Oristano 6 febbraio 2021
Cari amici,
Sociologi, psicologi e
psichiatri, sono costantemente all’opera per cercare di capire e spiegare
perché continua senza sosta la fuga dei nostri giovani e giovanissimi ragazzi
dalla concreta realtà da vivere insieme, isolandosi dagli altri e rifugiandosi
nel porto, da loro ritenuto sicuro, della realtà virtuale. Gli adolescenti, in
particolare quelli dagli 11 ai 15 anni (età nella quale nel loro corpo e nella
loro mente si sviluppano i grandi cambiamenti), vivono sempre di più una fase
di grande vulnerabilità psicologica. Tra nuove emozioni e tempeste ormonali, l’adolescente
vive momenti davvero particolari: passando in un baleno dalla gioia alla
tristezza più nera, dalla risata al pianto!
Gli studiosi ammettono
che soprattutto in quella particolare età della vita le tempeste emozionali
sono difficili da gestire: manca la capacità di ponderare, e allora scatta l’aggressività,
la chiusura in sé stessi, ed ecco, a seguire, il rifugiarsi in sé stessi, il
rinchiudersi in camera, dando corpo all’idea di rifugiarsi in un “mondo
virtuale”, isolandosi da quello reale, a partire dalla famiglia. I genitori
devono essere consapevoli delle difficolta di questo periodo per i loro
ragazzi, anni di trasformazione, che evidenziano anche una certa ribellione
interiore nei confronti dei loro genitori; è un momento particolare, in cui le
emozioni vanno in tutte le direzioni. Ed ecco che, in questi particolari momenti
di instabilità, l'adolescente sceglie di isolarsi, e lo fa utilizzando i dispositivi
digitali, la Rete, ritenendo che possano aiutarlo a gestire meglio le sue
pulsanti emozioni, anche se spesso sappiamo che non è così.
Nei suoi studi, in particolare su “Identità
virtuali e reali in adolescenza”, il dottor Matteo Lancini, Psicologo e
psicoterapeuta, Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e dell’AGIPPsA
(Associazione Gruppi Italiani di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adolescenza),
ha sostenuto che il problema deriva dal confronto che l’adolescente fa tra le
trasformazioni del proprio corpo reale, rispetto alle sue attese ideali,
riscontrando una inadeguatezza che può essere alla base del suo profondo senso
di delusione. Inadeguatezza che lo sconvolge, che lo fa sentire inadeguato, anziché
disinvolto, simpatico e vincente, o quanto meno presentabile al mondo. Ed ecco
allora che scatta il bisogno di celarsi dietro lo schermo di un computer; cercando
di appare vincente, si crea un alter-ego che funziona, dando vita alla propria
identità virtuale. La rete, infatti, consente l’accesso ad una dimensione
“senza corpo”, priva dello sguardo potenzialmente giudicante degli altri, che
potrebbero essere abbagliati o, viceversa, disgustati dalla proprie fattezze
fisiche.
Questa “trasformazione” riesce
a dare all’adolescente piacere e appagamento, e spesso l’amicizia virtuale che costruisce
con gli altri adolescenti ‘navigatori’, risulta autentica e durevole, spesso anche
più di quella ‘formale’ che si instaura tra compagni di classe che si
frequentano forzatamente. Una volta diventati protagonisti nel “mondo virtuale”,
gli adolescenti sono portati a mettere “in vetrina” tutto ciò che può metterli
in buona luce: anche le cose più intime, nella speranza di ricevere moltissimi
“like”. Secondo recenti ricerche a livello europeo, oltre l'80% dei ragazzi di
12-17 anni è dotato di uno smartphone; e i giovani di 13-19 anni, è accertato,
trascorrono in media molte ore su Internet.
Cari amici, molto si è
scritto sui pericoli dell’online per gli adolescenti, suggerendo e dando consigli
sia ai genitori che agli adulti che si occupano di loro, sottolineando quello
che i ragazzi si possono trovare ad affrontare online: cyberbullismo sui social
network e sui programmi di messaggistica, visualizzazione di contenuti dannosi,
la possibilità che la consultazione, fatta soprattutto con lo smartphone, si
trasformi in dipendenza. Ed ecco che arrivano, sempre più pressanti, gli inviti
ai genitori a vigilare sull'uso delle tecnologie digitali dei loro ragazzi. Un
altro dei seri pericoli a cui i ragazzi vanno incontro, riguarda il contatto
online con estranei. Il 12% degli adolescenti ha preso un appuntamento con uno
sconosciuto che ha incontrato online. Infine, anche il tipo di siti visitati
viene messo in discussione da quando si sa che l'8% dei ragazzi ha già visitato
siti di tipo pro-anoressia o pro-bulimia, il 6% siti che veicolano messaggi di
odio, il 3% siti con contenuti pericolosi a riguardo di droga, autolesionismo o
suicidio.
Il compito dei genitori,
degli insegnanti e degli educatori non è né semplice né facile. I teenager, i
nostri figli adolescenti, vivono questa pericolosa realtà virtuale in quanto
sono alla disperata ricerca della loro identità; l’ingresso nell'adolescenza ha
sempre comportato un forte desiderio di distanziarsi dai propri genitori e
affermare la propria indipendenza. La connessione digitale corrisponde a questo
loro bisogno di autonomia. Il controllo genitoriale è pressoché impossibile,
l'accesso alla rete è gratuito, illimitato e anonimo. Ed ecco allora gli
adolescenti entrare a far parte di un gruppo, dove comunicare e confrontarsi
continuamente tra di loro sulle diverse problematiche, anche le più banali
diventa regola; è in questo loro mondo cercano di essere unici e identici allo
stesso tempo, e, per farlo, i Social Network soddisfano pienamente questo loro bisogno
vitale.
Il problema, cari amici,
è davvero molto serio, e il compito dei genitori (il consiglio è quello di
essere, nei limiti del possibile, AUTOREVOLI e non AUTORITARI) davvero immenso!
A domani.
Mario
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