Oristano
19 Luglio 2017
Cari amici,
La corsa alla carne
sintetica, prodotta in laboratorio, si fa sempre più evidente: un'azienda Usa la promette addorittura entro il 2018. Nel
mondo ci sono diverse start up che stanno lavorando alla ricerca della
produzione ottimale di carne sintetica, o 'carne pulita' come preferiscono
chiamarla i ricercatori. La carne con cui alimentarci, insomma, potrà esser presto prodotta senza
che un animale vero, vivente, debba essere prima allevato e poi macellato, per
il nostro nutrimento. Per soddisfare le nostre esigenze alimentari d’ora in poi potremmo ricorrere
alla cosiddetta carne sintetica, considerata fino a pochi anni fa un’ipotesi
fantascientifica.
Fin dal 2013, grazie agli
studi sulle cellule staminali, si iniziò a cercare una ‘nuova via’ per risolvere il problema dell’alimentazione della popolazione mondiale, in costantemente in aumento. Il primo
hamburger di carne sintetica fu confezionato a Londra proprio nel 2013, e la
carne era stata ricavata dalla coltura di cellule staminali di mucca. Il
progetto era stato ideato da Mark Post, ricercatore dell’Università di
Maastricht, in Olanda, che da anni studiava la possibilità di creare della
“sintocarne” facendo crescere in laboratorio cellule staminali bovine; l’idea
di base era proprio quella di 'dare una mano' a risolvere la fame nel mondo.
Da allora la ricerca
non si è più fermata: sono tantissime oggi le start-up che inseguono questo
sogno. La californiana Hampton Creek ha dichiarato di esser ormai praticamente pronta. I suoi prodotti potranno essere sugli scaffali entro la fine del 2018,
con due anni di anticipo rispetto alla Memphis Meats, sua competitor sul
mercato. Altri produttori però scalpitano: da Mosa Meat a Impossible food a
Beyhond Meat, anche se quelle più dinamiche e avanzate restano per ora la Hampton
Creek e la Memphis Meats; quest’ultima ha ipotizzato l’ingresso sul mercato nel
2021.
A giocare per ora a
favore della Hampton Creek ci sono le dimensioni: Memphis Meat ha raccolto 3
milioni di dollari dalla fondazione (avvenuta nel 2015), mentre l’azienda rivale,
la cui sede è a circa 40 chilometri, più di 120, a iniziare dal 2011.
L’azienda californiana Hampton Creek, grazie alla sua grande diffusione, è considerata una grande potenza: è uno dei cosiddetti 'unicorni' di Silicon Valley, vale a dire una compagnia che ha una valutazione superiore al miliardo di dollari. "Entro la fine del prossimo anno avremo qualcosa sul mercato - ha affermato Josh Tetrick, Ceo della Hampton Creek, specializzata nella maionese vegana e in altri prodotti senza derivati animali -. Sarà molto d'aiuto il fatto di essere già nei negozi con i nostri prodotti, invece di dover iniziare le relazioni da zero".
L’azienda californiana Hampton Creek, grazie alla sua grande diffusione, è considerata una grande potenza: è uno dei cosiddetti 'unicorni' di Silicon Valley, vale a dire una compagnia che ha una valutazione superiore al miliardo di dollari. "Entro la fine del prossimo anno avremo qualcosa sul mercato - ha affermato Josh Tetrick, Ceo della Hampton Creek, specializzata nella maionese vegana e in altri prodotti senza derivati animali -. Sarà molto d'aiuto il fatto di essere già nei negozi con i nostri prodotti, invece di dover iniziare le relazioni da zero".
La sfida, per tutti i
competitors, non è tanto produrre la carne a partire dalle singole cellule, una
pratica ormai consolidata come hanno dimostrato i diversi “assaggi” organizzati
dai ricercatori, ma riuscire a farlo ad un prezzo concorrenziale. Quest'anno la
Memphis Meat, per esempio, ha offerto al pubblico, in assaggio, pollo e anatra
sintetici, la cui produzione è costata però mica poco: circa 6 mila dollari. Il
problema da risolvere resta dunque quello dei costi di produzione. Per
abbassarli ulteriormente è necessario superare l'uso di siero bovino
fetale, cioè il sangue estratto dai feti di mucche per far crescere la carne
sintetica, ma gli scienziati di Hampton Creek starebbero lavorando ad
alternative meno costose di origine vegetale.
Proseguendo di questo
passo, a partire dal 2018 il mercato del bestiame da allevamento subirebbe una
trasformazione epocale: niente più bestiame al macello, ma nascita di tutta una
serie di fabbriche (quasi dei grandi laboratori di ingegneria genetica), per la
produzione in serie di carne sintetica per tutti. Per ora l'ostacolo da
superare per la commercializzazione su larga scala rimane proprio il prezzo non
competitivo, anche se gli studi in corso si presume che il problema possa essere risolto in
tempi non troppo lunghi.
Cari amici, personalmente
credo che certe trasformazioni epocali abbiano bisogno di sedimentare per bene
prima di diventare luogo comune, considerate sopratutto le nostre radicate abitudini alimentari.
Pensare, per esempio, di sostituire una ‘fiorentina’ con una “pappa molle” priva
di sapore, prodotta dalle cellule staminali di una mucca e servita come
un anonimo hamburger, non è di facile accettazione. Ci sembrerà di essere arrivati in un
altro pianeta! La carne sintetica, pensate, è pure incolore e insapore. Per
colorarla si ricorre (per ora) all’aggiunta di succo di barbabietola rossa, mentre
per darle sapore viene aggiunto un po’
di zafferano, sale, uova in polvere e pane grattugiato. Che ne dite? Meglio la fiorentina, vero?
Personalmente penso che
questo nuovo prodotto, seppure possa essere definito “mangiabile”, non credo
che troverà un grande gradimento; a parte il costo per ora elevato, un’altra
certezza sarà la scarsa accettazione di questa generazione; forse in futuro, chissà! Cambiare radicalmente abitudini non è nè semplice nè facile: passerà qualche
anno e forse di più prima di abtuarci all'idea; certo, è il nuovo che avanza, ma il nuovo sicuramente è da 'dare in pasto' alle nuove generazioni…
A domani.
Mario
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