domenica, settembre 15, 2024

L'ONDA TRAVOLGENTE DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE IPOTECA IL NOSTRO FUTURO: COSA CI STA PER RISERVARE? QUALI I COSTI DIRETTI E INDIRETTI? LA DIFFICILE RISPOSTA…


Oristano 15 settembre 2024

Cari amici,

Inutile ignorarlo: l’INTELLIGENZA ARTIFICIALE avanza come un panzer, considerato che è diventata una delle tecnologie più avanzate (…e discusse) degli ultimi anni. Con le sue enormi capacità di elaborazione, nettamente più veloci di quelle umane, l'A.I. sta rivoluzionando in modo incredibile il mondo, in particolare quello del lavoro. Ciò, però, non è privo di preoccupazioni. In primis la più importante è quella dei costi e dei fattori che li influenzano, rapportandoli e bilanciandoli con i benefici. Partiamo dalle origini.

Per creare e introdurre in un’azienda l’intelligenza artificiale è necessario seguire un processo complesso e costoso che richiede l'utilizzo di tecnologie avanzate come il machine learning e il deep learning. Il procedimento è lungo e laborioso e prevede:  la raccolta di grandi quantità di dati, la loro classificazione per renderli utilizzabili, dall'algoritmo di apprendimento alla progettazione e allo sviluppo del modello di machine learning che verrà poi addestrato sui dati raccolti e classificati, fino all’addestramento e gestione del modello utilizzato, l’implementazione ed esposizione del modello con le sue funzionalità per poterlo utilizzare; infine l’implementazione della connessione con i nuovi programmi o con i programmi già esistenti.

A seguire, dopo la predisposizione prima evidenziata, c’è da mettere mano ai costi da mettere a budget. Essi sono: avere un Hardware di altissimo livello in quanto le operazioni da fare sfruttano calcolo parallelo e sono moltissime, dotarsi poi di Data Analyst per tutto ciò che riguarda i dati, assumere un Esperto di Machine Learning per la realizzazione del modello, dotarsi di Software house per l'implementazione delle interfacce utente e l'integrazione con gli altri software. Analizzando i costi totali da mettere a budget ci si rende conto che non sono bazzecole! Basti pensare che OpenAI ha speso milioni di dollari per rendere operativo il suo modello più famoso: GPT-4.

Amici, i costi prima indicati sono riferiti a quelli di produzione aziendale, ma abbiamo anche pensato a quelli, ben più importanti, relativi all’IMPATTO AMBIENTALE”, che l’uso massiccio dell’A.I. riesce a creare, tra l’energia necessaria per il funzionamento e l’aumento della CO2 che ne deriverebbe? Già oggi nelle Server-Farm sono presenti migliaia e migliaia di computer, attivi 24 ore su 24, che consumano una montagna di energia e rilasciano tanta CO2! In realtà, non è facile rendersi conto che noi utilizzatori, ogni volta che ci avvaliamo dell’Intelligenza Artificiale, le nostre richieste vengono inoltrate a server remoti, che le elaborano per fornirci risultati sempre più precisi e mirati.

Questo aumentato consumo di energia, necessaria per il funzionamento di queste Server-Farm, dotate di un’immensità di computer attivi 24 ore su 24, stanno diventando un vero e proprio dramma per l’ambiente; come coniugare, dunque, il necessario sviluppo tecnologico con la sostenibilità ambientale? Difficile dirlo! Secondo la Vrije Universiteit di Amsterdam, entro il 2027 i datacenter che ospitano server per l’IA potrebbero consumare dagli 85 ai 134 terawattora di energia all’anno, pari al fabbisogno energetico dell’intera Argentina. E non è tutto, poiché secondo l’Università di Washington, non solo una richiesta all’AI richiede 5 volte più energia di una normale ricerca sul Web, ma i colossi di questo settore – come, ad esempio, ChatGPT – possono arrivare a consumare anche 1 gigawattora al giorno. L’equivalente di una cittadina medio-grande della provincia italiana!

Sono, indubbiamente numeri allarmanti, considerato che gli studi in corso prevedono che entro il 2050, la richiesta energetica dell’Intelligenza Artificiale potrebbe essere 1.000 volte superiore a quella attuale, e pertanto non è ben chiaro come si riuscirà a sostenerla! La cosa ancora più preoccupante è che per ora si fa ancora massicciamente ricorso ai combustibili fossili, anziché alle fonte rinnovabili! Questo si traduce in un aumento sensibile delle emissioni di CO2, così come confermato dalle stime elaborate dall’Università del Massachusetts; nel 2019, secondo alcune stime, ChatGPT generava 8.4 tonnellate di CO2 ogni anno.

Cari amici, il problema è serio, e non certo di poco conto! Cosa fare, dunque, per ridurre l’inevitabile impatto dell’IA sull’ambiente? Considerato che è impossibile rinunciare all’Intelligenza Artificiale per salvaguardare l’ambiente, la risposta non è facile! Rispondere non è davvero semplice, perché già oggi l’IA è integrata nei dispositivi e nei servizi che usiamo tutti i giorni; forse un ricorso consapevole all’IA, da parte del singolo utente, potrebbe fare la differenza. Se è pur vero che l’Intelligenza Artificiale migliora la nostra quotidianità, essa, però, rischia di ipotecare il futuro ambientale del Pianeta. Ecco perché ciascuno di noi dovrebbe fare la sua parte!

A domani.

Mario

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