mercoledì, giugno 21, 2017

EDUCAZIONE SESSUALE A SCUOLA. IN ITALIA NON SIAMO ANCORA PRONTI A IMPARTIRLA, COME INVECE AVVIENE IN EUROPA.



Oristano 21 Giugno 2017
Cari amici,
Ha fatto non poco scalpore un recente episodio avvento nella 5^ classe delle scuole elementari di Sant'Agnese di Modena. Il testo, consegnato in aula agli studenti, era un libro di educazione sessuale che riportava in modo esplicito (anche con chiare immagini), senza metafore e giri di parole, come "Amarsi", fare l’amore. Come riporta la Gazzetta di Modena il metodo d'istruzione utilizzato è stato giudicato dai genitori degli studenti "troppo esplicito" in relazione all’età dei bambini: 10 anni. La polemica è scoppiata per il modo ‘crudo’ in cui veniva descritto l’atto sessuale. Le illustrazioni del testo, che raffiguravano il compimento dell'atto sessuale tra un uomo e una donna, corredate da spiegazioni sull'orgasmo maschile e femminile, sono state ritenute particolarmente esplicite, prive di quella ‘fantasia’ che normalmente viene riservata ai giovanissimi. Ecco piccoli brandelli dei brani.
"Quando una donna e un uomo scoprono di piacersi - si legge nel testo scolastico diffuso sui social - desiderano stare insieme, parlano, giocano, fanno passeggiate e vanno al cinema. Si baciano e si accarezzano per tutto il corpo, esprimono con parole affettuose l'amore che provano"; segue poi la descrizione dell’atto sessuale, con la spiegazione dell'orgasmo in maniera approfondita: "Allora il pene dell'uomo diventa grande e duro e la vagina della donna si inumidisce: per tutti e due è molto bello quando la donna fa penetrare il pene rigido dell'uomo nella sua vagina. I due lo fanno muovere avanti e indietro nella vagina e provano un piacere intenso. Sussurrano, ridono felici: sono i rumori che forse qualche volta hai sentito provenire dalla camera di mamma e papà".
Indubbiamente il libro rappresenta qualcosa di particolarmente innovativo per l’italica cultura sessuale dei minori, qualcosa ritenuta assolutamente “fuori luogo”, particolarmente eccessiva e shoccante, in relazione all’età degli scolari in apprendimento. 
Il post di un padre su Facebook ha fatto scattare un’ondata di indignazione generale, che il Presidente del Comitato dei genitori, Alessandro Dotti, ha cercato in tutti i modi di frenare: "Meglio che imparino queste cose a scuola che su internet", ha sentenziato. Due visioni molto diverse, sulla necessità di iniziare l’educazione sessuale dei minori già nelle scuole elementari. Dotti precisa: "L'educazione alla sessualità fa parte dell'offerta formativa, è un progetto nelle quinte, condiviso nei Consigli di classe. A 8 anni i bambini hanno già il cellulare, le spiegazioni base vanno date, altrimenti le apprendono da Internet ed è peggio”.
Tuttavia quelle in parola appaiono lezioni ‘troppo chiare’, che lasciano perplessi diversi genitori degli alunni, come Franco Piacentini, Presidente dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada. «Mio figlio di dieci anni – ha detto - è tornato a casa molto incuriosito, dicendo che in classe si era parlato di questi temi e chiedendomi se faccio le stesse cose con la mamma». «Ovviamente non sapevo cosa rispondere – ha ribadito – perché il testo del documento consegnato ai bambini mi sembrava decisamente troppo esplicito, e perché credo che una cosa del genere andrebbe condivisa con i genitori, che così almeno sarebbero pronti a fare i conti con domande come questa… insomma, non è certo l’argomento o il fatto che se ne sia parlato a scuola a preoccuparmi, ma il modo in cui è stato affrontato, tenendo conto che si tratta di bambini di dieci anni».
Quale, allora, il metodo efficace e meno invasivo per parlare di sesso ai nostri figli adolescenti? Seppure sia qualcosa di veramente difficile, è necessario trovarlo un metodo consono a quell'età, perché ora essi mancano delle più elementari conoscenze di base sulla sessualità e in particolare sulla salute sessuale, apprendendo notizie da fonti poco attendibili (Internet in particolare) e caricandosi di idee molto sbagliate. L’educazione sessuale è qualcosa di veramente importante, da alimentare correttamente fin da giovanissimi, utilizzando un linguaggio appropriato per ogni età e approfittando di ogni occasione che si presenta, senza rinviare ad un’adolescenza matura, quando magari i danni sono già fatti in abbondanza.
