lunedì, settembre 23, 2024

L'UOMO E LE SUE PATOLOGIE: SCOPERTO UN NUOVO BIO-MATERIALE CHE RINNOVA LE CARTILAGINI USURATE, IN PARTICOLARE QUELLE DEL GINOCCHIO.


Oristano 23 settembre 2024

Cari amici,

La notizia non è mica di quelle di poco conto: nei laboratori della Northwestern University (ad Evanston, Illinois), una delle università private più famose e prestigiose degli Stati Uniti, è stato realizzato un nuovo biomateriale in grado di rinnovare le cartilagini usurate, in particolare capace di riparare la cartilagine del ginocchio. È una scoperta che potrebbe rivoluzionare il trattamento di patologie come l’osteoartrite, le lesioni del menisco e della cartilagine del ginocchio, oggi affidate unicamente alla chirurgia.

Gli esperti di medicina e chirurgia sanno bene che, quando la cartilagine si deteriora per il naturale processo di invecchiamento o per un trauma, questo tessuto non sempre riesce ad autoripararsi. Ebbene, oggi gli studi più recenti, stanno sviluppando nuove tecnologie per “riparare” questo particolare elemento che, spesso, porta ad invalidità. Un team di ricercatori della Northwestern University, per esempio, potrebbe essere vicino alla soluzione del problema: la realizzazione di un nuovo biomateriale che può riparare la cartilagine consumata!

Come spiega il professor SAMUEL I. STUPP, fondatore e direttore del Simpson Querrey Institute for BioNanotechnology, ricercatore della Northwestern University che ha guidato lo sviluppo del nuovo biomateriale, “Le cartilagini sono una componente critica delle nostre articolazioni. “Quando le cartilagini vengono danneggiate o si degradano a causa del tempo, gli effetti sulla salute generale e la mobilità delle persone possono essere molto gravi. E il problema è che negli adulti le cartilagini non hanno la capacità innata di rigenerarsi. La nostra nuova terapia può quindi indurre la riparazione in un tessuto che non guarisce naturalmente, e per questo pensiamo che aiuti a rispondere ad un importante bisogno terapeutico insoddisfatto”.

L’innovativo biomateriale realizzato nei laboratori della Northwestern University, capace di indurre la ricrescita delle cartilagini articolari danneggiate da incidenti e patologie degenerative come l’osteoartrite, è stato, per ora, sperimentato con successo sulle pecore, animali con articolazioni estremamente simili a quelle della nostra specie; se gli esperimenti, in futuro, confermeranno la loro efficacia anche sull’uomo, questo biomateriale potrebbe offrire una rivoluzionaria opzione terapeutica per patologie che fino ad oggi potevano essere trattate unicamente per via chirurgica.

Il bio materiale recentemente scoperto, è stato di recente descritto in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, e risulta realizzato dall’unione di due componenti: un peptide bioattivo capace di legarsi ad una proteina essenziale per la crescita ed il mantenimento delle cartilagini – chiamata TGFb-1, o  transforming growth factor beta-1 – e un tipo di acido ialuronico modificato chimicamente. Il risultato è un gel che può essere iniettato nelle articolazioni, e una volta al loro interno attira le cellule necessarie per rigenerare le cartilagini e fornire loro un sostrato perfetto per agire.

Come accennato prima, questo bio materiale è stato sperimentato su pecore che presentavano una degenerazione delle cartilagini articolari, e, in circa sei mesi, ha permesso agli animali di tornare a camminare senza dolore, promuovendo la formazione di nuovo tessuto cartilagineo in sostituzione di quello degradato. Ora inizieranno le prove anche nella nostra specie, e, in futuro, i ricercatori sperano che il materiale aiuterà a trattare le patologie invalidanti come l’osteoartrite, a migliorare l’efficacia degli interventi artroscopici per la risoluzione di lesioni al menisco e alla cartilagine del ginocchio, e, almeno in alcuni casi, potrebbe evitare completamente la necessità di ricorrere alle protesi del ginocchio.

Cari amici, personalmente credo che questo studio sia davvero un grande traguardo raggiunto: ovviamente, però, come accade in ogni studio scientifico, i risultati su un modello animale devono essere seguiti da ulteriori sperimentazioni e verifiche. In ogni caso, i ricercatori sono fiduciosi. Se il successo verrà, come tutti auspichiamo,  i problemi di mobilità delle persone, ne beneficeranno alla grande.

A domani.

Mario

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