martedì, settembre 03, 2024

ECCO UN PICCOLO ELENCO DELLE TASSE PIÙ FANTASIOSE, CARICATE SUL POPOLO DAI GOVERNANTI DI IERI E DI OGGI. LE STRANEZZE NON MANCANO!


Oristano 3 settembre 2024

Cari amici,

Nella storia dell'uomo i governanti della gran parte degli Stati del mondo hanno imposto al popolo di contribuire al bilancio dello Stato con le tasse più strane, alcune addirittura assurde, e – cosa che purtroppo è realtà - alcune sono in vigore ancora oggi! Non meravigli, dunque, quella introdotta in data recente (2023) a Venezia, che ha destato grande meraviglia e non poco scalpore: la tassa per poter visitare la laguna, con pagamento previa prenotazione! Nel corso della storia, infatti, ci sono state tasse decisamente più assurde: alcune delle quali, purtroppo, sono ancora in vigore. Ecco, faccio per Voi una piccola carrellata, partendo dalle tasse più antiche, ad iniziare da quelle in vigore nell’antico Egitto.

Nell’Egitto dei Faraoni, la produzione dell’olio da cucina era riservata alla corte del Faraone; per evitare frodi, era severamente  vietato riutilizzarlo: quindi bisognava sempre comprarne dell’altro! Nell’antica Roma, invece, un tassa era prevista sull’urina! Sapete perché? Questa era alquanto preziosa, quasi come un medicinale, in quanto veniva usata – tra le altre cose – per l’abbronzatura, la pulizia della lana e lo sbiancamento dei denti.

Arrivando all’epoca medioevale, in Francia già a metà del XIV secolo, il reame pensò di tassare il sale. Questa invisa gabella fu talmente mal digerita dal popolo che si dice che abbia contribuito a sobillare il popolo e a scatenare la Rivoluzione francese. Sempre in questo periodo, fu congegnata una tassa per gli scapoli: chi aveva più di 38 anni e non era sposato doveva pagare! La tassa fu ‘ripresa’ anche nel 1695 dal Parlamento inglese, con la soglia addirittura abbassata a 25 anni! Successivamente l'Unione Sovietica andò addirittura oltre: dal 1941 al 1990, non solo il governo tassava gli scapoli e le persone single in generale, ma tassava anche le piccole famiglie. La tassa sui celibi, non dimentichiamolo, fu usata anche nel Regno d’Italia.

Passando alla Russia, alla fine del 17° secolo, Pietro il Grande, zar di tutte le Russie, introdusse la tassa sulla barba: voleva che ci si radesse, come in Occidente. In caso di controllo della polizia, il mancato pagamento poteva portare alla prigione. Negli stessi anni, in Inghilterra, fu introdotta la tassa sul sapone, trasformando così il detergente in un bene di lusso! Pensate che rimase in vigore per 141 anni, fino al 1853. Sempre in Inghilterra, fece la sua comparsa un’altra strana tassa: ‘la tassa del codardo’: era riservata a quei cavalieri inglesi che si rifiutavano di combattere!

Nel 1798 il governo della Repubblica Ligure, per risanare il dissesto finanziario nel quale si trovava, decise di introdurre una tassa (messa a punto in precedenza da Guglielmo III d’Inghilterra) che andava a colpire proprio le finestre. La tassa gravava su chi possedeva più di 5 finestre, ovviamente più finestre si possedevano, più la tassa era maggiore! I genovesi per evitare di dover pagare questa tassa decisero quindi di murare le finestre e dipingerle, ecco perché passeggiando tra i vicoli della Liguria, è molto frequente notare le numerose finestre dipinte. Fu questa tassa a dare il nome di “imposte” alle persiane.

Continuando la ricerca, scopriamo che le furbizie inglesi arrivarono anche a tassare gli orologi: con il Duties on Clocks and Watches Act del 1797 veniva richiesto il pagamento di una tassa sul possesso di tali articoli, erano i rivenditori a dover pagare una quota annuale. La tassa ebbe un impatto così negativo che fu abrogata nel 1798. Anche i produttori di candele britannici furono tenuti a pagare una nuova tassa nel 1709. Inoltre, la legge proibiva ai cittadini normali di produrle in casa. La tassa fu abrogata nel 1831.

Sempre gli inglesi nel 1710 misero una tassa sulle carte da gioco, e, nel 1712, istituirono una tassa sulla carta da parati stampata, a fantasia o dipinta. Il modo per aggirarla fu trovato appendendo una semplice carta da parati, e facendola poi stampare a mano. La tassa fu abolita nel 1836. L’estro inglese arrivò anche nelle colonie. I coloni americani britannici vissero lo Stamp Act del 1765 che tassava cose come dadi, carte da gioco e giornali. Il disegno di legge innescò enormi proteste e alla fine fu abrogato l'anno successivo. Nel 1935, l'Alabama introdusse una tassa del 10% sui mazzi di carte da gioco. La tassa cadde solo 2015.

Cari amici, il fisco sulla tassazione dei cittadini ha sempre avuto una fantasia senza limiti! Potrei elencarvi tante altre tasse, ma per oggi basta, Alcune, alquanto strane, sono vigenti ancora in Italia, ma su queste particolari, che sono rimaste in vigore, vorrei fare successivamente un apposito post.

A domani.

Mario

 

 

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