Compito dei genitori è certamente quello di dare informazioni precise ai propri figli sulla sessualità, utilizzando anche i valori spirituali o religiosi. La religione parla della sessualità come di un dono di Dio, qualcosa che deve essere rispettato e in cui va trovata la gioia propria e degli altri. Questo può offrire un'opportunità in più, per far capire l’importanza della sessualità. Altro mito da sfatare è che il proprio figlio, conoscendo meglio la sessualità, sia portato per curiosità ad avere rapporti sessuali. Niente di più sbagliato. Inoltre, una conversazione con i propri figli va fatta “senza prediche”; in questo modo saremo pronti a rispondere alle loro domande e a far capire loro che stanno crescendo, che stanno per diventare adulti responsabili.
Un’ultima considerazione. Non nascondiamoci dietro un dito: parliamo con loro anche dei temi che non ci piacciono. Ci sono alcuni temi senz'altro difficili o scomodi, soprattutto perché spesso le nostre idee, i nostri concetti, sono molto diversi dai loro, che noi proprio non condividiamo. Alcuni esempi possono essere la pornografia, la masturbazione, l'omosessualità, il sesso orale, la contraccezione, la pillola del giorno dopo, l'aborto e i metodi usati per abortire, le malattie a trasmissione sessuale, l'abuso sessuale, il sexting e molto altro. Il fatto che non vogliamo che questi fatti si verifichino in casa nostra non significa che non esistano o che non se ne debba parlare. Anzi è proprio il contrario. Questo argomento è ancora impregnato di tanti tabù, ma va trattato con cognizione di causa da entrambi i genitori: è importante farlo, e il segreto sta proprio nel farlo in coppia.
La realtà, cari amici, è che il “Tabù del sesso” in Italia è ancora profondamente radicato. In Europa, nel rapporto “Policies for Sexuality Education in the European Union” (2013), pubblicato dal Dipartimento D. G. per le politiche interne del Parlamento Europeo, gli esperti hanno affermato in numerosi studi e rapporti che «un’educazione sessuale insufficiente porta ad un aumento del tasso di gravidanze in età adolescenziale e a una maggiore quantità di persone che soffrono di AIDS e malattie sessualmente trasmissibili». Per questo motivo «l'educazione sessuale dei giovani deve essere considerata come uno strumento appropriato per prevenire questi effetti negativi».  In molti degli Stati membri dell'Unione l’educazione sessuale è obbligatoria, in Italia ancora no.
Il problema è davvero molto serio e l’educazione sessuale, credetemi, è davvero qualcosa di talmente importante da riguardare la persona nella sua totalità, in quanto comprende gli aspetti fisici, cognitivi, emozionali, sociali e interattivi della sessualità. Sgombriamo il campo dalle paure: come accennavo prima, educare fin da giovanissimi alla conoscenza del sesso non incoraggia gli adolescenti a farlo, ma supporta invece il loro sviluppo sessuale e dà loro gli strumenti per conoscere i principi della riproduzione umana con le relative emozioni derivanti: i sentimenti, le relazioni interpersonali e familiari. Sapere significa avere una buona conoscenza, non solo dei lati positivi ma anche di quelli negativi. L’educazione sessuale è da iniziare quanto prima nelle scuole, ma ad una condizione: se vogliamo che risulti efficace, non deve restare un’esperienza cognitiva isolata, come apprendere una qualsiasi altra materia. Essa sarà tanto più efficace se condivisa dalle famiglie e dalla società, che dovranno essere parte integrante e partecipe; solo se le tre strutture, insieme, saranno in grado di accompagnarla, supportarla e sostenerla, l'eduzione sessuale raggiungerà appieno la sua efficacia.
Cari amici, da noi in Italia questo tema, purtroppo, è ancora qualcosa che scandalizza, che divide, lasciando però in questo modo i ragazzi a cavarsela da soli. Sarà pertanto necessario che anche da noi si faccia senza falsi pudori “un coraggioso passo avanti”; ne va non solo del dovere che abbiamo nei confronti dei nostri giovani, ai quali dobbiamo dare la necessaria conoscenza di un problema della massima importanza, ma anche della salute fisica e mentale, loro e delle future generazioni.
A domani.
Mario


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