Oristano 3 dicembre 2023
Cari amici,
Seppure oggi le
competenze non manchino, per tanti giovani trovare un posto di lavoro adeguato
alla preparazione ricevuta non è proprio facile. La disoccupazione giovanile
resta alta, e le scarse richieste sul mercato vanno affrontate con grande
attenzione e preparazione, utilizzando anche dei piccoli accorgimenti che
potrebbero fare la differenza. Una volta inviati i curricula e ricevuta una
chiamata per un colloquio da un’azienda, è necessario passare sotto le forche
caudine di un selezionatore; a questo punto risulta importantissimo arrivare
preparati, cercando di evitare anche le possibili “trappole” che un buon
selezionatore pone di fronte ai candidati.
Già essere riusciti ad essere
convocati significa che il nostro curriculum ha trovato interesse in quell’azienda;
ciò è una buona base di partenza, a cui deve però seguire la costruzione, da parte
del candidato, di un colloquio soddisfacente con il selezionatore. È questo un
momento molto importante, in quanto rappresenta un’opportunità per l’azienda
che seleziona; il colloquio serve per acquisire tutta una serie di informazioni
sulle capacità di cui il candidato è dotato per poter essere assunto e poter
così arrivare a ricoprire la posizione vacante a cui aspira.
Per arrivare preparati al
colloquio, il candidato dovrebbe conoscere molto bene determinate “regole”, necessarie
per farlo valutare positivamente dal selezionatore. Regole che sinteticamente
possono essere riepilogate in un piccolo decalogo comportamentale che,
se applicato correttamente, può fargli superare agevolmente “l’esame” a cui
verrà sottoposto, da un esaminatore che, quanto a competenza, nella valutazione
dei candidati, ne ha certo a sufficienza.
La prima regola
del decalogo è quella di arrivare tassativamente in orario (meglio un po’
prima) e con una buona conoscenza dell’azienda che lo vuole selezionare.
Mostrarsi preparati sull’attività svolta dall’azienda farà capire al
selezionatore l’interesse che il candidato ha di lavorarci; questa conoscenza
lo agevolerà anche a superare le domande riguardanti il suo possibile utilizzo
nei processi lavorativi di cui lui, in caso di assunzione, dovrebbe occuparsi.
La seconda è quella
dell’aspetto fisico. È molto importante la cura della persona (capelli in
ordine, barba curata, e l’abbigliamento). Innanzitutto il look dovrebbe essere
adeguato all’immagine aziendale, quindi potrebbe essere utile fare in anticipo
qualche ricerca per individuare l’eventuale dress code dell’azienda in
cui si fa il colloquio. In sintesi, il suggerimento è quello di un
abbigliamento sobrio, utilizzando colori possibilmente neutri.
La terza regola è
quella di cercare l’occasione, durante il colloquio, di provare a valorizzare
gli studi fatti, gli eventuali master e le precedenti esperienze lavorative.
Parlare in modo dettagliato del corso universitario seguito, degli stage post
laurea effettuati e, se attinente al settore aziendale in parola, accennare al valutatore che la scelta
della tesi di laurea, era stata fatta per inseguire il sogno di un lavoro in
quel settore. Aggiungere, poi, anche le esperienze fatte in precedenza. Insomma,
meglio giocare sempre l’eventuale asso nella manica, per dimostrare che si ha
grande interesse per quel lavoro.
Come quarta regola:
mostrare vero interesse e motivazione verso le attività svolte dall’azienda
e, in particolare, sul tipo di lavoro che, se assunti, si dovrebbe andare a
svolgere. L’assenza di motivazione è una delle cause principali del mancato
successo nei colloqui; quindi, fare attenzione a quello che si dice e a come lo
si dice, per essere sicuri di trasmettere tutto il proprio coinvolgimento per
quel lavoro.
La quinta regola
riguarda la flessibilità: La flessibilità è un must! Si tratta di una
delle soft skills più cercate dalle aziende, nell’attuale mondo del lavoro, che
subisce cambiamenti veloci e a volte improvvisi; il lavoro richiede una grande
capacità di adattamento. Essere flessibili, senza dare peso a cambiamenti che
spesso sono anche faticosi, significa dimostrare lealtà e attaccamento all’azienda.
Ciò significa essere disponibili e pronti a modificare gli orari di lavoro o le
proprie mansioni in azienda, a fare straordinari, a svolgere trasferte e
quant’altro per il buon andamento aziendale.
Ecco la sesta regola.
Oltre a saper parlare, bisogna che anche il linguaggio del corpo segua
il filo del discorso. Il linguaggio del
corpo è molto importante durante un colloquio di lavoro, in quanto i valutatori vi prestano moltissima attenzione. Bisognerebbe avere un ottimo self control, riuscendo
sempre a controllare i possibili segni di tensione; lo si può fare assumendo
una postura e un atteggiamento aperti, tali da trasmettere interesse e
tranquillità.
La settima regola
è mostrare curiosità e apertura all’aggiornamento. Altra cosa
importantissima, quando se ne ha l’occasione, è fare domande al
selezionatore, per cercare di approfondire gli aspetti pratici del lavoro che
si dovrebbe andare a svolgere; questo è un modo per mostrare reale interesse al
possibile, futuro lavoro. Per quanto ovvio, evitare in questa fase di fare
domande su ferie, stipendi, rimborsi spese, ecc..
Amici, ho lasciato alla
fine le ultime 3 regole del piccolo decalogo, che sono davvero particolari.
Sono un sincero consiglio a non cadere in alcune trappole che, di norma, i
selezionatori pongono. Partiamo dalla prima delle tre, ovvero l’ottava
regola: il consiglio è “mentire sulle ragioni” che hanno portato il
candidato a lasciare il lavoro precedente. Se, per esempio, lo si è fatto perché
non si legava col capo o con i colleghi, non bisogna dirlo: il selezionatore
penserebbe che il candidato è un tipo difficile, che non lega col capo e con la
squadra. È meglio trovare una scusa esterna!
La nona regola è
ancora un “mentire” sul motivo per cui si vorrebbe quel lavoro. Se le
ragioni sono l’ottimo stipendio, se è pur vero che tutti quelli che cercano
lavoro lo fanno per lo stipendio, mai dirlo. Un’affermazione di questo tipo è per
l'azienda un campanello d'allarme, perché si pensa che questa sia l’unica
ragione. Bisogna, invece, far credere di essere lì per portare avanti la
visione dell'azienda, che l’essere candidati a quel ruolo è il risultato di un
sogno da realizzare, sentendosi perfetti per svolgere quel compito.
Anche la decima regola
è un altro mentire. Alla domanda «Quali sono, in linea di massima, i tuoi
piani per il futuro», mai essere sinceri. Mai esternare il proprio "sogno segreto", che magari è ben lontano dall'attività svolta da quell’azienda, perché magari il sogno è quello di arrivare ben più in alto. La risposta può essere solo una: «Restare
tutta la vita in azienda, fare di tutto per vederla crescere, camminando
insieme per cogliere tutte le nuove opportunità che si presenteranno». Infatti,
tutte le aziende vogliono una persona talentuosa che rimanga con loro e cresca
con loro! In chiusura, alla fine del colloquio, ringraziare sempre, qualunque
sia stato l’esito.
Cari amici, indubbiamente
non è facile, ma viviamo tempi in cui per arrivare alla meta nulla può essere lasciato al caso.
A domani.
Mario
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