Oristano 4 dicembre 2023
Cari amici,
Che la Globalizzazione
abbia modificato sostanzialmente la vita economica e sociale delle nazioni è un dato di fatto. In
precedenza ogni nazione, aveva gelosamente conservato storia, tradizioni e
culture, che, una volta fatto l'ingresso in un mondo globalizzato, stanno
lentamente scomparendo. È così iniziato un processo di amalgama, di
contaminazione e di movimentazione, che, come prima conseguenza, ha portato allo
spopolamento di determinate zone ed alla concentrazione in altre, sia all’interno
della propria nazione che di altre. Questo il reale risultato dell'economia globale, che ha creato esodi (con retribuzioni al ribasso) spesso drammatici. L’Italia, in questo processo di “esodo” tra
nazioni (anche tra regioni) ha pagato un alto prezzo.
Un processo di esodo,
quello relativo all’Italia, che ha creato un drastico spopolamento (particolarmente
grave in alcune zone) ed una pericolosa desertificazione demografica. I dati
ISTAT hanno messo in luce che lo spopolamento maggiore è avvenuto nei confronti delle
nuove generazioni, data l’alta emigrazione di giovani laureati verso l’estero. Questa
fuga di molti giovani seri e capaci, per l’Italia è diventato un serio problema!
Le ragioni, però, ci sono
tutte: un Paese come il nostro calza troppo stretto ai giovani validi e
preparati. Sono ricercatori, studiosi e scienziati, che, viste le enormi
difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro qualificato, hanno scelto la
cosiddetta “via di fuga”! Sono menti eccelse, che all’estero trovano senza
troppa difficoltà lavoro, benessere, opportunità e welfare, trasferendosi così in
nazioni dove il loro lavoro è maggiormente apprezzato e retribuito.
I terribili numeri della
statistica lo dimostrano: nel decennio che va dal 2008 al 2018, il trend dei
laureati in fuga dall’Italia è cresciuto dal 25 al 31 %, pari a più di 400.000
giovani Nel nostro Paese, la Sardegna, che per le sue caratteristiche è
una delle Regioni maggiormente colpite dalla desertificazione demografica
italiana, il deserto è totale.. La Sardegna non solo è un’isola in termini
geografici, ma è una terra “isolata”, lontana e trascurata dall’Italia, sia
come collegamenti che in termini sociali, produttivi, infrastrutturali e
lavorativi. La Sardegna oggi soffre di uno spopolamento e sradicamento
culturale e sociale che impedisce qualsiasi possibilità di sviluppo e parità
con le altre regioni.
Amici, dopo lo spopolamento
degli anni Sessanta del secolo scorso, dovuto alla crescita
dell’industrializzazione e del boom economico di quegli anni (allora, però, la
presenza dei giovani era garantita dalle nuove generazioni), adesso l’esodo è
frutto della fuga dall’isola proprio dei giovani, che hanno dato vita ad una
seconda forma di spopolamento. Una fuga ineludibile, che porta i giovani capaci
e titolati a trasferirsi fuori dalla Sardegna, in una regione del nord oppure
all’estero.
La fuga e lo spopolamento
giovanile appaiono purtroppo in aumento, privando in questo modo la nostra
terra delle menti capaci di migliorarla. Sono dati preoccupanti, amici, se
pensiamo che ogni anno sono 3.500 i sardi che abbandonano l’isola, secondo i
dati recenti. Dal 1995 ad oggi gli emigrati sardi all’estero sono
stati oltre 40mila, con oltre 27mila giovani trasferitisi definitivamente. Oramai, buona parte dei giovani validi dopo il diploma o la laurea, manifestano chiaramente la loro volontà di sfruttare la così detta "mobilità internazionale", cogliendo le opportunità presenti all'estero, senza pensare ad un successivo ritorno a casa.
Purtroppo questa
emigrazione intellettuale ha un impatto significativo sulla crescita e lo
sviluppo della nostra isola, che evidenzia un futuro sempre più incerto.
L'abbandono di validi professionisti, ricercatori, e giovani talentuosi,
rappresenta la perdita di risorse umane di alto valore per la nostra terra.
Tuttavia, non si tratta solo di una questione numerica di emigrazione, di
"fuga", ma anche della perdita di una grande opportunità per il
futuro sviluppo della nostra Regione. Questi giovani seri e capaci avrebbero,
finalmente, potuto creare le condizioni per quello sviluppo oggi mancante,
nonostante le risorse potenziali che in Sardegna esistono.
Cari amici, il potenziale
che ha la Sardegna credo che sia di valore inestimabile. La Sardegna è una
terra che ha tutto: da una miriade di siti archeologici antichissimi (tanto che
l’isola potrebbe essere definita un museo a cielo aperto), alla sua storia, alla
sua cultura e alle innumerevoli tradizioni, oltre ad avere un clima meraviglioso; e, cosa di non poco conto, è una terra praticamente priva di veleni. Insomma, credo che non ci manchi nulla! In realtà ecco cosa ci
manca: quella spinta importante che potrebbe far muovere le cose, data dai
sardi che governano la Sardegna, che finora non hanno lottato! È ora che si
battano con forza, perché alla Sardegna sia riconosciuta realmente quella “Continuità
territoriale” che ci manca ed alla quale abbiamo diritto! È tempo che la nostra
isola perda il ruolo di “COLONIA” che da tempo detiene. I giovani seri e capaci che oggi emigrano, poi, possono
fare il resto!
A domani.
Mario
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