Oristano 15 agosto 2022
Cari amici,
Oggi è "FERRAGOSTO", e colgo l'occasione per fare i miei AUGURI a tutti Voi. Il post di oggi parla di un problema davvero importante e difficile: l'aborto. La recente sentenza della
Corte Suprema degli Stati Uniti ha scatenato un grande panico anche fuori dagli USA. Una
decisione, quella della Corte suprema americana, che ha inteso abolire il diritto all’aborto come
principio costituzionale, scatenando una vera e propria rivoluzione anche al di fuori dei confini Usa. Una decisione che, a sentire i media, condanna milioni di donne
in America, togliendo loro la libertà prima concessa. La legge che consente l'aborto, come sappiamo, è operativa anche in Italia.
La contestata sentenza della
Corte Suprema, tuonano i media, pare riportare l’America indietro nel tempo, ovvero alla
situazione precedente il 1973; fu in quell'anno infatti che venne emanata la storica sentenza Roe VS Wade
del 1973, che garantiva il diritto di aborto a livello federale ora revocato. Ora saranno
i singoli Stati, di volta in volta, a stabilire quando e se l’aborto possa
essere praticato.
Amici, da cristiano,
credo che l’aborto libero sia qualcosa certamente da evitare, ma ci sono casi,
comunque, nei quali l’aborto diventa una necessità. A 40 anni dall'entrata in
vigore in Italia della legge 194, anche la Chiesa (riporto quanto affermato da Padre
Maurizio Faggioni, docente di Teologia morale alla Facoltà Teologica
dell'Italia Centrale) ha manifestato, seppure con sofferenza, determinate aperture. Padre Faggioni si è soffermato nella sua riflessione sull’aborto eugenetico, l’aborto cioè di creature che presentano
malformazioni e sull’aborto terapeutico, che potrebbe applicarsi più
propriamente a quelle interruzioni di gravidanza che sono operate per evitare
gravi rischi a madri, affette, per esempio, da insufficienza renale o
cardiopatie nelle quali la gravidanza determina un peggioramento delle
condizioni fisiche.
Un altro grave caso analizzato è
quello dell’aborto praticato dopo uno stupro. In pace, in guerra, dopo una violenza su donna
non consenziente, oppure dopo un atto sessuale estorto a donna mentalmente
handicappata: sono tante le storie che creano immenso dolore. Nessuno vuole ergersi ad accusatore
di donne terrorizzate e umiliate che vivono una gravidanza possibile o in atto
come un prolungarsi della violenza invasiva dello stupratore - sostiene Padre Faggioni - ma non possiamo
chiudere gli occhi di fronte ad una verità: la soppressione di questa creatura,
indesiderata e concepita in un modo indegno della persona, è una violenza che
si aggiunge ad una violenza. In questi frangenti diventa essenziale il
consiglio e il sostegno di persone competenti e generose.
La precisa e saggia
analisi fatta da Padre Faggioni si conclude con queste parole: “Ho
delineato alcune situazioni delicate che chiedono di essere affrontate con
misericordia, delicatezza e saggio discernimento, ma sia chiaro che in nessuna
situazione la coscienza dei credenti può giustificare o approvare la
soppressione volontaria e ingiustificata di una vita umana che, fragile e
innocente, è affidata alle nostre mani”.
Tornando alla situazione
americana, i media parlano di ritorno al passato, al medioevo, quando quasi
mille anni fa funzionava (in Italia lo sappiamo bene) la “Ruota degli
esposti”, praticamente un cesto-culla rotante che permetteva alle donne che
volevano abbandonare in sicurezza un neonato di farlo in totale anonimato. Il
bambino veniva depositato nella cesta-culla, posizionata in strada sulla
facciata di chiese o ospedali, per poi farla ruotare in modo che
"l'esposto" andasse all’interno dell’edificio. Qui una campanella
suonava avvisando della sua presenza e assicurando così che qualcuno se ne sarebbe preso cura. Oggi in Italia, dove il parto in anonimato è garantito dalla legge e può
essere fatto in ospedale, in modo tale da garantire la possibilità a chi per
paura (famiglie di immigranti irregolari che temono il rimpatrio) o per
ignoranza non è a conoscenza del percorso garantito dalla legge.
Cari amici, questa legge
della Corte Suprema, però, a mio avviso non fermerà gli aborti. Negare
l’accesso all’aborto alla luce del sole fermerà solo gli aborti sicuri e legali,
ma incentiverà quelli clandestini, contribuendo ad arricchire chi specula
proprio sulla salute delle donne. La negazione di un diritto porta sempre
dietro di sé conseguenze dannose, pericolose e mortali. Nel lungo periodo ci si
accorgerà che la guerra all’aborto significherà aprire le porte all’aborto
clandestino, ai rischi per la salute delle donne e al degrado della loro
dignità.
A domani.
Mario
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