Oristano
10 Giugno 2017
Cari amici,
L’argomento degli
autovelox, in particolare quelli ultra moderni, ho avuto modo di trattarlo su
questo blog anche di recente. Chi è curioso può andare a leggere o
rileggere quanto ho già scritto (post del 28 Settembre 2016, link: http://amicomario.blogspot.it/2016/09/autovelox-invisibili-un-nuovo-super.html
). Il post di oggi vuole essere solo una piccola riflessione sul nostro
comportamento di automobilisti: né trasgressivo né arrendevole, ma oserei dire almeno un po’
giudizioso, ecco. Vediamo come si presentano sulla strada questi rilevatori (da
incubo) del nostro comportamento.
Partiamo da un
presupposto: gli autovelox sono fondamentali per la nostra sicurezza, anche se per
noi automobilisti essi rappresentano un vero spauracchio, quando ci mettiamo al
volante. Sono certamente un incubo, ma la domanda è: come possiamo cercare di non prendere
più multe, o almeno limitarle? Vediamo insieme come funzionano questi marchingegni e, soprattutto, vediamo
se esiste un modo per evitare di essere multati. Scopriamolo insieme.
Il sistema di autovelox
più diffuso in Italia è quello a fotocellula.
Il funzionamento è identico sia per le postazioni fisse che per quelle mobili;
il passaggio della nostra macchina davanti a una prima fotocellula attiva un
timer, che si interrompe una volta transitati davanti alla seconda fotocellula.
Se la distanza viene percorsa in un tempo troppo breve, automaticamente l'apparecchiatura rileva l'eccesso di velocità. A questo punto scatta una fotografia
alla targa e la invia ai sistemi centrali della Polizia di Stato.
Questo tipo di
autovelox è installato in specifici box posti a bordo strada, molto
riconoscibili e solitamente ben segnalati. Un accorgimento che permette agli
automobilisti di rallentare in prossimità del macchinario, salvo avere la
possibilità di accelerare poco più avanti. Un modo per aggirare il sistema,
secondo qualcuno, ma comunque utile: il fine di "far rallentare" è infatti raggiunto in ogni caso.
Gli automobilisti sono costretti a togliere il piede dall'acceleratore nei punti in cui si sa che
arriverebbe una multa, che solitamente sono tratti di strada piuttosto
pericolosi (o abitati).
In autostrada, invece,
il sistema più utilizzato è quello del Safety Tutor. Qui ad essere rilevata è
la velocità media, dato che il sistema registra il passaggio delle vetture
davanti a un primo macchinario e quindi davanti a un secondo. Se il tratto è
stato percorso "troppo in fretta", scatta immediata la sanzione.
L'ultimo ritrovato è
quello del Telelaser, che a differenza dei precedenti sistemi permette di
scattare fotografie fino anche ad un km di distanza. Con questo sistema gli
agenti hanno la possibilità di verificare anche tipi di infrazione diversi dal
semplice eccesso di velocità: ad esempio può essere "pizzicato" anche
un automobilista senza cintura di sicurezza o che utilizza il telefono
cellulare mentre sta guidando.
Anche il passaggio con
il semaforo rosso al giorno d'oggi è diventato pericoloso: non più solo per la
nostra incolumità, ma anche per il portafogli. Esiste infatti un dispositivo
chiamato Photored, che si attiva una volta che la nostra macchina transita
sopra specifici sensori installati nell'asfalto. Se passiamo davanti a un
semaforo diventato rosso questi sensori si attivano e anche in questo caso la
nostra automobile sarà fotografata (e quindi multata).
Attenzione anche allo
Scout Speed, montato sul tettuccio delle macchine della Polizia e utilizzato in
movimento. Il sistema riesce a calcolare la velocità, lavorando sulle macchine che
viaggiano sulla stessa corsia e anche sulla corsia opposta; il dispositivo si aziona
automaticamente in caso di infrazione. Se "beccati" da questo
autovelox la multa verrà direttamente spedita via posta a casa del responsabile
dell'infrazione.
Una volta fatta l'infrazione, però, non tutto è ancora perduto. La normativa prevede un
termine massimo per notificare una multa di eccesso di velocità rilevato grazie
all'autovelox: il termine è di 90 giorni. La procedura parte con l'invio di una
raccomandata contenente il verbale che contesta all'automobilista l'infrazione
commessa. I 90 giorni vanno però calcolati dal momento dell'infrazione e non
dell'accertamento: se avviene più tardi si può quindi fare ricorso e vedersi
annullata la multa.
In ogni caso, quando ci muoviamo per un viaggio con la nostra macchina, per non
correre rischi si può controllare la mappa degli autovelox, resa pubblica
dalla Polizia di Stato nei tratti autostradali. Inoltre ormai tutti i
navigatori delle auto sono programmati per segnalare la presenza di autovelox, che siano
fissi o Tutor; se poi non siete ancora del tutto tranquilli esistono anche
delle apposite app da scaricare sul telefonino o sul tablet.
Che dire, amici, un'ultima raccomandazione: sull’auto
nella quale viaggiamo c’è la nostra pelle! Il mio suggerimento è di non gettarla via, magari solo per arrivare
qualche minuto prima! Credo che se adottiamo questa convinzione riusciremo a pagare meno
multe e a tenere possibilmente indenne la nostra pelle. Che non è un risultato da poco!
A domani.
Mario
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