lunedì, febbraio 14, 2022

IL FESTIVAL DI SANREMO 2022 E IL RUOLO SVOLTO DALLE DONNE NELLA CONDUZIONE: PRESENTI, MA IN POSIZIONE SUBORDINATA AL CONDUTTORE UOMO. UNA PARITÀ DIFFICILE DA RAGGIUNGERE.


Oristano 14 febbraio 2022

Cari amici,

Oggi è San Valentino! Faccio gli AUGURI a tutte le donne perché quanto prima possano raggiungere quella parità vera, concreta, finora sempre loro negata. L'articolo di oggi parla proprio di questo, amici. Nelle mie quotidiane scorribande su Internet, sono incappato nei giorni scorsi in un interessante articolo di Claudia Sarritzu che ho apprezzato molto. Claudia, cagliaritana, scrittrice, saggista, è una valente giornalista che scrive di politica nazionale e internazionale per Globalist. Autrice di due saggi, "La Sardegna è un'altra cosa", sulla crisi economica in Sardegna e di "Parole avanti", una riflessione sul linguaggio di genere e i nuovi femminismi in Italia e all'estero, è una “Femminista” convinta, che dialoga volentieri con studenti e studentesse nelle scuole per parlare dell'importanza di una corretta narrazione del femminile sui media. È stata anche conduttrice radiofonica e coordinatrice per due anni de "Il giornale dello Spettacolo".

L’articolo che ho rinvenuto su Internet è una sua riflessione sul ruolo che le donne hanno svolto nel Festival di Sanremo appena terminato, condotto per il terzo anno consecutivo da Amadeus. Riflessione a cui la Sarritzu ha voluto dare il titolo significativo di Ancelle moderne ma sempre ancelle: ecco cosa ci ha insegnato questo Festival sul ruolo delle donne in Italia”. La prima domanda che si è posta è: Che ruolo è stato dato dalla RAI alle donne che hanno “condotto” con Amadeus il festival? Con quale preciso ruolo queste donne, queste presentatrici, hanno calcato il palco, come protagoniste o come vallette-ancelle, di lontana memoria?

Queste e diverse altre domande si è posta Claudia Sarritzu nei giorni seguenti la fine della 72esima edizione del Festival di Sanremo. Indubbiamente, il ruolo svolto dalle 5 donne che hanno affiancato Amadeus non è risultato certo paritario ma alquanto subordinato, in un certo modo simile a quello delle vallette del passato. Se è pur vero che alcune hanno cercato di “mostrare le unghie”, resta il fatto che la loro chiamata era relativa alla prestazione di un servizio subordinato, non certo alla pari del ruolo primario svolto dal presentatore uomo.  

L’analisi fatta dalla Sarritzu (che, Vi dico subito, condivido in pieno) evidenzia chiaramente che seppure il femminismo abbia ripreso vigore (a volte anche dirompente) in molti Paesi del mondo occidentale, non sembra aver contagiato il nostro Paese e in particolare la RAI (che si vanta di svolgere un servizio pubblico indipendente dai partiti), dove i ruoli maschile e femminile sono ancora saldamente ancorati a quell’antico schema patriarcale che cerca in tutti i modi di non andare in soffitta. Eppure, il femminismo di oggi è sicuramente di emancipazione, non certo “di lotta contro il sesso maschile"; esso è paritario, tale da essere vissuto “insieme agli uomini”, non certo “contro gli uomini”, in una società fatta di uguali.

Il punto, dice la Sarritzu, “è che la questione femminile è un aspetto essenziale per comprendere sul serio a che punto si trova la crescita culturale e sociale di una Comunità. Il palco dell'Ariston è lo specchio di chi siamo, chi siamo stati e chi vorremmo diventare. È dunque importante porci la domanda delle domande: come è stato rappresentato il ruolo della donna? Attenzione: come è stato rappresentato, non quale sia il suo ruolo. Perché il nostro ruolo è molto più partecipe e protagonista nella vita reale di quanto sia stato disegnato in quel teatro”.

Indubbiamente alcuni passi avanti nella preparazione della edizione 2022 del festival sono stati fatti, rispetto al passato. È stato un festival più inclusivo e rappresentativo; la stessa scelta delle conduttrici non si è basata esclusivamente sulla loro bellezza, ma sulla loro capacità di incarnare differenti modelli di identità femminile, ma non è bastato. Il risultato può essere considerato mediocre, tanto che sui social moltissimi utenti lo hanno sottolineato: le donne affiancate al conduttore sono apparse come chiamate sul palco solo in rappresentanza della categoria a cui appartenevano.

Il prof. Tiziano Bonini, associato in Media Studies dell’Università di Siena – come ha riportato la Sarritzu - lo ha spiegato molto bene in un suo articolo; "Che le conduttrici di Sanremo finalmente non siano più solo giovani modelle o attrici, ma anche donne di età diverse, con colori della pelle diverse e con background professionali diversi è una buona pratica. Ma se poi queste conduttrici sono chiamate a svolgere sempre un ruolo da comprimarie, un passo indietro rispetto al conduttore, e continuano ad essere trattate con paternalismo, ecco che queste strategie di inclusività mostrano tutta la loro ipocrisia e la loro mediocrità. Non basta, quindi, invitare sul palco donne che rappresentino idee diverse di femminilità, serve anche pensare per loro dei ruoli attivi e paritari sul palco".

La Sabrina Ferilli ha detto qualcosa di molto giusto e al passo con i tempi: “...perché devo dare un senso oltre quello che sono per giustificare che sono qui? Sono qui per il mio lavoro, e per tutte le scelte che ho fatto finora nella mia vita. Questo credo sia la cosa migliore che posso portare qui, compresa la tenacia che ho messo per prendermi quello che volevo. Questa era la cosa migliore che poteva accompagnarmi qui. E credo che valga per tutte le donne: diamo valore alla nostra storia. Non sono come gli stolti di Don’t look up con DiCaprio. Sto nella mia linea, ho scelto questa strada della leggerezza perché, come diceva Calvino, in tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose senza macigni addosso. Perché la leggerezza non è superficialità".

Cari amici, un sincero grazie a Claudia Sarritzu per la sua costante lotta per il raggiungimento della parità tra uomini e donne. La lotta sarà ancora lunga ma un giorno la concreta parità verrà raggiunta, e, finalmente, come scrive con bella ironia Claudia, “la parità la raggiungeremo quando una donna con il naso importante di Amadeus potrà condurre il Festival di Sanremo, senza essere esperta per forza di qualcosa, se non di spettacolo, ovviamente”

Grazie amici della Vostra sempre gradita attenzione. A domani.

Mario

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