martedì, giugno 20, 2017

UNA BIOPLASTICA ITALIANA PER PULIRE IL MARE DAL PETROLIO. L’INNOVATIVO PROGETTO DELLA BIO-ON, SOCIETÀ ITALIANA CON SEDE NEL BOLOGNESE…



Oristano 20 Giugno 2017
Cari amici,
Eliminare l'inquinamento da petrolio nell’ambiente marino, questo è il fine che in tanti, scienziati e ricercatori, si pongono da tempo per riuscire a salvaguardare la salubrità delle acque marine, sempre più sottoposte a scarichi pericolosi di ogni genere, in particolare petrolio. L’argomento, di grande rilevanza mondiale è già stato da me preso in seria considerazione anche su questo blog, come dimostra la riflessione postata in data 29 Marzo del 2016, della quale riporto il link:  http://amicomario.blogspot.it/2016/03/come-ripulire-il-mare-dal-petrolio-con.html.
Le ricerche innovative anti inquinamento più recenti, stanno avendo una portata sempre più rivoluzionaria per il benessere dell’ambiente marino del pianeta; oltre quella targata Sardegna del mio post sopra richiamato (che utilizza la lana di pecora) ora si affaccia sulla scena una nuova tecnologia, messa a punto dalla Bio-on, denominata Minerv Biorecovery, che consentirà in poco tempo (circa tre settimane), attraverso l'utilizzo di uno strumento nuovo, di eliminare in modo naturale l'inquinamento creato dallo sversamento di idrocarburi nell'ambiente marino. La tecnologia dell’azienda è basata sull’utilizzo di una plastica biodegradabile al 100%, che risulta in grado di ospitare al suo interno dei particolari batteri marini. Questa particolare plastica naturale è il Pha, un polimero di origine naturale con caratteristiche analoghe a quelle delle altre plastiche, ma ottenibile attraverso la fermentazione di scarti agroalimentari.
“La nostra tecnologia – ha spiegato Marco Astorri, presidente e amministratore delegato della società – si basa sull’utilizzo di un certo tipo di plastica e di particolari batteri marini che riesce ad ospitare"; “Questi micro organismi –ha proseguito - sono già presenti nel mare ma non in quantità sufficiente a permettere una riduzione degli idrocarburi sversati in tempi brevi. La nostra bioplastica favorisce la concentrazione dei micro organismi e l'accelerazione del processo di trasformazione delle sostante inquinanti in CO2, prodotto finale della biodegradazione”. 
Ma come funziona realmente il nuovo prodotto? Le particelle di bioplastica (trasformate in micro-polveri), vengono sparse nella zona di mare inquinato; qui formano una struttura porosa, adatta ad ospitare tutta una serie di batteri già presenti naturalmente nell’ambiente marino, che si nutrono della bioplastica con la quale si moltiplicano e rafforzano, fino ad attaccare il petrolio. I processi biodegradativi si attivano in circa 5 giorni e la frazione degradabile degli idrocarburi (ad esempio il petrolio) viene eliminata in circa 20 giorni.
Lo studio del nuovo prodotto è stato realizzato in collaborazione con l'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero (IAMC) del CNR di Messina. «Abbiamo scoperto - spiega Astorri - che le particelle che formano la nostra bioplastica Pha sono l'ambiente ideale per ospitare gli speciali microrganismi che eliminano il petrolio dal mare. Ringrazio il Ministro per l'Ambiente Gian Luca Galletti che cogliendo la portata del nostro brevetto ci ha invitato a presentarla nella cornice di un evento importante come il G7Ambiente e ringrazio The World Bank Group che, in virtù della partnership che abbiamo stretto, ci supporterà per far conoscere i benefici di questa tecnologia per la salvaguardia degli oceani nell'ambito del programma Conntect4Climate».
Una tecnologia rivoluzionaria quella annunciata, che sarà fondamentale non solo in caso di incidenti ma anche nella quotidiana manutenzione di aree esposte a sversamenti di idrocarburi come porti e marinerie. Il prodotto – ha annunciato Astorri – sarà commercialmente disponibile dal prossimo anno. Oltre al brevetto, rigorosamente made in Italy, anche la produzione avverrà in Italia, nello stabilimento di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. Bio-on ha affidato i test di validazione sul nuovo prodotto all'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del CNR di Messina. E non è tutto.
Il prodotto sarà utilizzabile non solo per la pulizia dei mari ma anche sulla terraferma: questo è solo il primo passo della strategia di sviluppo di Bio-on. “Il nostro obiettivo è continuare a fare ricerca scientifica per usare la nostra tecnologia non solo in mare ma anche nel suolo”, ha detto Astorri. Sotto quest’aspetto, seppure con utilizzo di diversi materiali, il nuovo progetto assomiglia non poco a quello di marca sarda, che utilizza, come detto prima la lana di pecora, progetto valido anch’esso sia in mare che in terra.
Cari amici, l’inquinamento, è davvero una cosa seria, qualcosa di molto pericoloso, capace di condizionare il nostro futuro; prodotti come questo scoperto di recente, potrebbero dare davvero una grossa mano per la riqualificazione non solo dei mari inquinati ma anche dei siti industriali dismessi, liberandoci dalle numerose bombe ecologiche oggi presenti. 
«È la natura che cura se stessa – ha spiegato Astorri - perché la nostra bioplastica, di origine vegetale, serve a proteggere e a nutrire questi batteri accelerandone la loro naturale azione».
Credo che quest’ultimo concetto della “natura che cura se stessa” sia davvero la migliore soluzione e mi trova perfettamente d’accordo. In natura esiste tutto: anche l’antidoto per i danni che l’uomo, spesso giocando a fare il Creatore, ha fatto (e continua a fare) nel pianeta, cercando di modificare la perfetta armonia naturale prima esistente. 
Speriamo che in un futuro non troppo lontano l'uomo comprenda meglio certi errori e usi maggiore attenzione nel manipolare la natura…
A domani.
Mario


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