Oristano
25 Luglio 2017
Cari amici,
Eccoci arrivati alla fine. Nelle due parti
precedenti abbiamo visto l’evoluzione del sistema bancario fino alla prima metà
dell’Ottocento. È in questo periodo che “nasce” la banca che possiamo
paragonare a quella di oggi: la banca moderna. A metà dell'Ottocento, in piena
rivoluzione industriale, finanziariamente parlando, divenne necessario sostenere le imprese che si
avviavano a trasformare il mondo della produzione. Furono costituiti degli Istituti
Bancari dotati di grandi capitali, sottoscritti da molti azionisti riuniti
nelle S.P.A. I nuovi Istituti di credito stabilirono una numerosa rete di
agenzie, nelle quali si riversarono i risparmi del ceto medio. Fra la fine
dell'Ottocento e l'inizio del Novecento nei Paesi industrializzati si
consolidarono poche grandi banche di livello
nazionale.
In alcuni Paesi si
affermò il modello della cosiddetta "Banca universale", che oltre
all'attività di deposito, sconto e anticipazioni, erogava anche finanziamenti
alle imprese a medio e lungo termine, e, in alcune nazioni, assumeva anche partecipazioni
nelle imprese stesse: come in Belgio, Germania, Italia e Austria. In Belgio c'erano
due principali Istituti di questo tipo: la Société générale de Belgique e la
Banque de Belgique. In Italia furono dichiarate "Banche d'interesse
nazionale" la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano e il Banco
di Roma.
In Francia dopo il
fallimento del Crédit mobilier, nel 1867, che era stata una banca universale,
si affermò la separazione fra le banques de dépôt e le banques d'affaires. Le
più importanti del primo tipo erano il Crédit Industriel et Commercial, la Société
Générale, il Crédit Lyonnais e il Comptoir national d'escompte de Paris (che
nel 1966 si fonderà con la Banque nationale pour le commerce et l'industrie per
dar vita alla Banque nationale de Paris).
Del secondo tipo era la Banque de Paris et des Pays Bas.
Per venire incontro
alle esigenze dei piccoli risparmiatori e dei piccoli imprenditori, trascurati
dalle grandi banche, sorsero delle strutture più modeste: le Casse di risparmio
e le Banche popolari. Le prime a nascere furono le Casse di
risparmio (in tedesco Sparkassen; in francese caisses d'épargne, in inglese
Mutual saving banks e in spagnolo Cajas de Ahorros), specializzate nella raccolta dei depositi
a risparmio. La prima venuta al mondo è considerata la Hamburger Ersparungkasse
del 1775; in Italia le prime furono la Cassa
di Venezia, Padova e Rovigo nel 1822 e la Cassa di Risparmio di Milano nel
1823. Anche gli Uffici Postali svolsero nello stesso periodo un’analoga
attività di raccolta del piccolo risparmio mediante libretti vincolati, che potevano
raggiungere i risparmiatori modesti, sparsi nelle periferie cittadine e nei
piccoli paesi.
Con l'arrivo della
crisi del 1929, che travolse in modo traumatico il sistema industriale, le conseguenti insolvenze misero in ginocchio anche il sistema bancario
mondiale. Il modello della banca universale aveva fatto sì che il crollo dei
titoli di borsa travolgesse come un uragano le banche che avevano forti legami con le
industrie. Questo fatto accelerò il processo di abbandono del modello della
banca universale e la conseguenza fu l'imposizione della distinzione fra banche di deposito, che
raccoglievano il risparmio presso la clientela e non potevano detenere
partecipazioni nelle imprese, e banche d'affari, specializzate nel credito a
medio e lungo termine.
In Italia la Legge
bancaria del 12 Marzo 1936 " (R.D.L. nº 375) trasformò la Banca d'Italia in Istituto di Credito
di Diritto Pubblico, ovvero di proprietà pubblica, in quanto gli azionisti
privati furono espropriati e le loro quote assegnate ad Enti pubblici. Con
altri decreti dello stesso anno fu imposta la separazione fra "banche di
credito ordinario" che raccoglievano presso la clientela e prestavano solo
a breve termine (credito per liquidità), e gli "Istituti di credito a
medio e lungo termine", specializzati nel credito per investimenti. Questi
ultimi erano controllati dalle banche di credito ordinario: fra di essi
Mediobanca, partecipata dalle banche di interesse nazionale.
