Oristano 26 febbraio 2021
Cari amici,
L'Etna, visto dal satellite |
L'ETNA detto anche
Mongibello, è il più alto vulcano attivo dell’Europa continentale. Allo
stato attuale la sua altezza è di 3340 m. s.l.m., con un diametro di 45 km.
Ubicato in Sicilia questo monte, originatosi nel Quaternario, è soggetto a frequenti
eruzioni e nel corso del tempo ha modificato, anche profondamente, il paesaggio
circostante costituendo anche una minaccia per gli insediamenti abitativi nati
alle sue pendici. Dal 21 giugno 2013, la XXXVII sessione del Comitato UNESCO lo
ha inserito nell'elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell'umanità.
Collocato sulla costa orientale della Sicilia, a sud-ovest dei Monti Peloritani
e a sud-est dei Monti Nebrodi (Appennino Siculo), l’Etna ha una storia eruttiva
molto lunga che va avanti da oltre mezzo milione di anni.
Col suo pennacchio
perenne l’Etna è soggetto a periodiche eruzioni, e
proprio nei giorni scorsi, è tornato a dare spettacolo con una nuova, grande eruzione.
Un trabocco lavico proveniente dal cratere di Sud-Est ha riversato a valle una
fontana di lava pulsante. Gli esperti, dopo le ripetute eruzioni verificatesi in
pochi giorni, hanno rassicurato la popolazione: «Il fenomeno è
particolarmente intenso ma non c'è alcun pericolo», hanno sentenziato. L'attività
eruttiva si è poi ulteriormente intensificata, generando getti di lava alti
800-1.000 metri. A seguire ha avuto inizio un trabocco lavico dalla «bocca
della sella», alimentando un forte flusso diretto verso sud-ovest. Una colonna
eruttiva si è alzata verso il cielo per diversi chilometri sopra la cima
dell'Etna.
Amici, l'Etna ha dato uno spettacolo
davvero straordinario, come testimoniano gli scatti fotografici postati
dell'Ingv-Oe sulla pagina Facebook INGVvulcani; spettacolare la foto che
immortalava la luna che 'tramontava', quasi in osservazione del rovente vulcano. Il professore Marco Viccaro, neo Presidente
dell’associazione dei vulcanologi italiani, oltre che docente di Geochimica e
Vulcanologia presso il Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e
Ambientali dell’Università degli Studi di Catania, ha cercato di spiegare ai
non addetti ai lavori cosa sta accadendo realmente in questo momento nel «cuore»
dell’Etna.
Il professore, in modo
semplice, ha evidenziato quali erano i meccanismi di funzionamento dell’Etna e
la profondità dalla quale risale il magma in superficie; «I magmi dell’Etna si
generano nel mantello superiore ad una profondità compresa tra i 60 e gli 80 km
di profondità», ha spiegato. «A partire dalla genesi del magma – ha continuato
- inizia un lungo percorso di
trasferimento verso la superficie, durante il quale il magma stesso va incontro
ad una moltitudine di processi determinati in primis dal cambiamento delle
condizioni di pressione e di temperatura; questo comporta perdita di gas,
cristallizzazione di fasi mineralogiche e continui processi di mescolamento
dovuti a nuovi ingressi dal profondo. Ciò avviene principalmente in zone del
sistema di alimentazione del vulcano poste a varie profondità ove il magma ha
la possibilità di stazionare con tempi molto variabili».
Cari amici, indubbiamente
un processo chimico complesso, quello di un vulcano in attività, difficile da ‘digerire’
per i meno esperti, ma il professore ha cercato di chiarire ancora meglio, sempre in modo semplice, l’attività
impressionante di questa grande fornace che nasce nelle viscere della terra. «L’Etna
è in continua attività ed in continua trasformazione», ha detto il prof.
Viccaro. Poi ancora: «L’Etna è un vulcano in persistente stato di attività, ma
l’attività eruttiva che lo rende peculiare in tal senso può essere anche molto
differente nel tempo; le sequenze di eruzioni parossistiche di questi giorni ci
riportano con la mente alla successione di circa 50 episodi parossistici
avvenuti tra il 2011 e il 2013 o ancora alla mini-serie del 2007 o, andando
ancor più indietro nel tempo, alla successione di 66 episodi avvenuta tra il
1999 e il 2000, sempre al Cratere di Sud-Est. Queste fasi sono state
inframezzate da eruzioni talvolta molto più impattanti, come ad esempio le
eruzioni del 2001 e del 2002-03, se vogliamo considerare solo gli ultimi venti
anni».
L'Etna in eruzione e...la luna |
Il professore, nell’intento
di rendere semplice una situazione alquanto complessa, ha evidenziato ancora: «L’Etna ha un’attività
costante, ancorché non ripetitiva, in quanto eruzioni così differenti dipendono
principalmente dalle condizioni che il magma incontra “lungo la strada” durante
la sua risalita. Il percorso del magma è variabile - dice il professore - e le
eruzioni potranno essere sempre diverse e più o meno intense e pericolose. L’Etna
ha già dimostrato di essere capace di produrre eruzioni di vario tipo, che portano
a fattori di rischio ben più elevato rispetto a quelli determinati dalla
ricaduta di cenere».
Cari amici, i vulcani sono parte presente e attiva di questa nostra terra e l’Etna, con
tutte le sue fascinose, roventi incognite, rimane un vulcano davvero straordinario, da
amare e temere, come la gran parte delle cose importanti della vita dell’uomo.
A domani.
Mario
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