venerdì, novembre 06, 2020

COLTIVARE IL DESERTO: A DUBAI LA STARTUP “DESERT CONTROL” È RIUSCITA NELL’INTENTO, PRODUCENDO ANGURIE E ZUCCHINE. UNA GRANDE SPERANZA PER IL FUTURO.


Oristano 6 novembre 2020

Cari amici,

Per quanto possa sembrare incredibile, in un Paese del Nord Europa, la Norvegia, che di certo non ha molta dimestichezza con i deserti, è stato studiato e messo a punto un sistema innovativo per coltivarli. Una startup di questo Paese, infatti, la “DESERT CONTROL”, sta provando a trasformare il deserto in un grande orto produttivo, con risultati a dir poco stupefacenti. Nella primavera appena trascorsa un team di esperti della Desert Control si è trasferito a Dubai per cercare di coltivare il deserto che circonda questa arida terra. Utilizzando un particolare composto di acqua e argilla, la liquid nanoclay, cioè la nano-argilla liquida che penetra nel terreno e contribuisce a renderlo più fertile, ha messo su una coltivazione di angurie e zucchine.

Dopo aver versato questo composto nel terreno particolarmente arido, gli esperti hanno messo a dimora i primi semi di angurie e di zucchine; ebbene, dopo cinque mesi quella sabbia che mai aveva pensato di dare vita a dei vegetali, ha visto crescere le foglie rigogliose dei vegetali messi a dimora. A rendere possibile questa impresa è stata, come detto, un composto speciale, la nano-argilla liquida, sviluppata dalla Desert Control. Come si vede nella foto a lato, questo particolare composto liquido di acqua e argilla viene spruzzato nel terreno sabbioso e, penetrando nel terreno, contribuisce a renderlo più fertile.

Il comunicato stampa della start up norvegese, posto nel loro sito così recita: "Abbiamo inventato un nuovo modo di mescolare queste due sostanze, creando un mix che una volta spruzzato sul suolo avvolge perfettamente ogni granello di sabbia e gli permette di trattenere acqua e sostanze nutritive". Da un lato le proprietà fertilizzanti dell’argilla arricchiscono il terreno altrimenti molto povero di nutrienti, dall’altro la sua consistenza liquida permette di utilizzare l’innovativo mix con qualsiasi metodo di irrigazione. 

L’idea di colonizzare e rendere fertile il deserto, prese corpo nel 2018, quando la start up Desert Control iniziò i primi test, prima in laboratorio e poi sul campo, avvalendosi della collaborazione del Centro internazionale per l’Agricoltura Biosalina di Dubai (Icba). Per gli Emirati Arabi Uniti ogni soluzione per trovare un metodo efficace e conveniente per sfruttare il suolo è ritenuta una priorità. Attualmente il Paese non è in grado di provvedere alla domanda di prodotti agroalimentari necessari alla vita della popolazione, ed è costretto ad importare circa il 90% del cibo.

Purtroppo, nella scorsa primavera, il forzato lockdown fece interrompere i test nei laboratori, ma non quelli sul campo dove invece le coltivazioni proseguirono e iniziarono a spuntare i primi timidi virgulti. Dagli esperimenti effettuati è emersa la bontà dell’intuizione, considerato anche che l’utilizzo della nano-argilla liquida apportava anche un vantaggio ulteriore dal punto di vista idrico, riuscendo a ridurre il consumo di acqua di oltre il 50%. Agli scettici che pensano che per trasformare un terreno arido in uno arabile ci vogliano tempi biblici, il team norvegese risponde che invece bastano poche ore. Dopo i primi esperimenti gli studi andranno avanti, per testare l’efficacia del nuovo prodotto con diversi metodi di irrigazione e di terreno e soprattutto per verificare che l’introduzione di un elemento estraneo all’ambiente desertico non comprometta la salute dell’intero ecosistema. Come fa notare la studiosa Jacqueline Hannam della Cranfield University interpellata dalla CNN: "È un'innovazione piuttosto insolita, i terreni ricchi di argilla contengono più nutrienti e acqua, il che probabilmente riduce la necessità di irrigazione. Tuttavia, gli ecosistemi desertici sono molto fragili”.

Che dire, amici, se i risultati iniziali confermeranno che le intuizioni della startup norvegese erano giuste, questo innovativo tipo di coltura sarebbe una concreta realtà straordinaria, mai sognata prima: consentirebbe, infatti, il recupero di molte aree del Pianeta ora incolte, perché la coltivazione fino ad oggi era praticamente impossibile. Al momento Desert Control ha stimato che il prezzo del trattamento si aggira tra i due e i cinque dollari a metro quadro, ma i costi dovrebbero quasi certamente diminuire. La Desert Control intanto continua gli studi e gli esperimenti, grazie anche ad una copiosa raccolta fondi (nell’ultimo anno la start up ha raccolto cinque milioni di dollari), che verranno utilizzati per sviluppare delle unità mobili in grado di aumentare la produzione di nano-argilla liquida; in questo modo si potranno abbattere notevolmente i costi, e andare incontro ai Paesi delle aree desertiche in difficoltà.

Cari amici, se è pur vero che l’uomo spesso è un distruttore, ci sono anche uomini che, con saggezza e intelligenza, riescono a trovare soluzioni intelligenti, capaci di ricreare spazi vivibili e coltivabili considerati perduti per sempre. L’intuizione di Desert Control potrebbe rappresentare una soluzione importante per molte aree del pianeta, dove il deserto non permette la coltivazione di frutta e verdura. Ora, grazie alla tecnica della nano-argilla liquida molti Stati potranno avere nuove prospettive di sviluppo, contribuendo così all’abbattimento della povertà.

Insomma, in futuro sarà una meraviglia vedere il giallo del deserto lasciare il posto al verde di un orto che cresce grande e rigoglioso! Angurie e zucchine prodotte dove da secoli c'era solo e soltanto arida sabbia, trasformata in terreno coltivabile!

A domani.

Mario


 

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