Oristano
17 Marzo 2016
Cari amici,
a parole tutti i giorni
noi uomini predichiamo l’uguaglianza: in casa, nel lavoro e nella vita sociale.
Ma, nei fatti siamo sicuri che sia proprio così? Quanti di noi, quando si
ritrovano nella vita lavorativa una donna in posizione superiore ‘masticano
amaro’ pensando con cattiveria che è arrivata in quella posizione chissà in che
modo, escludendo in primis che sia solo frutto delle sue capacità? Quante
volte, anche in casa, ci troviamo in difficoltà ad ammettere che nostra moglie
ha avuto un’idea più brillante della nostra, geniale sia nella gestione
economica che in quella dei figli?
“Predicare
bene e razzolare male”, questo continua ad essere il
nostro obiettivo, realtà quotidiana avallata anche dai recenti fatti di Roma,
che hanno visto in primo piano due probabili “candidati sindaci” della nostra
capitale, duellare in chiave sessista. Inutile riempirsi la bocca di belle
parole se noi, quando una donna cerca di entrare in competizione, cerchiamo
subito di stroncare questa possibilità, anziché misurarci con lei ad armi pari;
sminuirne le sue capacità, sostenere, a torto, che sotto certi aspetti è un
essere inferiore, non è forse sintomo di paura della sua eventuale superiorità?
Non è teoria la mia: la pesante affermazione di Guido Bertolaso, fatta nei
confronti di Giorgia Meloni, ha esattamente questo sapore! I fatti lo
dimostrano chiaramente.
Ecco la “frase
incriminata”, pronunciata dall’ex capo della Protezione Civile, riportata anche
da “Fuori Onda” su La7, poche ore dopo il risultato del referendum effettuato a
Roma: “La Meloni deve fare la mamma, mi pare sia la cosa più bella che possa
capitare ad una donna; deve gestire questa pagina della sua vita e non vedo
perché qualcuno dovrebbe costringerla a fare una campagna elettorale feroce e,
mentre allatta, occuparsi di buche e sporcizia…”.
La risposta di Giorgia
Meloni non si è fatta attendere: “Io non voglio polemizzare, dico solamente
con garbo e orgoglio a Guido Bertolaso che sarò mamma comunque e spero di
essere un’ottima mamma, come lo sono tutte quelle donne che tra mille
difficoltà e spesso in condizioni molto più difficili della mia riescono a
conciliare impegni professionali e maternità. Lo dico soprattutto per rispetto a
loro”.
Cari amici, io non so
se, alla fine, le due candidature arriveranno in porto e gli elettori romani
saranno messi a scegliere tra gli altri candidati anche Bertolaso e la Meloni,
quello che è certo, ed è il problema di cui voglio parlare con Voi oggi, è che
il sessismo nel nostro Paese continua ad essere forte e così difficile da
sradicare! L’italico maschilismo, nonostante le belle parole, continua a fare
di tutto per negare alle donne quella parità concessa a parole ma non con i
fatti. Eppure gli esempi di donne capaci, madri di famiglia ma anche
socialmente, economicamente e politicamente impegnate, non mancano.
Al rigurgito di
sessismo di Roma si è aggiunto anche quello di Milano, dove la candidata del
Movimento 5 Stelle, Patrizia Bedori, è stata costretta a gettare la spugna, dopo
essere stata presa di mira sui social dove è stata definita una "casalinga
obesa". Ormai ogni scusa è buona per definire le donne casalinghe
e mamme, insomma incapaci di guidare la società. La Presidente della Camera,
Laura Boldrini, in relazione a questi fatti ha detto: "Basta misoginia e insulti
sessisti, nessuno decida al posto nostro".
Riferendosi alla frase
infelice di Bertolaso sulla Meloni ha detto: "Meloni deve fare la mamma?
Non sta a nessun altro decidere per lei. E poi la maternità non è certo un
ostacolo, casomai può dare una marcia in più". La Presidente della
Camera, passando poi al caso della grillina Patrizia Bedori, ha aggiunto, indignata:
"Misoginia
inaccettabile! Dobbiamo andare oltre la solidarietà, noi donne non dobbiamo
essere timide e chiedere rispetto per i nostri diritti e per la libertà di
scegliere".
Dando uno sguardo
statistico (dati al 2014) alla
situazione, ci rendiamo conto che, dal Quirinale ai Comuni, in Italia è 'rosa' solo
il 19,7% dei ruoli elettivi o di nomina; su 106 sindaci, solo 3 sono donne! Solo
l'attuale Governo ha riequilibrato un po’ le percentuali, ma i numeri crollano
quando si analizzano le “posizioni chiave” (key position): negli ultimi 45 anni:
da Nilde Iotti alla Mogherini, i ruoli chiave sono stati solo 23. Confrontando
la rappresentanza femminile in Parlamento, a livello mondiale, l'Italia si
colloca al 36° posto: al primo c’è il Rwanda. In Europa i primi ministri donna
sono quattro, in Svezia, pensate, gli uomini al governo sono in minoranza. Dal
macro al micro: in Sardegna, per fare un esempio (terra considerata patria del
matriarcato), nelle ultime elezioni regionali tra i 60 eletti nel nuovo Consiglio,
le donne elette sono state ben 4! Peggio è riuscita a fare soltanto la Calabria,
che ne conta 2 su 51.
Cari amici, voglio
chiudere questa mia riflessione con la lucida considerazione fatta da Emilia De Biasi sull'argomento (tratta
dal suo “L43.blog” del 15 Marzo): “…Caro
Bertolaso, sei la conferma dei maschi che non sanno camminare e mangiare la
cicca, come si dice a Milano. Eh sì, perché se le donne allevano i figli,
mettono in ordine la casa, provvedono alla nutrizione della famiglia, stirano
le camicie dell’amato bene e ne riattaccano i bottoni, portano i figli a
scuola, vanno a fare la spesa, e la sera, fresche come rose appassite sono lì,
belle pronte per l’eventuale congiunzione carnale, che si sa che l’omo è
cacciatore e conviene stare all’occhio… Se una donna fa tutto questo non può,
però, cambiare un pannolino al neonato e firmare una delibera!!! Non stupisce
dunque che il Bertolaso sia il candidato del Berlusconi, che di donne si sa se
ne intende…”. Non aggiungo commenti.
Il
tempo della vera parità tra uomini e donne…mi sembra ancora lontano….
A domani.
Mario
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