Oristano 9 marzo 2024
Cari amici,
La vita ci pone, ad ogni
piè sospinto, di fronte a decisioni da prendere; Personalmente sono convinto che prendere decisioni non è mai facile, per cui ansia e tormento ci mettono di fronte alle scelte da fare. «Essere, o non essere, questo è il dilemma», è la
celebre frase dell'Amleto di William Shakespeare, pronunciata dal principe
Amleto all'inizio del soliloquio nella prima scena del terzo atto della
tragedia. Insomma, per tanti, oggi come ieri, risulta difficile prendere decisioni. Ci
sono, poi, quelli definiti particolarmente “indecisi”, che, di fronte alla
scelta da prendere, restano come paralizzati, e questo li porta anche a perdere delle occasioni favorevoli. L’indecisione, però, non può e non deve essere
considerata tout court una debolezza, perché, a ben guardare, essa, nella gran parte dei casi, è un segno
d’intelligenza.
Si, amici, l’indecisione
ragionata è sicuramente un segno di intelligenza. Prendere senza fretta le
decisioni, valutando tutte le possibilità e tutti i rischi, è positivo, come
dimostra una ricerca pubblicata sulla rivista Personality and Individual
Differences. I ricercatori dell’Università di Dresda, in Germania, hanno
coinvolto nell’esperimento 1.300 persone, presentando loro degli scenari
ipotetici del mondo reale. Quelli che impiegavano più tempo a prendere una
decisione erano meno inclini a fare scelte esclusivamente sulla base delle
proprie convinzioni. Gli indecisi non cedevano al “pregiudizio di conferma”.
I dubbiosi erano anche meno propensi a saltare subito alle conclusioni,
esaminando la totalità delle prove prima di esprimere un giudizio.
Come possiamo leggere in rete sull'interessantissimo "AITANBLOG" (Ecco il link per accedervi: https://aitanblog.wordpress.com/2020/12/03/la-sicumera-degli-imbecilli/ ), è chiaramente dimostrato che “La tendenza a temporeggiare” è saggia e intelligente, in quanto di
fronte a una scelta da prendere, fermarsi a riflettere evita il luogo comune di assecondare le
previsioni positive scartando quelle negative, arrivando poi, con l’analisi
approfondita, ad una decisione maggiormente ponderata. Il grande Bertrand Russel scriveva: “Una
delle peggiori cose dei nostri tempi è che coloro che si sentono sicuri di sé
sono stupidi e quelli che sono dotati di immaginazione e comprensione sono
pieni di dubbi e incertezze.”
Sulla scia delle
convinzioni di Bertrand Russel, Emil Cioran (filosofo, saggista e aforista
rumeno, tra i più influenti del XX secolo), aggiunse ulteriori dubbi ai
dubbi, sostenendo che “soltanto chi non ha approfondito nulla può avere
delle convinzioni”; mentre Borges, dal canto di una delle sue labirintiche
biblioteche, lasciò scritto che “la duda [il dubbio] es uno de los nombres de
la inteligencia”. Insomma la realtà è che il dubbio alberga nella mente degli
intelligenti, che arrivano a dubitare di tutto, anche delle loro stesse
capacità cognitive!
In realtà la verità è che
le persone che non hanno dubbi fanno
tremendamente paura! Ed è per questo che siamo arrivati al
punto che gli intelligenti vivono dilaniati dai dubbi, mentre gli stolti,
sovrastimandosi, si riconoscono un’intelligenza che non hanno e si muovono nel
mondo con una tale sicurezza di sé che finiscono per convincere anche gli altri
(stolti) di possedere competenze e capacità di cui sono del tutto o molto sprovvisti!
Oggi, amici, anche la
psicologia moderna contribuisce a dare man forte a questi concetti, nella
misura in cui categorizza tanto gli asini presuntuosi quanto gli intelligenti
autocritici; lo fa operando nell’ambito della distorsione cognitiva conosciuta
come “Effetto Dunning-Kruger”, dal nome dei due studiosi che hanno
misurato sperimentalmente la propensione degli incompetenti a sopravvalutarsi
e, di conseguenza, a comportarsi in modo supponente, assertivo e decisionista.
Insomma, Dunning e Kruger
hanno dimostrato una cosa che era nota almeno da un paio di millenni, arrivando
alla conclusione che il mondo è pieno di una massa di ignoranti, come possiamo anche rilevare dall'Apologia di Socrate, scritta dal giovane Platone, “chi s’illude di sapere, ignora perfino la sua stessa
ignoranza”, laddove, è risaputo, che il saggio “sa di non sapere” e si
fa sopraffare dai dubbi e dalle incertezze. Anche perché, come precisava
Voltaire, “bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quello
che ci viene chiesto.” (“Le philosophe ignorant”, 1776).
Cari amici, pensiamoci bene: essere lucidamente indecisi, significa essere veramente responsabili, in quanto certe decisioni
prese alla leggera a volte producono danni irreparabili.
A domani.
Mario
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