martedì, aprile 20, 2021

IL VELENO, UN’ARMA IN DOTAZIONE A MOLTE SPECIE CHE SPESSO È LETALE. L’ORGANISMO LA AGGIORNA IN CONTINUAZIONE, E IN FUTURO QUEST’ARMA POTREBBE SVILUPPARSI ANCHE NELL’UOMO.


Oristano 20 aprile 2021

Cari amici,

Chi più di altri ama trascorrere il tempo libero immerso nella natura, in particolare durante la bella stagione, sa bene che non gli mancheranno occasioni d’incontro con diversi animali dotati di un’arma alquanto pericolosa: il veleno. Non parlo solo delle vipere o degli scorpioni, dei rospi o delle vespe, ma di tanti altri, in quanto l’elenco sarebbe davvero molto lungo. In natura ci sono tanti esseri viventi dotati di arsenali tossici, usati sia per difesa che per caccia, veleni che nella specie si sono selezionati in milioni di anni di evoluzione. La storia di quest’arma, spesso micidiale sia per le prede ma anche per l’uomo, parte da lontano: è iniziata milioni di anni fa. La domanda che ci poniamo, però, è questa: come ha avuto origine, quali i meccanismi che l’organismo ha creato per la sopravvivenza delle varie specie? È una storia antica ma mai statica, in quanto costantemente aggiornata. Proviamo a dare uno sguardo.

Di recente gli scienziati dell'Okinawa Institute of Science and Technology Graduate (OIST) e dell'Australian National University hanno affrontato questo tema, partendo dalle origini. I ricercatori hanno constatato che i sistemi utilizzati dalle diverse specie che utilizzavano il veleno orale, si erano evoluti più volte in numerosi vertebrati, consentendo così lo sfruttamento delle nicchie predatorie presenti nel loro habitat. Ciò che, però, non è stato ancora ben chiarito è il “come e quando” questi arsenali tossici si erano evoluti. Quello che si è scoperto, invece, è un dato altrettanto importante: che i meccanismi e i geni di quelle particolari ghiandole velenifere si trovano anche nelle ghiandole salivari di tanti animali che al momento non producono veleno, compresi noi umani!

Gli scienziati hanno affermato che "Il tessuto salivare della maggior parte dei mammiferi produce grandi volumi di miscele molto diluite, mentre le ghiandole del veleno di serpente, per esempio, producono miscele altamente concentrate di diverse tossine". La realtà è che in teoria vi sono ancora tanti punti in comune tra noi, esseri non velenosi, e i diversi animali portatori di questi potenti veleni, facendo scattare l’equazione che in futuro il nostro percorso evolutivo potrebbe portarci proprio in quella direzione, ovvero diventare anche noi velenosi!

Si, amici, secondo gli scienziati non è escluso che, in futuro, la saliva degli esseri umani e di molti altri animali potrebbe diventare velenosa! Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista PNAS, hanno individuato una base genetica necessaria per l’evoluzione del veleno orale, presente sia nei rettili come nei mammiferi. La ricerca fornisce anche la prima prova concreta di un legame molecolare tra le ghiandole velenose dei serpenti e le ghiandole salivari dei mammiferi. Nelle ghiandole velenose del serpente Habu taiwanese, gli studiosi hanno identificato 3.000 di questi geni “cooperativi” e hanno concluso come essi svolgono un ruolo importante nella protezione delle cellule dallo stress causato dalla produzione di molte proteine.

I ricercatori hanno anche esaminato i genomi di altre creature, inclusi i mammiferi, come cani, scimpanzé e gli esseri umani, scoprendo che essi contenevano delle versioni analoghe di questi geni. Analizzando i tessuti delle ghiandole salivari dei mammiferi, il team di ricerca ha scoperto come i geni seguissero un modello di attività simile a quello osservato nelle ghiandole del veleno dei serpenti, suggerendo come questi due tipi di ghiandole condividessero un “antico nucleo funzionale”.

Agneesh Barua, il primo autore dello studio, ha spiegato in un’intervista come questa ricerca fornisca “la prima vera prova per la teoria secondo la quale le ghiandole velenose si siano evolute dalle prime ghiandole salivari”. Mentre i serpenti incorporavano molte tossine diverse nel loro veleno e aumentavano il numero di geni coinvolti nella loro produzione, i mammiferi, come i toporagni, “producono un veleno più semplice che è molto simile alla saliva”, ha spiegato Barua. L’apparente facilità con cui la funzione delle ghiandole salivari può essere ”riutilizzata” per trasformarsi in sostanza velenosa, insieme agli esperimenti degli anni ’80 che hanno dimostrato come i topi maschi producono composti nella loro saliva che sono “altamente tossici quando iniettati in altri ratti”, permettono di supporre che, in determinate condizioni ecologiche, “in poche migliaia di anni potremmo trovare topi velenosi”, così come, allo stesso modo, non si può escludere che anche gli esseri umani possano in futuro diventare velenosi!

Cari amici, la realtà di oggi è che circa 100 mila specie tra insetti, rettili, molluschi, anfibi, mammiferi, persino uccelli, possiedono la loro “arma velenosa”. Animali estremamente diversi, che non discendono da un unico antenato, ma hanno sviluppato l'abilità di produrre veleno più volte, separatamente e in tempi e contesti geografici distanti, semplicemente perché risultava vantaggiosa per la loro sopravvivenza. L’evoluzione è partita 600 milioni di anni fa, se pensiamo che i celenterati come le meduse detengono lo scettro dei più antichi animali velenosi! Ma anche i rettili sono presenti sulla terra da circa 54 milioni di anni, e l’evoluzione continua.

Ebbene, a me fa paura pensare che in questo millennio, o in quello successivo, anche la nostra specie umana potrà diventare “fisicamente velenosa”, perché virtualmente – a dire il vero – un po’ lo è già!

A domani.

Mario

 

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