martedì, febbraio 08, 2022

SOCIETÀ E DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA. RIFLESSIONE SUL LIBRO DEL FILOSOFO STATUNITENSE JOHN RAWLS “A THEORY OF JUSTICE”.


Oristano 8 febbraio 2022

Cari amici,

Di recente su questo blog ho fatto con Voi una riflessione sull’enorme disparità della distribuzione della ricchezza nel mondo. Nel post del 19 gennaio, analizzando “gli strani effetti economici della pandemia”, ho messo in evidenza che i ricchi stanno diventando sempre più ricchi, mentre i poveri continuano ad aumentare. Ecco il link per chi volesse andare a leggerlo: https://amicomario.blogspot.com/2022/01/gli-strani-effetti-della-pandemia-del.html. La prima considerazione che si può fare è: Quella attuale è giustizia? Può una Società, dove è presente il principio del massimo guadagno possibile, continuare a non introdurre meccanismi di salvaguardia per chi è meno fortunato?

Nel secolo scorso il filosofo statunitense John Rawls scrisse un saggio di filosofia politica, “A Theory of Justice”, una teoria sulla giustizia, la cui prima edizione uscì nel 1971 (l’edizione in lingua italiana è del 1982) a cui ne seguirono diverse altre. Questo importante saggio rappresenta una pietra miliare nell’analisi filosofica contemporanea, in quanto il filosofo americano cerca di dimostrare che una Società umana può essere considerata giusta solo se al suo interno si rispettano due semplici principi: il principio di uguaglianza e il principio di differenza.

Ho letto con attenzione e  condivido totalmente il saggio sull'argomento (reperito sul Web) di Maria Michela Rosa Marzano, filosofa, accademica, politica e saggista italiana, che si occupa di filosofia morale e politica e, in particolar modo, del posto che occupa al giorno d'oggi l'essere umano nella società attuale che pare aver perso non pochi valori. L'analisi profonda della fragilità dell’attuale condizione umana, rappresenta il punto di partenza delle sue ricerche e delle sue riflessioni filosofiche.

Amici, nel libro prima citato John Rawls, partendo dal principio che ogni essere umano è uguale a tutti gli altri in termini di dignità, afferma che la risultante è che esso deve poter godere degli stessi identici diritti, nonostante le numerose differenze sociali ed economiche esistenti con gli altri componenti la Società. Ovviamente, per realizzare concretamente questo, i governanti dovrebbero ridistribuire in maniera disuguale beni e servizi. Ridistribuzione che, in realtà, ripropone il principio di uguaglianza aristotelico, secondo il quale si dovrebbero sempre dare cose uguali a persone uguali e cose diverse a persone diverse.

Secondo John Rawls una Società giusta deve uscire dalla diffusa politica “utilitaristica”, per entrare in quella “redistributiva”, in modo da perseguire il maggior benessere possibile per il maggior numero di persone. Per Rawls la posizione utilitaristica tende a sacrificare gli interessi dei ceti più deboli. La concezione di giustizia rawlsiana si basa sull'idea che tutti i beni sociali principali devono essere distribuiti in modo uguale, e, di conseguenza, una distribuzione eguale può esserci solo se avvantaggia i più svantaggiati.

Amici, purtroppo nel mondo più gli anni passano, più le diseguaglianze si accentuano. E oggi, come ho già scritto nel pezzo prima ricordato che riporta il rapporto di Oxfam International, i ricchi diventano sempre più ricchi a scapito dei meno abbienti. L’abisso tra Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Elon Musk e Bill Gates, tanto per citare alcuni dei dieci uomini più ricchi del mondo e i poveri, è diventato immenso! E mentre i miliardari, tra il mese di marzo del 2020 e il mese di novembre del 2021, hanno raddoppiato i propri patrimoni, 160 milioni di persone sono sprofondate nella povertà assoluta.

Il problema delle disuguaglianze sta diventando sempre più marcato. Il potere dei super ricchi sovrasta ormai quelli dei governi e i nostri paperoni, incuranti della crescente povertà,  approfittano da decenni dell’assenza di regole chiare in materia di tassazione, continuando a rimpinguare i loro forzieri e intercettando anche i miliardi spesi dai governi per contrastare la pandemia.  Inoltre, in questi ultimi tempi, sono riusciti anche a intercettare molti dei miliardi immessi dai governi nelle economie. Come scrive Michela Marzano nel saggio prima citato, la direttrice di Oxfam International, Gabriela Bucher, ha proposto una tassa una tantum del 99% sui guadagni da pandemia, cosa che permetterebbe di incassare una cifra colossale che potrebbe poi essere redistribuita. Una proposta che può sembrare provocatoria, ma è evidente che indica l’unica strada percorribile: quella della tassazione.

È tempo, amici, che chi è più ricco partecipi più attivamente ed in modo appropriato alla redistribuzione generale della ricchezza, quindi, alla equa giustizia sociale. Una Società rispettosa dei diritti di tutti deve distribuire beni, servizi, tasse e aiuti in maniera diversa, tenendo conto delle diverse situazioni familiari, economiche, culturali e sociali  dei propri cittadini. Uno Stato equo e rispettoso, deve avere la capacità di far pagare più tasse a chi guadagna di più (in Italia quando si riuscirà a far emergere e tassare il sommerso?), e di aiutare concretamente chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Tanto più che, in periodo di crisi e in assenza di redistribuzione delle risorse, sono inevitabilmente i più fragili a pagare il prezzo più alto.

I fragili “trascurati” sono, purtroppo, in aumento e, tra i più fragili, ci sono le donne. In questi due anni di pandemia sono milioni le donne che hanno perso il posto di lavoro; centinaia di migliaia quelle costrette a occuparsi della famiglia o a essere impiegate in nero nei lavori di cura e di assistenza. Che dire poi della sofferenza dei bambini che vivono in famiglie disagiate dove manca spesso anche l’essenziale?

Cari amici, la nostra, purtroppo, è una Società poco equa e ci vorrà ancora chissà quanto tempo perché possa migliorare. La ridistribuzione della ricchezza è un punto d’arrivo ormai ineludibile. Quel principio di differenza redistributiva rimarcato da John Rawls nel saggio prima ricordato, dice proprio questo. Propone, infatti, di tagliare la torta delle tasse o quella degli aiuti in fette più o meno grandi a seconda dei bisogni manifestati. Una società “giusta” è quella in cui l’acceso alla sanità è garantito a tutti, e non solo a chi ha la possibilità di pagarsi le cure, così come anche nelle famiglie meno abbienti debbono essere garantiti i diritti inalienabili, come l’alimentazione, la salute e l’istruzione.

Credo che, se ognuno di noi abbandonasse l’egoismo innato che ci domina, la filosofia di John Rawls sarebbe davvero condivisa da tutti.

A domani.

Mario

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