mercoledì, settembre 18, 2024

VEDERE IL DESERTO DI ATACAMA IMPROVVISAMENTE FIORITO, IN REALTA' NON È PROPRIO UNA BELLA NOTIZIA! VEDIAMO PERCHÈ...


Oristano 18 settembre 2024

Cari amici,

Nella regione a nord del Cile, vi è un immensa zona desertica, meglio nota come “DESERTO DI ATACAMA”; è un luogo noto per essere una delle zone più aride del mondo. La sua particolare posizione, tra le montagne delle Ande e le montagne litoranee,  ne fa una zona virtualmente sterile, perché protetta dall’umidità, da entrambi i lati.  Ebbene, alla fine dell’inverno scorso, il Deserto di Atacama ha offerto uno spettacolo a dir poco impressionante, con la sua straordinaria fioritura in pieno inverno. Un evento particolarmente affascinante, ma che agli scienziati ha creato una forte preoccupazione, in quanto rappresenta un chiaro, pericoloso segnale del cambiamento climatico in atto.

Lo scorso marzo questa arida zona desertica è stata interessata da violentissimi temporali: in appena 12 ore sono infatti caduti l’equivalente di 7 anni di pioggia. Insomma, una delle peggiori alluvioni degli ultimi 80 anni, che ha fatto anche delle vittime, con numerosi dispersi e interi villaggi sommersi da colate di fango. Come particolare conseguenza, il deserto di Atacama si è trasformato in una straordinaria distesa di fiori (soprattutto fiori di malva), diventando un «paese delle meraviglie», con un’esplosione di colori quasi psichedelici.

Il fenomeno è stato messo in evidenza in tutto il mondo dagli scatti realizzati dal fotografo dell’agenzia Efe, Mario Ruiz. Daniel Diaz, direttore del Servizio Nazionale del Turismo ad Atacama si è così espresso: «L’intensità della fioritura di quest’anno non ha precedenti», attribuendo lo straordinario fenomeno ai cambiamenti climatici; le popolazioni residenti nei dintorni del deserto dal canto loro sono soddisfatte per l’impulso turistico che l’evento ha portato all’intera regione, in quanto il fenomeno ha catalizzato turisti a migliaia: ne sono arrivati più di 20.000, vogliosi di ammirare il deserto in fiore!

Atacama, amici, è il deserto più noto al mondo, e, seppure alquanto arido, quest’anno ha visto emergere un’immensità di fiori durante un periodo alquanto insolito; una trasformazione, però, che evidenzia le preoccupanti alterazioni climatiche in corso. Si, seppure il fenomeno della fioritura invernale sia avvenuto altre volte (una fioritura significativa fu quella del 2015), non è però mai stata come quella attuale. Atacama, tradizionalmente, fiorisce fra settembre e novembre, mentre quest’anno la fioritura, invece, è avvenuta molto prima.

Autore (tragico) di questo fenomeno pare sia proprio El Niño, che ha massicciamente contribuito a questo fenomeno climatico. Fenomeno che ha preoccupato non poco gli scienziati, che hanno considerato una pessima notizia il verificarsi della anticipata fioritura, un fenomeno che sconvolge sempre più l’ecosistema mondiale. El Niño ha innescato un fenomeno che ha provocato un riscaldamento anormale delle acque del Pacifico equatoriale, alterando i modelli di circolazione atmosferica, portando a piogge abbondanti in alcune regioni e a siccità in altre. El Niño ha avuto un ruolo fondamentale nell’aumento delle precipitazioni proprio ad Atacama, con 11/12 millimetri di pioggia scesi ad aprile. Ad esprimere la propria opinione al riguardo è il responsabile della conservazione della biodiversità presso la Corporazione Nazionale Forestale, César Pizarro.

Il dottor César Pizarro ha così commentato: “Gli 11-12 millimetri di pioggia caduti ad aprile, insieme a una bassa nuvolosità, molto intensa nell’area, che bagna la superficie ogni notte, hanno favorito il risveglio di queste piante”. Ha anche spiegato che l'inusuale pioggia di aprile, insieme alla bassa nuvolosità, sono fattori che hanno contribuito allo straordinario fenomeno della fioritura che, nonostante sia stata spettacolare, non ha seguito i tempi tipici del fenomeno.

Cari amici, la preoccupazione per i cambiamenti climatici in atto è grande in tutto il mondo. Quanto ad Atacama, il governo cileno ha istituito un parco nazionale per proteggere i suoi 570 km² soggetti a fioritura. Tale parco, il sesto nell’area settentrionale del Cile, vuole preservare questo fenomeno naturale unico. La speranza è che queste variazioni climatiche in corso non snaturino un processo eco-evolutivo molto complesso, che ancora è da comprendere pienamente, proprio come ha sottolineato uno studio recentemente pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution. La speranza è che l’uomo riesca a fermare questo pericoloso, terribile riscaldamento globale!

A domani.

Mario

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