Oristano 20 Giugno 2017
Cari amici,
Eliminare l'inquinamento
da petrolio nell’ambiente marino, questo è il fine che in tanti, scienziati e
ricercatori, si pongono da tempo per riuscire a salvaguardare la salubrità
delle acque marine, sempre più sottoposte a scarichi pericolosi di ogni genere,
in particolare petrolio. L’argomento, di grande rilevanza mondiale è già stato da
me preso in seria considerazione anche su questo blog, come dimostra la
riflessione postata in data 29 Marzo del 2016, della quale riporto il link: http://amicomario.blogspot.it/2016/03/come-ripulire-il-mare-dal-petrolio-con.html.
Le ricerche innovative anti
inquinamento più recenti, stanno avendo una portata sempre più rivoluzionaria
per il benessere dell’ambiente marino del pianeta; oltre quella targata
Sardegna del mio post sopra richiamato (che utilizza la lana di pecora) ora si
affaccia sulla scena una nuova tecnologia, messa a punto dalla Bio-on, denominata Minerv Biorecovery,
che consentirà in poco tempo (circa tre settimane), attraverso l'utilizzo di uno strumento nuovo, di eliminare in modo
naturale l'inquinamento creato dallo sversamento di idrocarburi nell'ambiente
marino. La tecnologia dell’azienda è basata sull’utilizzo di una plastica
biodegradabile al 100%, che risulta in grado di ospitare al suo interno dei
particolari batteri marini. Questa particolare plastica naturale è il Pha, un polimero di origine naturale
con caratteristiche analoghe a quelle delle altre plastiche, ma ottenibile
attraverso la fermentazione di scarti agroalimentari.
“La nostra tecnologia –
ha spiegato Marco Astorri, presidente e amministratore delegato della società –
si basa sull’utilizzo di un certo tipo di plastica e di particolari batteri marini che riesce ad ospitare"; “Questi
micro organismi –ha proseguito - sono già presenti nel mare ma non in quantità
sufficiente a permettere una riduzione degli idrocarburi sversati in tempi
brevi. La nostra bioplastica
favorisce la concentrazione dei micro organismi e l'accelerazione del processo
di trasformazione delle sostante inquinanti in CO2, prodotto finale della
biodegradazione”.
Ma come funziona realmente il nuovo prodotto? Le particelle di bioplastica (trasformate in micro-polveri), vengono sparse nella zona di mare inquinato; qui formano una struttura porosa, adatta ad ospitare tutta una serie di batteri già presenti naturalmente nell’ambiente marino, che si nutrono della bioplastica con la quale si moltiplicano e rafforzano, fino ad attaccare il petrolio. I processi biodegradativi si attivano in circa 5 giorni e la frazione degradabile degli idrocarburi (ad esempio il petrolio) viene eliminata in circa 20 giorni.
Ma come funziona realmente il nuovo prodotto? Le particelle di bioplastica (trasformate in micro-polveri), vengono sparse nella zona di mare inquinato; qui formano una struttura porosa, adatta ad ospitare tutta una serie di batteri già presenti naturalmente nell’ambiente marino, che si nutrono della bioplastica con la quale si moltiplicano e rafforzano, fino ad attaccare il petrolio. I processi biodegradativi si attivano in circa 5 giorni e la frazione degradabile degli idrocarburi (ad esempio il petrolio) viene eliminata in circa 20 giorni.
Lo studio del nuovo
prodotto è stato realizzato in collaborazione con l'Istituto per l'Ambiente
Marino Costiero (IAMC) del CNR di Messina. «Abbiamo scoperto - spiega Astorri -
che le particelle che formano la nostra bioplastica Pha sono l'ambiente ideale
per ospitare gli speciali microrganismi che eliminano il petrolio dal mare. Ringrazio
il Ministro per l'Ambiente Gian Luca Galletti che cogliendo la portata del
nostro brevetto ci ha invitato a presentarla nella cornice di un evento
importante come il G7Ambiente e ringrazio The World Bank Group che, in virtù
della partnership che abbiamo stretto, ci supporterà per far conoscere i
benefici di questa tecnologia per la salvaguardia degli oceani nell'ambito del
programma Conntect4Climate».
Una tecnologia
rivoluzionaria quella annunciata, che sarà fondamentale non solo in caso di
incidenti ma anche nella quotidiana manutenzione di aree esposte a sversamenti
di idrocarburi come porti e marinerie. Il prodotto – ha annunciato Astorri –
sarà commercialmente disponibile dal prossimo anno. Oltre al brevetto,
rigorosamente made in Italy, anche la produzione avverrà in Italia, nello
stabilimento di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. Bio-on ha
affidato i test di validazione sul nuovo prodotto all'Istituto per l'Ambiente
Marino Costiero del CNR di Messina. E non è tutto.
Il prodotto sarà
utilizzabile non solo per la pulizia dei mari ma anche sulla terraferma: questo
è solo il primo passo della strategia di sviluppo di Bio-on. “Il nostro
obiettivo è continuare a fare ricerca scientifica per usare la nostra
tecnologia non solo in mare ma anche nel suolo”, ha detto Astorri. Sotto quest’aspetto, seppure
con utilizzo di diversi materiali, il nuovo progetto assomiglia non poco a
quello di marca sarda, che utilizza, come detto prima la lana di pecora, progetto valido
anch’esso sia in mare che in terra.
Cari amici, l’inquinamento, è davvero
una cosa seria, qualcosa di molto pericoloso, capace di condizionare il nostro
futuro; prodotti come questo scoperto di recente, potrebbero dare davvero una
grossa mano per la riqualificazione non solo dei mari inquinati ma anche dei
siti industriali dismessi, liberandoci dalle numerose bombe ecologiche oggi presenti.
«È la natura che cura se stessa – ha spiegato Astorri - perché la nostra bioplastica, di origine vegetale, serve a proteggere e a nutrire questi batteri accelerandone la loro naturale azione».
«È la natura che cura se stessa – ha spiegato Astorri - perché la nostra bioplastica, di origine vegetale, serve a proteggere e a nutrire questi batteri accelerandone la loro naturale azione».
Credo che quest’ultimo
concetto della “natura che cura se stessa”
sia davvero la migliore soluzione e mi trova perfettamente d’accordo. In natura esiste tutto: anche l’antidoto per
i danni che l’uomo, spesso giocando a fare il Creatore, ha fatto (e continua a fare) nel pianeta,
cercando di modificare la perfetta armonia naturale prima esistente.
Speriamo che in un futuro non troppo lontano l'uomo comprenda meglio certi errori e usi maggiore attenzione nel manipolare la natura…
Speriamo che in un futuro non troppo lontano l'uomo comprenda meglio certi errori e usi maggiore attenzione nel manipolare la natura…
A domani.
Mario
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