Oristano
28 Luglio 2017
Cari amici,
FLIXBUS
è la StartUp che ha provato a rivoluzionare il mondo dei trasporti, cambiando
(semplificando) il modo di viaggiare di milioni di persone in Europa. Il sito che pubblicizza l'innovativo servizio, così reclamizza il cambiamento operato: “è un
connubio unico tra start-up tecnologica, piattaforma di e-commerce e azienda di
trasporti”, che in pochissimo tempo ha creato la rete di autobus intercity più
estesa d’Europa”.
La rivoluzione FlixBus in effetti costituisce un’alternativa di viaggio conveniente e green, offrendo a chi viaggia sui pullman (tutti colorati in verde-arancio) la possibilità di scoprire il mondo attraverso un’offerta-servizio adatta a tutte le tasche. Con un sistema di prenotazioni semplicissimo, una rete in continua espansione, standard elevati di comfort, sicurezza e sostenibilità, Flixbus risulta molto appetibile nei confronti del consumatore.
La rivoluzione FlixBus in effetti costituisce un’alternativa di viaggio conveniente e green, offrendo a chi viaggia sui pullman (tutti colorati in verde-arancio) la possibilità di scoprire il mondo attraverso un’offerta-servizio adatta a tutte le tasche. Con un sistema di prenotazioni semplicissimo, una rete in continua espansione, standard elevati di comfort, sicurezza e sostenibilità, Flixbus risulta molto appetibile nei confronti del consumatore.
A sentire gli esperti la
carta vincente di questo nuovo business è la digitalizzazione dei mezzi di trasporto
tradizionali. “Con un sistema di prenotazioni all’avanguardia, l’App FlixBus, il
Wi-Fi gratuito e la tracciabilità via GPS, abbiamo creato un nuovo mezzo di
trasporto. La sua rete intelligente e la gestione dinamica dei prezzi
garantisce sempre l’offerta migliore ai nostri clienti. Lavoriamo insieme a una
rete di PMI, responsabili della flotta degli autobus: è qui che innovazione,
spirito da start-up e un brand internazionale incontrano l’esperienza e la
qualità di un settore tradizionale”, questo si legge sul sito della
società di trasporti.
Eppure, nonostante
tutte queste caratteristiche, in Italia questo sistema innovativo viene visto da parte dei
responsabili di Governo in modo abbastanza negativo. Difficile da spiegarsi, ma se una motivazione vera
esiste, allora cerchiamo di capirla. Per farlo ritengo sia meglio partire dalla
nascita dell’azienda, concepita in Germania, a Monaco, nel 2011.
È il 27enne Daniel Krauss (classe 1983) a idearla: una start up che nel 2013 riesce a far partire il primo collegamento in autobus, da Monaco a Berlino. Questo sarà il primo di una lunga serie: da quel momento, infatti Krauss inizia a fare accordi con piccoli e medi concessionari di linee, mette in atto fusioni e acquisizioni, grazie proprio alle sue capacità e ad una sintesi perfetta di potenza del digitale. Nel 2014 copre già tutto il territorio tedesco (a seguito della fusione con Mein Fernbus). Il simbolo della società è diventato una X, per raccontare l’intreccio delle due realtà.
È il 27enne Daniel Krauss (classe 1983) a idearla: una start up che nel 2013 riesce a far partire il primo collegamento in autobus, da Monaco a Berlino. Questo sarà il primo di una lunga serie: da quel momento, infatti Krauss inizia a fare accordi con piccoli e medi concessionari di linee, mette in atto fusioni e acquisizioni, grazie proprio alle sue capacità e ad una sintesi perfetta di potenza del digitale. Nel 2014 copre già tutto il territorio tedesco (a seguito della fusione con Mein Fernbus). Il simbolo della società è diventato una X, per raccontare l’intreccio delle due realtà.
