Oristano
11 Marzo 2016,
Cari amici,
come ben sappiamo le
famiglie che rasentano la soglia della povertà sono sempre più numerose e,
stante i tempi che stiamo correndo, viene anche difficile per i Comuni sopperire
alle esigenze di quanti sono in difficoltà e non riescono, per esempio, a
pagare la loro quota di tasse (IMU, ICI, TASI, TARI, etc.). Queste difficoltà ora
sono state recepite dallo Stato che nel 2014 varò un’apposita legge che
prevedeva misure agevolative, riguardo alle modalità di partecipazione dei
membri della Comunità locale alla tutela e valorizzazione del suo territorio.
Questa legge (la n.164 del 2014) all'art.24 introdusse le "Misure di agevolazione
della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e
valorizzazione del territorio", prevedendo espressamente la
possibilità per i Comuni di deliberare riduzioni o esenzioni di tributi a
fronte di interventi lavorativi, da parte di cittadini singoli o associati, finalizzati
proprio alla riqualificazione del suo territorio.
Le prestazioni
lavorative che i cittadini, a richiesta, potrebbero effettuare riguardano la
pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze e strade, ovvero
interventi di decoro urbano, di recupero e riuso (sempre con finalità di
interesse generale) di aree e beni immobili inutilizzati, così come attività
amministrative semplici (fotocopie, archivio, catalogazione…) da svolgere presso
gli uffici comunali. In sintesi, questa possibilità prevista dalla legge è
definita semplicemente “Baratto
Amministrativo”.
Molto simile all’iniziativa
dei “lavori socialmente utili”, forma agevolativa che consente ai Comuni di
dare un piccolo aiuto e sostegno ai cittadini privi di lavoro, il Baratto
Amministrativo copre un’esigenza più specifica: non è destinato genericamente a
chi è privo di un lavoro, ma a chi per diverse ragioni non è in grado di pagare
le tasse comunali, in quanto temporaneamente carente di disponibilità
economica. In effetti si tratta di un vero e proprio baratto: lavoro in cambio di
pagamento di tributi, riservato a quei cittadini che si trovano in condizioni
di morosità incolpevole; essi in
questo modo hanno la possibilità di accedere
al baratto per poter estinguere così i debiti con l'Amministrazione,
prestando, in modo temporaneo, una delle attività lavorative prima indicate.
Questa forma di
pagamento in natura, inizialmente applicata da Comuni di piccole dimensioni (dalla
Sardegna alla Sicilia, dalla Toscana alla Lombardia, diversi gli Enti dove già
si sperimentava), dove i Comuni erano in grado di agire in un contesto di ‘conoscenza
personale’, sta ora contagiando anche i comuni più grossi: recentemente anche la
grande Milano è entrata in quest’ordine di idee. Si tratta, come ha spiegato il
vicesindaco e assessore al Bilancio Francesca Balzani, della prima iniziativa
riguardante un Comune molto grande; Palazzo Marino ha già identificato i primi
progetti da realizzare attraverso l’utilizzo del Baratto Amministrativo.
Il relativo Assessorato
ha in calendario tutta una serie di progetti: la pulizia e lo sgombero di
cantine, la tinteggiatura di locali e scale, la verniciature di recinzioni,
oltre ad un intervento straordinario di pulizia dei pavimenti in pietra nella
sede della Zona 4, la tinteggiatura di locali ed il rifacimento di servizi
igienici di diverse strutture comunali e così via. Per accedere a questo servizio gli
interessati debbono compilare un’apposita domanda, indicando anche l’ammontare
del debito maturato (normalmente si può accedere se la cifra è di almeno 1.500
euro), che verrà decurtato dalla prestazione effettuata (compensata con circa
10 euro l’ora).
L'attività assegnata al
richiedente a titolo di "baratto
amministrativo" deve essere svolta dal richiedente stesso e non può
essere conferita in parte o totalmente a terzi. Chi accetta l’incarico,
inoltre, opera a mero titolo di volontariato, anche se a compensazione del debito maturato nei confronti dell’Ente.
Prestazione, inoltre, che viene svolta in una logica compensativa e/o di
complementarietà e non di mera sostituzione di operatori pubblici o
convenzionati con l'Ente.
Una volta accettato ‘il
baratto’, la persona è tenuta a svolgere le mansioni assegnate con la diligenza
"del buon padre di famiglia" e a mantenere un comportamento corretto
e idoneo al buon svolgimento del lavoro. In particolare, deve comunicare
tempestivamente al Responsabile di Servizio o, ove nominato al Tutor, eventuali
modifiche di orario, assenze o impedimento a svolgere la propria mansione.
L’interessato presta la propria opera per un monte ore tale da coprire l'intera
esigenza del tributo dovuto. Il Comune è tenuto a fornire gli strumenti
necessari per lo svolgimento delle attività, ivi inclusa una copertura
assicurativa.
Che dire, cari amici,
in tempi di spending review come quelli che stiamo attraversando, credo sia
davvero una buona soluzione, utile per entrambe le parti: al Comune consente, anche
se “in natura” di recuperare il proprio credito (che altrimenti, magari sarebbe
andato perduto), al cittadino di far onore “dignitosamente” al proprio debito
nei confronti della sua Comunità.
A domani.
Mario
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