Con l'affermazione mondiale
della teoria neoliberista negli anni Novanta del secolo scorso, si tornò sotto certi aspetti al passato: furono messe in atto delle riforme
bancarie di segno opposto rispetto a quelle di metà Novecento; fra le pi importanti la cancellazione della separazione fra banche di
investimenti e banche ordinarie, consentendo nuovamente agli Istituti di credito
di riacquisire partecipazioni industriali nelle grandi aziende. In questo senso
ha operato il Testo Unico Bancario del 1993 in Italia, e il Gramm–Leach–Bliley
Act del 1999 negli USA.
Questo moderno neoliberismo,
introdotto dalla cosiddetta "globalizzazione", ha avuto come prima conseguenza
la necessità di fusione tra i vari Istituti in essere, in modo tale da avere
non solo una maggiore forza e capacità di assorbire i rischi, ma anche per
poter sostenere la concorrenza degli Istituti del resto del mondo, in un
mercato unico finanziario diventato planetario. All'interno di questo processo ha giocato
un ruolo importante anche l'Unione economica e monetaria dell'Unione europea.
In Italia, in seguito a
una serie di fusioni bancarie, sono nati due colossi: Intesa SanPaolo, che è l'erede di banche storiche come la Banca
Commerciale Italiana, la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, il Banco
Ambrosiano, l'Istituto Bancario San Paolo di Torino, l'Istituto Mobiliare
Italiano e il Banco di Napoli e l'Unicredit,
erede invece del Credito Italiano, del Banco di Roma e del Banco di Sicilia. Lo
stesso modello di concentrazione è stato adottato in molti altri Stati. Tutti questi accorgimenti, però, non scongiurarono il
pericolo di nuove crisi, e la crisi del ’29
non restò l’unica nella storia bancaria.
Come quella del '29,
fu la crisi del 2008 a colpire anch’essa, in modo grave e traumatico, il sistema bancario: Negli
USA fece grande scalpore il fallimento della Lehman Brothers, mentre altre banche furono miracolosamente
"salvate". In alcuni casi il bail-out fu effettuato da banche
più solide, come la Merrill Lynch che si accorpò con la Bank of
America, mentre la Morgan Stanley fu salvata da un investimento del
Mitsubishi UFJ Financial Group. Crisi, quella scoppiata nel 2008, che colpì in modo violento le strutture finanziarie di tutto il mondo.
Cari amici, ormai siamo
arrivati ai giorni nostri e, se avete seguito con attenzione l'evoluzione storica, non avete più bisogno che io vada oltre: il resto lo conoscete già, essendo cronaca di tutti i giorni.
Quello di negativo che è già successo e che purtroppo continua ancora a succedere in Italia, lo leggete e ne
sentite parlare in abbondanza ogni giorno; per questo motivo io qui non mi voglio certo ripetere. Dopo averne
ampiamente già parlato su questo blog, dopo aver fatto innumerevoli riflessioni, non voglio dire altro: non sta a me fare il
giudice, attribuendo colpe a destra e a manca, anche se le colpe certamente ci sono.
La storia che ho voluto raccontarvi in 3 puntate è stata solo un “ripercorrere” la lunga strada che il sistema creditizio ha fatto nel tempo: un percorso iniziato nei templi dedicati agli dei e successivamente proseguito nei moderni templi del “dio denaro”. Sistema bancario, dunque, gioia e dolore della nostra economia quotidiana. Tante le cose (tra fatti e misfatti) successe, ma certamente solo qualche capitolo di una storia ben più lunga, perchè molti altri capitoli dovranno ancora essere scritti…
La storia che ho voluto raccontarvi in 3 puntate è stata solo un “ripercorrere” la lunga strada che il sistema creditizio ha fatto nel tempo: un percorso iniziato nei templi dedicati agli dei e successivamente proseguito nei moderni templi del “dio denaro”. Sistema bancario, dunque, gioia e dolore della nostra economia quotidiana. Tante le cose (tra fatti e misfatti) successe, ma certamente solo qualche capitolo di una storia ben più lunga, perchè molti altri capitoli dovranno ancora essere scritti…
La
speranza è che a pagare il conto non sia sempre il solito “pantalone”.
Grazie amici della
Vostra pazienza.
A domani.
Mario
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