Nel 2015 compra la startup,
Liinita, un servizio da poco uscito
da un incubatore d’impresa, in grado di offrire un servizio di condivisione delle corse
per negozi Retail e centri commerciali. E' quello che servirà per elaborare il
suo modello basato sul noleggio di autobus. Nell’estate del 2015 Flixbus arriva in
Italia e apre una filiale a Milano. L’attività continua ad espandersi, tanto che
arriva in un anno a trasportare 2,5 milioni di passeggeri. Dopo l’Italia conquista anche l'Olanda, e l’espansione
continua in Francia, Austria, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Svezia e
Danimarca. Un anno dopo annuncia il suo ingresso nel mercato dell’Europa
centrale. A Giungo 2016 acquista Megabus (Wired, 29 giugno 2016) e si afferma,
a 3 anni di distanza dalla sua prima corsa, come il gigante del trasporto pubblico europeo.
Oggi di corse ne fa circa 120 mila al giorno in oltre 1.000 destinazioni in
Europa e in 20 Nazioni, dove muove oltre 30 milioni di passeggeri.
Quello di FLIXBUS è un successo davvero grandioso!
In Italia, però, questo successo non è visto di buon occhio (anzi, come il fumo negli occhi), tanto che la
politica decide di 'occuparsi' di questo gigante. Dallo scorso mese di Febbraio la
politica discute di FlixBus e, ripassando quanto già messo in atto per
contrastare UBER (lo chiudiamo o non lo chiudiamo?), iniziano a partire i primi
atti intimidatori. Il primo atto vede in scena un gruppo di senatori pugliesi
del centrodestra, che riescono ad infilare un emendamento nella L. finanziaria: una norma per impedire alle società che non posseggono
autobus (FlixBus, infatti li noleggia) di lavorare nel settore del trasporto
su bus: ovvero, nel caso di FlixBus, uno stop all’attività.
In un primo momento
l’emendamento viene approvato, ma dopo le molte proteste apparse sui giornali
il Governo lo cancella. Con la manovrina di Maggio (quella che l’Europa ci ha
chiesto per mettere a posto i costi), però, l’emendamento è rispuntato
identico, questa volta però di marca PD. E’ stato reinserito e approvato dalla Commissione
presieduta da Francesco Boccia, deputato PD e piuttosto critico verso le
società tecnologiche. A questo punto l’attività di FlixBus in Italia
apparirebbe condannata, nonostante lo stop non piaccia quasi a nessuno.
Successivamente all’approvazione
della norma il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha così
commentato: “Il Mise ha dato parere contrario sull’emendamento. La commissione ha
deciso diversamente. Decisamente non è un buon periodo per la concorrenza in
Italia”. Anche il segretario democratico Matteo Renzi ha dovuto
chiarire che “Il PD non vuole fare chiudere FlixBus. La mia posizione, al di là di
emendamenti parlamentari su cui non sono d’accordo, è di pieno sostegno per chi
viene in Italia per portare elementi di concorrenza”.
Cari amici, che dire?
Tutto ciò appare strano ma purtroppo è vero: è il camaleontismo della politica, che da
sempre predica bene e razzola male. Anche il Presidente dell’autorità trasporti
Andrea Camanzi, in occasione della Relazione annuale al Parlamento, ha
sostenuto favorevolmente FlixBus, affermando che "non bisogna avere paura
del nuovo". Una relazione, quella di Camanzi, che rileva che anche il
mercato dei trasporti, come accaduto vent'anni fa per le telecomunicazioni o
l'energia, si sta aprendo alla presenza dei colossi delle nuove tecnologie
(definiti "nuovi Unicorni tecnologici") che possono giocare a pieno
titolo la loro parte sullo scacchiere e già ora "si contendono i mercati
tradizionali dei trasporti con modelli di servizio innovativi".
C'è un dato di fatto che dovrebbe far riflettere tutti: fermare l’innovazione, dopo l’avvento della Globalizzazione, non sarà più possibile, e nulla potrà
tornare come prima. Cercare di fermare un mercato globale, sarà come
combattere contro i mulini a vento e a nessuno è concesso al giorno d’oggi di
fare il Don Chisciotte…
A domani.
Mario
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