Oristano 11 agosto 2022
Cari amici,
Su Sovranismo e Populismo
ho già parlato su questo blog in data 28 aprile 2021. Chi fosse interessato
può, cliccando sul seguente link, andare a leggere quanto scrissi allora:
http://amicomario.blogspot.com/2021/04/rispuntano-populismo-e-sovranismo-le.html.
Gli ultimi eventi, non ultimo quello che ha fatto sciogliere il Parlamento al
nostro Presidente Sergio Mattarella, non fanno che confermare la
crescente insofferenza, anche nel nostro Paese, per la perdita di potere nazionale
che l’ingresso in Europa ha creato.
Si, ormai è una realtà: l’antico
e mai scomparso “sovranismo” sta riprendendo piede in maniera forte. Dopo un
periodo, durato circa 70 anni, di ricerca di coesione tra i popoli (in Europa
con la nascita dell’Unione Europea), riappare con forza il rinnovato desiderio
di ritrovare quella “Sovranità nazionale” perduta, magari un po’ diversa dal vecchio
nazionalismo caro alla destra. Oltreoceano, negli Stati Uniti, le idee
sovraniste sono cresciute all’ombra dell’ex Presidente Donald Trump, autore di politiche
protezionistiche e anti immigrati, mentre nel vecchio continente risultano in
costante ascesa i movimenti sovranisti di diversi Stati membri dell’Unione
Europea, alla quale contestano la crescente perdita di poteri nazionali.
Il “Sovranismo”, amici, è
un neologismo che fa a pugni con la via che le democrazie occidentali hanno
preso, in particolare dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale; derivato dal sostantivo
sovrano e mutuato dal francese souvrainisme, come troviamo nell’enciclopedia
della Treccani on line, il sovranismo sta ad indicare una "posizione
politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da
parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della
globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovrannazionali di
concertazione". Il sovranismo, in altre parole si oppone al
trasferimento di poteri e competenze dallo Stato nazionale a un organo
internazionale. I cittadini considerano infatti questo processo una minaccia
all'identità nazionale o un attentato ai principi della democrazia e della
sovranità popolare.
Questo “Nuovo sovranismo”, non è, come quello vecchio,
appannaggio della destra, essendo in realtà sia di destra che di sinistra. Esso
accoglie, infatti, al suo interno temi cari tanto a certi movimenti di destra,
quanto a certi movimenti di sinistra. Da destra vengono soprattutto le dispute
sui confini, con una talvolta manifesta ostilità nei confronti di migranti; dalla
sinistra sovranista invece provengono le rivendicazioni contro le politiche
liberiste europee viste come la lunga mano del capitalismo finanziario globale.
Entrambi i tipi di sovranismo scelgono il protezionismo economico e dei confini
come risposta in grado, a loro avviso, di tutelare al meglio gli interessi dei
popoli.
Questa rinnovata “spinta
sovranista” (leggi, ultranazionalista) che investe in questo momento l'Italia a
ridosso delle elezioni del prossimo settembre, pare prevedere una forte impennata di
consensi al partito di Giorgia Meloni; spinta nazional-sovranista che appare alquanto simile a quella che non
molto tempo fa portò all’uscita dell’Inghilterra con la Brexit, così come leader di Stati appartenenti all'UE come Orban
ed Erdogan, stanno mettendo in crisi il sistema integrato
dell'Unione Europea. Perché sta succedendo tutto questo? I motivi, in realtà,
sono alquanto diversi.
Quando ormai non pochi
anni fa, si tentò, apparentemente con successo, la carta della “Globalizzazione”,
in non pochi Stati questa “miscellanea di economie e di culture” creò squilibri
di non poco conto, con pesanti perdite sia economiche che di posti di lavoro,
oltre che di natura fiscale e tributaria, con, non ultima, una perdita di identità
nazionale. Credo proprio che questo rigurgito di “Nuovo sovranismo”, sia da attribuire,
almeno in parte, dalle derive portate dalla globalizzazione.
Secondo molti giuristi i
sovranisti rivendicano il diritto della maggioranza nazionale di decidere la
via da seguire a prescindere dai vincoli giuridici internazionali, istituiti
dopo la Seconda guerra mondiale allo scopo di evitare nuovi conflitti. La
stessa Europa è nata proprio con questo nobile obiettivo. La grande questione
democratica aperta oggi dal sovranismo (non solo in Italia), è soprattutto
questa: fino a che punto è lecito prescindere dalle regole internazionali in
nome della volontà popolare? In altre parole: è possibile rispettare le istanze
popolari, senza stravolgere gli equilibri internazionali e soprattutto senza
creare le premesse per futuri conflitti nazionali?
Cari amici, un'ultima considerazione personale. A mio avviso la crescita
costante dei sovranisti è alimentata dal forte risentimento popolare nei confronti delle
élite politiche nazionali (non solo del nostro Paese ma di molti altri appartenenti all'UE), incapaci di portare a compimento quel processo di
integrazione europea iniziato oltre 70 anni fa. Un immobilismo che è considerato
praticamente un fallimento! Oggi, il pensiero sovranista, proprio in considerazione dell’incapacità
di arrivare a completare realmente il processo di vera integrazione tra i Paesi
dell’Unione, intende rilanciare l’alternativa nazionale all’europeismo. Sono convinto che, senza un forte passo in avanti verso una "vera nazione europea", se non si accantona quell’immobilismo che è durato ben oltre mezzo secolo promuovendo strategie istituzionali e politiche
pubbliche di reale integrazione, credo che l’UE potrebbe presto arrivare al capolinea.
Questo scottante tema lo
riaffronterò dopo le elezioni politiche del prossimo settembre.
A domani.
Mario
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