Oristano
22 Giugno 2017
Cari amici,
Continuano a morire i bimbi trasportati in auto da genitori sempre più indaffarati, con mille altri pensieri per la testa. Muoiono perché “dimenticati” dai loro genitori all'interno dell'autovettura, spesso incolpevolmente, in quanto i ritmi della vita moderna non danno tregua a nessuno. Si amici, queste morti stanno diventando un’emergenza in tutto il mondo. Muoiono di ipertermia,
arresto cardiaco, asfissia, in quanto intrappolati sotto il sole o senz’aria, mentre i genitori hanno ripreso la loro attività lavorativa. Le statistiche dicono che l'87% dei decessi
riguarda bambini fino a 3 anni di età, come riporta KidsandCars.org, l’Associazione
statunitense impegnata nella campagna di informazione e prevenzione, che
sottolinea come nel 55% dei casi il copione sia sempre molto simile: il
genitore era sicuro di aver lasciato il bambino al nido, all'asilo, dalla babysitter.
Negli Stati Uniti muore
nell'abitacolo dell'auto di famiglia un bambino ogni 10 giorni, e numerosi sono
i casi simili praticamente in tutto il mondo. In Europa di dati a disposizione
ne abbiamo ben pochi. Non esiste ancora un database con una casistica di morte
infantile specificatamente codificata, come ha confermato l'Istat. In Francia,
la Commissione per la sicurezza dei consumatori ha riportato 24 casi tra il
2007 e il 2009. In Italia i casi sono più
o meno noti. L’ultimo in ordine di tempo è quello della bimba di 16 mesi morta in
quanto era stata dimenticata in auto dalla madre.
Eppure nel nostro
Parlamento giace una proposta di legge che potrebbe portare a soluzione l’increscioso
fenomeno, ma risulta da tempo abbandonata. È una proposta
seria che, se approvata, sarebbe in grado di salvare delle giovanissime vite umane. Essa riguarda
l’emanazione di norme specifiche per dotare gli obbligatori seggiolini
porta-bambini nelle auto, di una strumentazione aggiuntiva, in grado di ricordare
a chi li trasporta la presenza dei piccoli nell’abitacolo.
Il recente fatto di
cronaca prima riportato ha nuovamente allertato la sensibilità degli italiani,
e questo ha nuovamente fatto tornare alla ribalta la necessità di una normativa
che preveda nelle auto degli allarmi che segnalino la presenza dei bambini e dunque
la possibilità che essi vengano “dimenticati” nei veicoli. La proposta prima
accennata, nonostante il tempo trascorso, è però ancora in discussione in Commissione
Trasporti alla Camera. Il testo, che porta la firma di Gianni Melilla (di Sel),
è stato depositato a Montecitorio, pensate, il 10 Ottobre 2014!
La proposta, presentata
sull’onda della tragedia che nel 2013 vide il piccolo Luca Albanese morire a
causa del suo tragico abbandono nell’automobile del padre, continua però a restare
lettera morta. Il padre Andrea da allora è costantemente impegnato a
sensibilizzare le Istituzioni affinché rendano obbligatorio un sistema di
allarme nei seggiolini per prevenire l’abbandono (per distrazione o
dimenticanza) dei bambini nell’auto che può diventare la loro tomba. L’inerzia
dimostrata dal nostro Parlamento, inoltre, risulta ancora più grave in quanto
nella proposta presentata veniva anche segnalata l’esistenza di un dispositivo
(brevetto italiano), premiato dal Centro nazionale delle ricerche e messo a
punto da un gruppo di studenti di un Istituto Tecnico di Bibbiena.
L’interessante progetto
consisteva in un particolare seggiolino salva bimbi, contenente un sistema di
allarme in grado di segnalare la presenza del bambino nel seggiolino quando si
spegne il motore e si chiude la portiera dell’automobile. La proposta, semplice
e poco complicata, proponeva una modifica all’articolo 172 del Codice della
strada per rendere obbligatoria l’adozione di un sistema di allarme in grado di
segnalare la presenza di un bambino nel seggiolino a bordo del veicolo. Proposta
di legge, a mio avviso, che, contrariamente a quello che è successo, avrebbe
dovuto avere un iter accelerato! Ma così non è stato.
Il testo è stato
discusso congiuntamente ad altre proposte di legge in commissione Trasporti a
partire dal 1° Aprile del 2015 ed è approdato in Aula nel Giugno dello stesso
anno. E' stato, però, a quel punto rimandato in Commissione in attesa
dell'approvazione di una più ampia Legge Quadro di modifica del Codice della
strada. Nel Novembre del 2016 l'esame è ripartito in Commissione, ma al momento
il provvedimento non è nel calendario d'Aula. Una volta avuto l'ok della Camera
in prima lettura dovrà comunque passare al Senato. Tempi ancora lunghi, dunque.
Cari amici, siamo il
Paese dei bizantinismi, del trito e ritrito tira
e molla, del vai e vieni delle
leggi in Parlamento, dell’allungare sempre il brodo, mentre i problemi restano
sul tappeto e spesso si incancreniscono. Come in questo caso. Siamo la Patria
del diritto, almeno teoricamente, con una grande tradizione giuridica. Perché allora
non si provvede a risolvere certi problemi? Difficile dirlo.
Il problema però resta e, intanto, i bambini continuano a morire.
Il problema però resta e, intanto, i bambini continuano a morire.
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento