martedì, febbraio 15, 2022

L’ARIA DI CITTÀ È SEMPRE PIÙ INQUINATA. LA GRAN PARTE DELLE NOSTRE CITTÀ NON RISPETTA I VALORI SUGGERITI DALL’ O.M.S. IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE.

ROMA

Oristano 15 febbraio 2022

Cari amici,

In Italia nelle nostre città l’emergenza smog sta diventando un problema cronico, in quanto non accenna minimamente a migliorare. Lo afferma il recente rapporto di Legambiente. Esaminando il contenuto del nuovo report “Mal’aria di città”, le città italiane sono sempre lontane dal traguardo per diventare cleancities” di Legambiente, obiettivo ipotizzato nell’ambito della campagna Clean Cities, ovvero città pulite. Nel nostro Paese, purtroppo, l’emergenza smog sembra diventato, ormai, un problema cronico. Il 2021 è stato un anno nero, non solo per via della pandemia ancora in corso, ma anche e soprattutto per la cattiva qualità dell’aria.

L’analisi ha rilevato che su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che prevedono una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’N02. Legambiente ha messo in evidenza che «in particolare ben 17 sono le città con i valori più alti di polveri sottili, ovvero che superano i valori OMS per più del doppio con Alessandria che nel 2021 ha registrato una media annuale di PM10 pari a 33 µg/mc rispetto al limite OMS di 15 µg/mc; seguita da Milano con 32 µg/mc, Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino con 31 µg/mc. 11 quelle più inquinate da PM2.5 che superano di oltre 4 volte i valori OMS con le criticità maggiori registrate a Cremona e Venezia (media annuale 24 µg/mc contro un valore OMS di 5 µg/mc) e ben 13 le città più inquinate da biossido di azoto – NO2 – ovvero che superano il limite per più di tre volte con Milano e Torino in forte sofferenza.

Milano

Il capoluogo lombardo nel 2021 ha registrato una media annuale di 39 µg/mc contro un valore OMS di 10 µg/mc, la città di Torino (37 µg/ mc)». Il quadro che emerge da Mal’Aria 2022 è nel complesso preoccupante con «Pochissime le città che rispettano i valori suggeriti dall’Oms per il PM10 (Caltanissetta, La Spezia, L’Aquila, Nuoro e Verbania) e il biossido di azoto (Agrigento, Enna, Grosseto, Ragusa e Trapani), nessuna per il PM2.5». Di fronte a questa fotografia in nero, Legambiente torna a ribadire «l’urgenza di ripensare e ridisegnare in prima battuta le aree metropolitane, gli spazi pubblici urbani e la mobilità sostenibile, sempre più intermodale, in condivisione ed elettrica».

Torino

Per questi seri motivi ha preso il via (durerà fino al 3 marzo) la seconda edizione della Campagna Clean Cities che toccherà 17 capoluoghi italiani, da Milano a Torino, scendendo e risalendo tutta la penisola. Ad ogni tappa, iniziative di piazza, flash mob, presidi, attività di bike to school, e confronti con amministratori e stakeholders e i temi che l’associazione ambientalista porterà all’attenzione sono: il risanamento della qualità dell’aria, la mobilità sostenibile, trasporto pubblico elettrico, strade scolastiche, zone a zero emissione, adozione e l’implementazione dei PUMS e programmi di investimento.

Commentando il rapporto, il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha detto che «l’Italia deve uscire al più presto dalla logica dell’emergenza e delle scuse che hanno caratterizzato gli ultimi decenni fatti di piani, parole, promesse – spesso disattese – e scuse per non prendere decisioni, anche impopolari, per cambiare faccia alle nostre città e abitudini alle persone. L’inquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature con misure integrate messe in campo dal Governo nazionale, da quelli regionali e comunali.

Nell’ambiente urbano i due settori che incidono maggiormente sono la mobilità e il riscaldamento domestico. Risulta pertanto indispensabile che, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione ripensando anche gli spazi urbani e da questo punto di vista saranno importantissimi le risorse del PNRR. Sarà inoltre rilevante puntare anche sull’efficientamento energetico e bloccare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030».

Il responsabile scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo, ha spiegato che «il problema dell’inquinamento atmosferico – non è un problema esclusivamente ambientale ma anche, e soprattutto, sanitario. In questo report di Mal’aria 2022 si sono voluti confrontare i valori medi annuali dei tre principali inquinanti atmosferici con quelli suggeriti dall’Oms. La revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che si appresta ad essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi in funzione dei nuovi limiti OMS. Nel giro di pochi anni, quindi, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di ulteriori procedure di infrazione per gli Stati membri inadempienti.

Cari amici, l’Italia ha, al momento, attive tre procedure di infrazione per tre inquinanti come il PM10, PM2,5 e il biossido di azoto (NO2). Gli agglomerati chiamati in causa sono diversi e sono maggiormente concentrati nel nord del Paese: le soluzioni possibili non sono più rinviabili. È tempo che tutti facciano la loro parte. Come rimarca in continuazione GreenReport.it, è necessario procedere velocemente, senza perdere ulteriore tempo! Legambiente ha lanciato la petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e sull’uso dello spazio pubblico e della strada.

Se son rose…fioriranno!

A domani.

Mario


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