Oristano 1° marzo 2024
Cari amici,
Inizio i post di marzo con una riflessione sul "GOVERNO DELLE COMUNITA'", ovvero sulla gestione delle Comunità, fin dagli albori amministrate da un gruppo di potere. L’esercizio del potere, ovvero
la gestione da parte del “Capo Tribù” e della sua corte, nella Comunità di appartenenza, richiedeva,
fin dai tempi più remoti, delle capacità importanti, tali da consentire sia di governare in pace i propri amministrati (una volta chiamati sudditi), ma in special modo per la conservazione del potere. Col passare
del tempo, con l’evoluzione e l’aumento della cultura anche nelle masse dei
lavoratori (una volta in gran parte analfabeti), il dissenso sulle politiche
applicate dal sovrano aumentò sempre di più, creando contestazioni e lotte da parte
del popolo che portarono poi alla mitigazione del potere.
Ebbene, una volta arrivati alla "Democrazia", per poter meglio controllare le masse, le “Élite al potere” hanno iniziato una particolare forma di controllo dei propri amministrati, ricorrendo alla “manipolazione del loro pensiero”, rendendolo cioè il più favorevole
possibile alle politiche da loro applicate. Insomma, in poche parole, era un manipolare la loro volontà, ovvero fare loro “Il lavaggio del cervello”,
rendendolo succube e accondiscendente. Questa
manipolazione col passare del tempo si è sempre più affinata, con l’utilizzo di tecniche sempre di
più innovative.
Ma quali sono i sistemi usati,
da parte dell’autorità, per questo “Lavaggio-manipolazione” del cervello? Al giorno d’oggi le strategie della
manipolazione utilizzano in modo massiccio "i media”, capaci di bombardare
costantemente le masse, rendendole sensibili al messaggio dell’autorità, che viene più
volte ripetuto senza sosta. Uno dei grandi studiosi del problema, il grande studioso Noam
Chomsky, linguista, scienziato, filosofo e teorico della comunicazione
statunitense, autore di numerosi saggi politici, nei numerosi libri che ha
scritto ha anche evidenziato “Le 10 strategie usate dalla manipolazione mediatica”.
Un decalogo che fa davvero riflettere. Eccolo riepilogato.
1-La strategia della
distrazione. È questo il primo elemento del controllo sociale. Esso
consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai
cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica
del diluvio di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. Questo
bombardamento impedisce al popolo di focalizzare l’attenzione sulla conoscenze dei
problemi reali. Lo scopo è dunque: “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata
dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza”.
2-Creare problemi e
poi offrire le soluzioni. Questo secondo metodo è anche chiamato “problema-
reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per
causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo
il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare
che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati
sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico a richiedere le leggi sulla
sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi
economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei
diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3-La strategia della
gradualità. Serve a far accettare una misura inaccettabile: basta
applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. È in questo modo
che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono
imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni,
precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano
più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una
rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta!
4-La strategia del
differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è
quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione
pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. È più facile accettare un
sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Primo, perché lo sforzo non è
quello impiegato immediatamente, Secondo, perché il pubblico, la massa, ha
sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che
il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al
pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo rassegnato
quando arriverà il momento.
5-Rivolgersi al
pubblico come ai bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al gran
pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente
infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una
creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di
ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se
qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in
base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta
o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12
anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6-Usare l’aspetto
emotivo molto più della riflessione. Sfruttate l’emozione è una tecnica
classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il
senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di
aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee,
desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati comportamenti….
7-Mantenere il
pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Far sì che il pubblico sia
incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e
la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali
inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la
distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi
superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori”.
8-Stimolare il
pubblico ad essere compiacente con la mediocrità. Spingere il pubblico a
ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti… 9-Rafforzare
l’auto-colpevolezza. Far credere all’individuo che è soltanto lui il
colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza,
delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il
sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua
volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua
azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10-Conoscere gli
individui meglio di quanto loro stessi si conoscano. Negli ultimi 50 anni,
i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le
conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema”
ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma
fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo
comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior
parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere
sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé
stesso.
Cari amici, credo che
alla lucida riflessione di Noam Chomsky, ci sia poco da aggiungere…
A domani.
Mario
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