Oristano
29 Marzo 2016
Cari amici,
che la salute del mare
sia in pericolo lo sappiamo in tanti, così come sappiamo anche che essendo un
mezzo straordinariamente importante per la navigazione la sua contaminazione,
in particolare con gli idrocarburi, è non solo possibile ma diffusa, un fatto
di tutti i giorni. Gli studi per ripulire il mare dalle sostanze inquinanti sono
sempre esistiti, anzi, ogni giorno che passa, si tentano nuove strategie.
Ebbene, di recente è stato concepito, proprio in Sardegna, uno strumento
strategico per la depurazione delle acque marine dagli idrocarburi. È nato così
Geolana, un mini-depuratore frutto
della collaborazione della Edilana (azienda
sarda di Daniela Ducato che opera a Guspini e che si occupa della lavorazione della lana di
pecora sarda, utilizzata in particolare nell’edilizia) con l’Università di Cagliari. Di quest'azienda innovativa ho già avuto modo di parlare nel mio post dell'11 Dicembre 2013: per chi vuole ecco il link:
In quest’azienda è nato
dunque un nuovo tipo di depuratore: Geolana,
fatto di lana di pecora sarda, studiato per ridare la salute al mare. Questo
marchingegno è stato realizzato dalla Edilana insieme ai ricercatori dell’Università
di Cagliari (dipartimento di Ingegneria sanitaria e scienze tecnologiche e
biomediche, sezioni di microbiologia dell'Ateneo cagliaritano). L'innovazione è
stata presentata in anteprima mondiale nei giorni scorsi: il 22 Marzo al Molo
Ichnusa di Cagliari, in occasione della Giornata Internazionale dell'Acqua.
"Geolana - ha
spiegato Giampietro Tronci ingegnere ambientale responsabile di produzione
Geolana - è un geo tessile intelligente, le sue microcelle sono capaci di
catturare e trattenere gli idrocarburi petrolchimici. La sua ingegneria tessile
è studiata per essere habitat ideale di microorganismi utili che, in questo
contesto per loro ottimale, trovano il cibo di cui si nutrono: gli idrocarburi
derivati dal petrolio e i composti azotati deleteri per le nostre acque".
L’apparecchiatura messa
a punto funziona come un mini depuratore naturale: è in grado di assorbire gli
idrocarburi, assolvendo all'inquinamento marittimo delle acque nei porti,
porticcioli con annessi stabilimenti balneari, zone costiere, aree di pesca,
siti industriali. Un dato su tutti: con un chilo del prodotto si riesce ad
assorbire da 8 a 14 chili di idrocarburi e, dopo l’uso, può anche essere
riutilizzato. Elena Tamburini, microbiologa coordinatrice del progetto ha così
commentato: "I prodotti innovativi, tecnologia Edilana, sono stati realizzati
con 100% pura lana vergine di pecora sarda autoctona utilizzata come mezzo per
l'assorbimento e la biodegradazione di idrocarburi petroliferi. Il progetto è
stato realizzato nell'ambito di Innova.Re - Innovazione in Rete finanziata dal
Por Fesr 2007-2013".
Negli ultimi anni la
ricerca scientifica ha sviluppato nuovi metodi innovativi, anche decisamente
creativi, per depurare le acque dei mari. Pensiamo all’utilizzo delle bucce
degli agrumi per ripulire l’acqua dal mercurio, oppure al composto vegetale a
base di soia, che riesce a ripulire i mari dall’inquinamento. L’importanza di
questo nuovo depuratore è fuori dubbio: gli sversamenti di idrocarburi nei
nostri mari causano il 25% dell’inquinamento marittimo totale.
Gli innovativi depuratori della Geolana, è utile
chiarire, sono i primi al mondo a coniugare all’interno di un unico
prodotto due azioni contemporanee: assorbimento degli inquinanti e
biodegradazione degli stessi (senza additivi), mettendo in atto la duplice
azione di rimozione disinquinamento-risanamento dell’acqua. Inoltre, la grande
capacità di assorbimento (1 kg di Geolana, come detto, in base al peso
specifico del composto, assorbe da 8 a 14 kilogrammi di derivato di petrolio o
inquinante azotato) e il fatto che sia riutilizzabile fino a 5 volte, fanno di
questo strumento un depuratore dalla capacità davvero eccezionali.
Per comprenderne meglio
le sue qualità è utile sapere che Geolana
salvamare ha messo a frutto i precedenti studi della Edilana; un suo
predecessore, Geolana salvasuolo, un geotessile
sempre in pura lana di pecora nato nel 2010, era stato concepito per il miglioramento
dei terreni: ripristini, contenimenti, rigenerazione di terreni e bonifiche di
suoli degradati a cui restituire fertilità. I principi di funzionamento risultano abbastanza
simili: ‘Geolana salvamare’, a differenza
del prodotto destinato ai suoli, ha però le micro-cellule più piccole, capaci
di catturare e trattenere, sulle fibre e all’interno, gli inquinanti dispersi
in acqua.
Sono proprio le fibre
intelligenti di cui è composto che diventano culla ottimale per lo sviluppo dei microrganismi utili non patogeni,
già presenti in mare. Geolana immagazzina gli inquinanti e allo stesso tempo
offre casa sostenibile, con il
miglior confort abitativo, ai microrganismi denitrificanti e mangiatori di
petrolio, che…ringraziano! Nell’acqua lentamente ripulita, grazie al loro
costante lavoro, questi batteri, in perfetta armonia con la flora autoctona,
svolgono la loro azione nutrendosi con gusto degli idrocarburi petrolchimici e dei
composti azotati, rilasciando alla fine l’acqua pulita.
Che dire, cari amici,
le neglette pecore sarde, la cui lana sembrava costituisse solo un rifiuto
speciale, grazie all’intelligenza ed alla lungimiranza di alcuni imprenditori
come quelli della Edilana, hanno ritrovato il giusto valore. La Sardegna di
materie prime di grande valore ne ha certamente molte altre: è la nostra
capacità di utilizzarle nella giusta maniera, che spesso latita! Speriamo che i
nostri giovani, se sapremo supportarli, sappiano metterle a frutto.
A domani.
Mario
Geolana nel porto di Villasimius
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