Oristano 28 aprile 2021
Cari amici,
Le guerre non sono solo quelle che si
combattono con la spada, i fucili ed i cannoni o addirittura col nucleare. Ci
sono le così dette “Guerre fredde” che abbiamo vissuto nel secolo scorso, con
la divisione del mondo in due blocchi, e guerre sotterranee, dirette contro un nemico invisibile come il Covid-19 che stiamo affrontando oggi, che si cerca di combattere rinserrandosi dentro le proprie “Mura virtuali”
(tentando a volte anche di costruirne di reali, come l’ipotesi del “muro” tra
USA e Messico), come hanno cercato di fare gli Stati Uniti, affermando al resto del mondo
il loro egoistico, “America First”.
Amici, un egoismo di ritorno, quello che stiamo vivendo, che mette
fine al dialogo e alla solidarietà fra popoli e nazioni, che certamente contribuirà
a portare l’uomo indietro nel tempo, come ai lontani tempi dell’hobbesiano
“Homo homini lupus”. Sembra arrivato il momento di rimettere in discussione un
percorso di crescita e di amicizia solidale, un azzeramento di quel “Melting
Pot” che consentì all’America di diventare quello che è diventata, miscelando
tanti popoli, culture e modi di vivere, e creando una Comunità più ampia e
aperta.
Il realtà a me da l’impressione che “POPULISMO E SOVRANISMO”, stiano
addirittura mettendo in discussione lo stesso concetto di popolo, ovvero di quella
“Collettività” etnicamente omogenea, accomunata da lingua, cultura, origini e
tradizioni; una collettività, però, non chiusa in se stessa ma aperta al
dialogo, all’incontro ed allo scambio, in una posizione altruistica e non
grettamente egoistica. Oggi sarebbe irrealistica una Comunità rinchiusa nella
propria fortezza, incurante dei bisogni dei popoli vicini.
A creare queste condizioni di chiusura hanno certamente contribuito gli
avvenimenti mondiali degli ultimi 20 anni, che, hanno visto il
sovrasfruttamento del pianeta, causa prima della rivoluzione del clima e dei
disastri conseguenti, che hanno costretto milioni di
persone a migrare, a trasferirsi in altri Continenti. Questa
migrazione senza limiti, ha creato prima panico e poi reazioni inconsulte, e in
molte nazioni la crescita del “Populismo e del Sovranismo”; situazioni avverse che hanno creato le
condizioni per un rifiuto che di umano non ha più nulla, distruggendo quella
solidarietà che in precedenza si era faticosamente raggiunta.
In realtà nel mondo cresce una globalizzazione selvaggia, mal governata ed egoistica, che ha accentuato le differenze esistenti all’interno delle diverse
società, anziché diminuirle: la coesistenza pacifica tra culture e religioni, un tempo lontane e
separate, si è rivelata alquanto difficile (basti pensare alla sempre più
numerosa presenza nel mondo dei fedeli islamici e degli aderenti alle religioni
orientali), e la nascita di conflitti si è estesa sempre di più, raggiungendo
livelli sempre più alti.
A questa situazione, già di per sé abbastanza difficile, si è ora
aggiunta la pandemia portata dal COVID-19, che si è rapidamente diffusa in
tutto il mondo, incurante di ogni barriera, ne fisica ne culturale. Insomma, si
è perso per strada il concetto di solidarietà, di pacifica convivenza fra
diversi, dimenticando che, al di là delle nazioni,
delle differenti religioni e culture, l’Umanità è una sola, che tutti i popoli che abitano la terra
costituiscono un’unica “COMUNITÀ”, perché nessuno è in grado di salvarsi da
solo, in quanto siamo tutti sulla stessa barca! Ci si può salvare solo
cooperando insieme, solo affrontando compatti e coesi le difficoltà, come
quelle del cambio climatico, dell’aumento della temperatura del pianeta e anche affrontando compatti la pandemia creata dal Covid-19.
Solo lavorando insieme possiamo cercare di affrontare i cambiamenti
climatici in corso, quelli derivanti dall’inquinamento ambientale e dal consumo
dissennato delle risorse non rinnovabili del pianeta. Se i popoli di questo
martoriato pianeta vorranno affrontare seriamente i problemi del millennio in
corso, combattendo e superando le avversità che oggi viviamo (e certamente
anche le prossime che ci attendono), è tempo che si convincano che la sfida potrà essere vinta solo cooperando insieme, perché nessuno vincerà la sfida da
solo; perciò nessun popolo può estraniarsi dal destino degli altri: siamo tutti
sullo stesso fragile vascello!
Cari amici, i fautori del “Populismo e del Sovranismo”,
è tempo che si spoglino delle incrostazioni egoistiche possedute che cercano di
trasmettere ai popoli amministrati ed agli altri popoli del mondo. La patologia sociale che li contraddistingue,
che manifestano diffondendo la cultura dell’isolamento e del disprezzo per
l’altro, va subito curata, mandata al macero; operino, invece, introducendo la
cultura dell’uguaglianza e della fraternità. Papa Francesco ce lo ha ricordato anche di recente: sulla terra c’è un unico popolo creato da Dio, che deve camminare
unito, perché siamo tutti fratelli. Allora facciamo di tutto per promuovere il dialogo
sociale, per cooperare tutti insieme, per costruire, tutti insieme, seppure ciascuno
nelle proprie diversità, un futuro mondo di fratellanza e di pace.
A domani.
Mario
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