia, affiancata
dai cambiamenti climatici che di certo non aiutano il settore agricolo, sta
provocando riduzioni sostanziali nelle produzioni: e gli effetti saranno presto
evidenti anche altrove, con un conseguente, pericoloso aumento dei prezzi.
Ma come funziona questo
pericoloso virus e quali sono i danni che crea? La SRBSDV, spiega Gopala Krishanan,
danneggia la spiga e alla fine il danno medio si aggira attorno al 50 per cento
della produzione totale. Al momento gli scienziati non hanno ancora capito il
meccanismo di diffusione del virus. I ricercatori hanno sequenziato i profili
genetici dei campioni, trovando collegamenti evidenti tra SRBSDV e l’arresto
della crescita delle piante. La causa, benché manchino ancora evidenze
inconfutabili, potrebbe esser legata all’uso massiccio di fertilizzanti. Per
ora, il consiglio dato dagli scienziati, è quello di limitare l’utilizzo di
pesticidi come triflumezopyrim, dinotefuran o pimetrozina.
Più che un serio
problema, si sospetta un vero e proprio dramma, che potrebbe creare situazioni alimentari pericolose e fuori controllo. Non
bastava il problema del grano che ha creato seri problemi nutrizionali nel mondo
a popolazioni che già di per sé soffrivano non poco la fame, e ora si aggiunge
un’altra pericolosa crisi che, essendo di natura virale, diventa davvero difficile
da controllare. Il riso per le popolazioni asiatiche è un alimento
assolutamente indispensabile e se la crisi prendesse una brutta piega sarebbe
davvero una catastrofe. Mentre per noi, popoli mediterranei, il riso è un
alimento complementare, perché per noi la regina della tavola è la pasta ricavata dal grano, il
riso svolge la stessa funzione per le popolazioni asiatiche prima citate.
Cari amici, personalmente
amo il riso, lo mangio volentieri, e posso dirvi che qui ad Oristano il riso ha
trovato un terreno d’eccellenza, con produzioni di altissimo livello, come il
riso prodotto dall’Azienda Falchi, risicultori fin dal 1792! Su questo
eccellente riso, ho già avuto occasione di scrivere varie volte! Speriamo che
la scienza riesca a risolvere presto anche il problema prima evidenziato.
A domani.
Mario
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