Oristano 31 marzo 2024
Cari amici,
Oggi il popolo cristiano celebra in tutto il mondo i RITI DELLA PASQUA, il ricordo della passione e morte di Gesù Cristo, redentore dell'umanità. Tante le religioni nel mondo, ma 3 di queste, quella ebraica, quella cristiana e quella musulmana, pregano lo stesso Dio, seppure in modi alquanto diversi e litigiosi. La lotta fra queste tre religioni è sempre esistita, ma quella cristiana e quella musulmana, come ben sappiamo, in modo molto più forte e particolare. Già prima
dell’anno Mille, gli arabi di fede musulmana avevano iniziato ad invadere l’Europa,
cercando di conquistare anche religiosamente questo territorio con salde radici
cristiane. Si insediarono nei Paesi che si affacciano nel Mediterranea, a
partire dalla Spagna. La reazione europea ci fu, e, a partire dal 1099, data
della “Prima Crociata”, tante furono le battaglie combattute a Gerusalemme e in
Palestina da una moltitudine di cavalieri cristiani, che cercavano di liberare
Gerusalemme, città simbolo dei luoghi santi.
Questa lotta in realtà non è mai terminata, e Gerusalemme era ieri e lo è anche oggi, l’epicentro della lotta fra queste 3 religioni, che anche oggi, ne terzo millennio, continua senza sosta. Nel mio libro (sintesi della mia seconda laurea) “DALLE
CROCIATE AGLI ODIERNI FONDAMENTALISMI, passa da Gerusalemme la via della
pace?”, ho voluto ripercorrere la storia di questo conflitto religioso che,
nonostante il passare del tempo, continua oggi come ieri. Seppure Ebrei,
Musulmani e Cristiani venerino un unico Dio, il sentimento di fede risulta alquanto
diverso, e, in particolare da parte dei fedeli di fede Musulmana, più forte ed esclusivo, tanto che non solo non hanno mai dimostrato di voler amalgamare il loro antico credo con quello degli altri, ma nemmeno il voler convivere pacificamente con le altre due religioni che si rivolgono e pregano lo stesso loro Dio.
Si, cari lettori, la ipotizzata islamizzazione dell'Europa cristiana, iniziata prima dell'anno Mille, continua ancora oggi senza arrestarsi, crescendo ogni giorno che passa, sia nel Nord Europa che nei
Paesi che si affacciano nel Mediterraneo. L'obiettivo dei fedeli di fede musulmana, una volta insediatisi nel
nuovo Paese, non è quello di adeguarsi agli usi e costumi in essere, rispettandoli, e, seppure non condividendoli, continuare a vivere pacificamente vivendo e “applicando il loro Credo”; invece, essi pretendono di estendere il loro credo, imponendo agli altri i propri rituali civili e religiosi, col segreto scopo di eliminare le pre-esistenti "radici cristiane" storicamente
radicate nei Paesi che li ospitano.
Questa “pretesa di
rispetto delle loro pratiche”, ampiamente da loro sollecitata con la giustificazione
della necessaria “Integrazione”, ha portato, proprio in data recente, a far
chiudere una scuola in occasione della fine del “RAMADAN”, la loro festa religiosa, celebrata praticamente quasi in concomitanza con i riti cristiani della
Pasqua. Questa curiosa “chiusura” scolastica è avvenuta a Pioltello, un comune
dell'hinterland milanese di 36 mila abitanti.
In questa scuola, il
Preside dell’Istituto Comprensivo statale Iqbal Masih ha deciso di chiudere la
scuola in occasione del Ramadan, elevando in questo modo la festa islamica a
precetto religioso universale. La cosa ha destato grande preoccupazione, e le
contestazioni non sono mancate. C’è solo da immaginare cosa sarebbe successo
se in un Paese Islamico si fosse chiusa una scuola per il rispetto ad una
celebrazione cristiana come la Pasqua!
La giustificazione data
dal Dirigente scolastico è che la decisione è stata presa per “rispettare i
sentimenti di inclusione” fra ragazzi di religioni diverse. Personalmente la
ritengo una valutazione poco approfondita, pensando a quanto è già successo
quando dalle scuole si cercò di eliminare i nostri simboli, come il crocifisso
dalle aule, oppure la cancellazione della benedizione cristiana delle scuole o la
presenza del Presepe.
Amici, da che mondo è mondo, è
sempre successo che chi arriva da un altro Paese, si adegua alle norme, usi,
costumi e tradizioni del Paese che lo ospita, e non il contrario. Ogni giorno che passa,
vediamo la nostra casa trasformarsi in qualcosa che non è più “casa nostra”. La
vediamo sgombrata dai crocefissi e dai segni della nostra millenaria appartenenza culturale; riscriviamo il calendario cancellando le nostre tappe storiche, sostituite con
quelle portate dalla cultura dello straniero. È un cambiamento epocale, una
silenziosa rivoluzione, un cambio di calendario, di vita socio-culturale
e religiosa che, fagocitando la precedente, inizia a tagliare tristemente le nostre
radici.
Ho anche letto che il Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, è intervenuto in merito alla vicenda della chiusura della scuola di
Pioltello per la fine del Ramadan. Pur rispondendo al Dirigente scolastico che
gli aveva scritto per giustificare il provvedimento, di apprezzare il lavoro
svolto dai docenti “al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo”,
credo che, seppure in modo velato, Mattarella abbia voluto far capire che certe decisioni vanno
attentamente soppesate, prima di essere prese.
Amici, la realtà è che in Europa l’Islam avanza come un panzer. In Francia oggi i musulmani sono cinque milioni e mezzo e tra vent’anni si prevede che saranno il doppio. Già oggi superano nel numero i cattolici francesi che vanno a messa ogni domenica. Ecco un esempio. A Evry, centro a sud di Parigi, è sorta dodici anni fa una nuova chiesa cattedrale, capolavoro riconosciuto di uno degli architetti più famosi al mondo, lo svizzero Mario Botta. La domenica questa chiesa cattedrale è poco frequentata: semivuota. Nella vicina moschea, invece, come ha affermato il suo imam, Khalil Merroun, in una recente intervista, i fedeli sono numerosissimi. “La Chiesa cattolica dovrebbe convincersi che l’Europa non le appartiene; il consiglio che do ai miei colleghi cattolici è di interrogarsi a fondo sul perché i loro fedeli non vivono la loro spiritualità”.
Cari amici, come ha scritto il grande Giovanni Sartori, politologo e sociologo italiano, considerato uno dei massimi esperti di scienza politica a livello internazionale, “Siamo al disastro perché ci siamo illusi di integrare l’Islam”. Credo che pensare di riuscire a portare dei cambiamenti nella religione Islamica, avvicinandoli alla nostra fede, sia pura utopia, perché oggi come ieri (già prima dell’anno Mille), l’obiettivo della religione islamica non è cambiato: islamizzare il mondo intero. BUONA PASQUA A TUTTI VOI!
A domani.
Mario