Oristano 3 marzo 2024
Cari amici,
In quest’anno 2024 (bisestile,
non dimentichiamolo) due giorni fa, il 1° di marzo, è caduto l’ultima pietra del castello
su cui si reggeva il reddito di cittadinanza: la soppressione dell’ANPAL,
l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Questa sovrastruttura,
che aveva fagocitato i compiti del Ministero del lavoro, fu creata dal Governo
gialloverde, con l’allora Vicepremier Luigi Di Maio, ed avrebbe dovuto “Accompagnare
al lavoro” i percettori del Reddito di cittadinanza ovviamente dichiarati “abili”
alle prestazioni lavorative.
Il funzionamento dell’ANPAL era garantito in buona parte da
quella nuova figura di “collocatori” chiamati “NAVIGATOR”, che, però, ebbero poco successo, riuscendo a far entrare nel mondo del lavoro una modestissima percentuale dei richiedenti il reddito! Un vero e proprio
FLOP, un fallimento, perché la realtà ha dimostrato che in tanti hanno preferito
continuare a percepire il reddito di cittadinanza, anziché accettare un
possibile posto di lavoro. Ora, dopo la chiusura dell’ANPAL, il compito di riprendere
a seguire le politiche attive del lavoro torna al Ministero del lavoro,
attualmente guidato, come detto, da Marina Calderone.
In realtà la chiusura
dell’ANPAL costituisce praticamente l’ultimo atto di chiusura del RDC, in quanto era stata
preceduta dalle altre soppressioni collegate: la fine dei contratti di
collaborazione, stipulati nell’estate del 2019 da ANPAL SERVIZI con i
NAVIGATOR, i 2.980 giovani assunti per affiancare gli operatori dei centri per
l’impiego per l’assistenza ai percettori del Reddito di cittadinanza.
L’introduzione di queste figure “ibride” era stata da subito oggetto di polemiche con
le Regioni, e, dopo una serie di proroghe, alla fine del 2022, i Navigator furono
“licenziati” dal Governo Meloni .
Unitamente all’ANPAL ha
subito la stessa sorte (sempre con decorrenza 1° marzo) L’ANPAL SERVIZI, suo concreto
braccio operativo. Questa struttura ora trasformata, si chiama “Sviluppo Lavoro
Italia” (nata col decreto n.230 del 2023 sulla
riorganizzazione del Ministero del Lavoro), ed è un soggetto in house
dell’importante Dicastero del Lavoro. Amici, che l’erogazione del “Reddito di
cittadinanza”, costato allo Stato molti miliardi di euro. fosse una misura di
sostegno da riformare era nell’aria da un pezzo, fin dall’insediamento del
Governo Meloni.
Amici, come sappiamo il “Reddito
di cittadinanza” è stato sostituito dal Governo Meloni con “L’Assegno di inclusione
(ADI), che potenzialmente dovrebbe garantire a poco meno di 800mila
famiglie indigenti, con ridotta capacità lavorativa, un sostegno economico,
avviando, invece, a corsi di riqualificazione i precedenti percettori del
reddito di cittadinanza capaci di svolgere attività lavorativa. Ebbene, per quanto
riguarda i “Navigator” ai quali non è stato rinnovato il contratto, questi che fine
hanno fatto?
Molti dei giovani selezionati
come Navigator sono stati assunti dalla Pubblica Amministrazione vincendo
concorsi pubblici, oppure da aziende private. I navigator, infatti, erano giovani
preparati, tutti laureati (con un voto medio di 107, come confermano i dati
dell’ANPAL), considerati quindi "risorse lavorative preziose" per la Pubblica Amministrazione
e anche per le aziende private che si occupano dell’orientamento lavorativo.
Una parte significativa dei Navigator, per esempio, ha partecipato ai concorsi
organizzati dall’INPS, mentre un’altra parte è stata assunta da Enti locali, Ministeri
e Agenzie statali come l’agenzia per la coesione territoriale o l’ufficio del
processo, cioè l’Amministrazione dei tribunali italiani.
Riepilogando, dal 1°
gennaio di quest’anno, dunque, non esiste più il Reddito di cittadinanza, sostituito
da due strumenti: l'Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il
lavoro. "Sono misure diverse dal Reddito di cittadinanza, in quanto
individuano due percorsi diversi: l'uno ha come obiettivo la formazione e la
riqualificazione lavorativa, in un'ottica di accompagnamento al lavoro, l'altro
pone un'attenzione specifica alle fragilità", come ha spiegato la Ministra
del Lavoro, Marina Calderone.
Cari amici, facendo i
necessari confronti tra il vecchio RDC e il nuovo ADI c’è da dire che per
lo Stato la spesa cambierà di poco: il RDC costava circa 8 miliardi di euro l’anno,
mentre nel 2024 la somma di Assegno di inclusione e Supporto per la formazione
sarà di 7,1 miliardi, quindi poco meno. Cambiano, però, le modalità di approccio
al lavoro: chi può deve necessariamente lavorare, non incrementare il lavoro
nero, già di per sé alquanto corposo.
A domani.
Mario
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