giovedì, novembre 12, 2020

IN ITALIA L’ESERCITO DEI “NEET” CONTINUA A CRESCERE: È AL PRIMO POSTO IN EUROPA. LE PREOCCUPAZIONI DEL GOVERNATORE DI BANKITALIA IGNAZIO VISCO.


Oristano 12 novembre 2020

Cari amici,

L'esercito dei “NEET”, acronimo inglese di Not in Education, Employment or Training (ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono alcun corso di formazione), risulta in pericoloso, ulteriore aumento. Questo esercito di giovani, che in pratica trascorre le giornate tra letto, divano e un costante ciondolare per strada, continua a crescere. È questo il quadro emerso dalla ricerca “Il silenzio dei Neet”, realizzata dall’Unicef in base agli ultimi dati Istat, che risulta, senza ombra di dubbio, a dir poco allarmante.

Nel confronto con l'Europa, che presenta una media del 12,9%, l'Italia si posiziona al primo posto (con un 22,0%), seguita dalla Grecia (19,5%), Bulgaria (18,1%), Romania (17%) e Croazia (15,6%). Le nazioni con il tasso di Neet più contenuto sono invece i Paesi Bassi (5,7%), la Svezia (7%) e Malta (7,4%). Situazione ribadita, come riporta “Il Sole 24 Ore”, dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: «L’Italia è al primo posto per la percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione», affermando, preoccupato, che sono oltre due milioni: il 22 per cento della popolazione in questa fascia di età, il 33 per cento nel Mezzogiorno.

«Si tratta – ha continuato Visco riferendosi ai “Neet” - di un drammatico spreco di potenzialità a livello non solo economico, con conseguenze particolarmente gravi sul piano sociale: è urgente rispondere, e da questo soprattutto dipende il futuro del Paese e, in ultima istanza, il rientro da un debito pubblico molto elevato e la sicurezza del mantenimento degli impegni sul fronte previdenziale». 

Per il Governatore di Bankitalia, che in un intervento agli Stati generali delle pensioni al webinar organizzato dall'Università Bocconi e da Deutsche Bank, ha detto che è necessario porsi l’obiettivo di un progressivo riequilibrio dei conti pubblici, sono necessari interventi immediati. «Per quanto riguarda i conti pubblici, nel medio periodo, l'azione di politica economica non può che porsi l'obiettivo di conseguire un progressivo riequilibrio - ha aggiunto Visco - vale soprattutto per quei paesi che, come l'Italia, avevano un alto debito pubblico anche prima della pandemia».

Per il Governatore Visco è necessario e urgente Intervenire sul necessario riassorbimento della disoccupazione. «Per riportare nel prossimo decennio il tasso medio di espansione del Pil in termini reali all'1,5%, ovvero quello registrato nei dieci anni precedenti la crisi finanziaria globale, occorre intervenire sul riassorbimento della disoccupazione, sulla prosecuzione delle tendenze di aumento della partecipazione al lavoro di diversi gruppi demografici e della componente femminile, su un aumento della produttività totale dei fattori che ne porti la crescita attorno allo 0,7% e una ripresa dell'accumulazione che riporti il rapporto tra investimenti (privati e pubblici) e PIL sui livelli del decennio 1996-2007».

«Il conseguimento di questi risultati - ha sottolineato - potrebbe essere più agevole se il rafforzamento dell'accumulazione si concentrasse sul recupero dei ritardi nel campo della digitalizzazione e sul rilancio della spesa nella scuola e nella ricerca». «La gravità della situazione - ha concluso Visco - è evidente quando si consideri il fatto che il nostro Paese è al penultimo posto nell'Ocse per la quota di laureati nella fascia d'età compresa tra i 25 e i 34 anni (28%, a fronte di una media del 44%, con valori superiori al 60% per il Canada, il Giappone e la Corea del Sud)».

Cari amici, ora, con la pandemia in atto, tutto questo appare ben più difficile da mettere in pratica. Il debito pubblico, sommato alla crescente disoccupazione, non solo creerà ulteriori problematiche alla sistemazione lavorativa dei giovani, ma creerà seri problemi all’equilibrio pensionistico per le nuove generazioni. Credo che il loro mondo sarà davvero molto diverso dal nostro, e con molta probabilità abbastanza più povero!

A domani, amici.

Mario

 

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