Oristano 24 febbraio 2021
Cari amici,
Credo che il “Reddito
di Cittadinanza” (RDC) possa essere definito un giusto sostegno economico, ma
erogato nel modo sbagliato. Introdotto con decreto-legge del 28 gennaio 2019 n.
4 come misura di contrasto alla povertà, era innanzitutto finalizzato al
reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. Inoltre, per i nuclei
familiari composti da persone di età pari o superiore a 67 anni, oppure con
presenza di persone anche in età inferiore a 67 anni in condizione di disabilità
grave o non autosufficienza, il sostegno costituiva Pensione di Cittadinanza
(PDC). Ovviamente, per poterne godere, al momento della presentazione della
domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, i richiedenti dovevano
risultare in possesso di determinati requisiti economici, di cittadinanza e di
residenza.
Ebbene, amici, la realtà dei
fatti ha dimostrato che questo “Reddito”, seppure degna a valida misura ci
contrasto alla povertà, non ha funzionato a dovere, in quanto non ha
contribuito, se non i misura minimale, a creare lavoro, ovvero a inserire gli
inoccupati nel mondo produttivo. I dati statistici lo hanno dimostrato
ampiamente. I due tasselli importanti alla base del sostegno economico erano: i
PUC (i "Progetti utili alla collettività") e i “NAVIGATOR”, ovvero
i facilitatori della ricerca dei posti di lavoro. La risultante, come
accennato, è stata però un fallimento su entrambi i fronti.
Quanto ai "Puc",
i "Progetti utili alla collettività", ad oltre un anno dal decreto
attuativo sono state solamente 6.668 in tutta Italia le persone chiamate dai
Comuni di residenza per effettuare lavori utili alla Comunità; in pratica lo
0,5% della platea composta da un milione e trecentomila beneficiari occupabili!
Per di più, come ha sottolineato il Messaggero, i lavori sono stati saltuari e
per periodi molto limitati. I numeri, impietosi, provengono da dati ufficiali
forniti dal Ministero del Lavoro e sono aggiornati all'11 febbraio scorso.
Il fallimento dei Puc risulta
ancor più sconcertante se si tiene conto dell’altro elemento, quello del Navigator,
figura anch’essa basilare nel progetto del reddito di cittadinanza, il cui
funzionamento è risultato anch’esso ben lontano da come ci si aspettava, in quanto
di lavoro ne hanno procurato ben poco! I Puc, poi, avrebbero dovuto essere operativi
in modo gratuito: i Comuni, infatti, erano tenuti a pagare solo l'assicurazione
obbligatoria. L'impegno chiesto ai lavoratori, tra l’altro, non è neanche
particolarmente sfiancante: secondo la norma una persona poteva lavorare da
otto a sedici ore a settimana.
Ciò nonostante, le
persone chiamate ad operare nei Comuni non ci sono state, anche se di cose da
fare nei Comuni ce ne sarebbero state tante! Un vero peccato, visto che i Puc
potevano essere attivati in numerosi ambiti: da quello ambientale a quello
culturale, oppure artistico e nella tutela dei beni comuni. I progetti, salvo
alcune eccezioni, non sono stati predisposti dagli Enti interessati, e quei
pochi progettati avviati, tra l’altro, non risultano ancora partiti. I Puc,
insomma, sono stati un flop in tutta Italia, tanto che, stando ai “si dice”,
anche Conte pare fosse intenzionato ad apportare sostanziali modifiche alle attuali
modalità operative del reddito di cittadinanza.
Ora però, con un
Presidente del Consiglio come Mario Draghi, si prevede un “Cambio di rotta
totale e completo”, per il proseguire della concessione del reddito di
cittadinanza. Draghi, se è pur vero che ha ceduto alle richieste del Movimento
5 Stelle circa l’istituzione di un Ministero che si occuperà della transizione
energetica del Paese, ha anche fatto capire, ‘tra le righe’, che la sua
azione, oltre che essere improntata alla salvaguardia dell’ambiente, si
occuperà in modo diverso della necessità di dare sostegno a chi ha bisogno,
utilizzando in modo più razionale il reddito di cittadinanza.
Il Presidente Mario
Draghi certamente rivoluzionerà uno strumento davvero importante come il
Reddito di Cittadinanza, che, tra l’altro, costa una cifra molto importante
alle casse dello Stato! Seppure al momento non vi siano ancora notizie certe in
merito, il nuovo Governo Draghi pare intenzionato ad apportare sostanziali modifiche a questo strumento. Nel concetto del Premier appare chiara la volontà
di creare nuove opportunità di lavoro, anziché elargire sussidi a pioggia. I
sussidi, è dimostrato, anziché creare nuovo lavoro lo frenano, e non stimolano
lo sviluppo di nuove attività. Al momento, comunque, ragioniamo su ipotesi, e
non ci resta che attendere con fiducia le mosse del nuovo Premier.
Grazie, amici, a domani.
Mario
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