mercoledì, febbraio 17, 2021

L’ANTICA “GOGNA MEDIATICA” DEL MEDIOEVO: “SA PERDA DE SA BREGUNGIA”. ANCORA OGGI, A MANDAS E VILLANOVAFRANCA, SONO PRESENTI QUESTE ANTICHE PIETRE.


Oristano 17 febbraio 2021

Cari amici,

La vita pubblica e morale del passato era ben diversa da quella di oggi: lontana anni luce da quella attuale! Certi comportamenti sociali, in particolare se relativi alle donne, quando queste risultavano poco ligie alle regole dell’epoca in campo amoroso, creavano non poco imbarazzo; comportamenti tali da creare disonore in famiglia, quando esse tradivano o addirittura concepivano un figlio fuori dal matrimonio, che costituivano una violazione tale da essere esecrate pubblicamente. Le donne colpevoli di simili comportamenti venivano punite esponendole pubblicamente alla “gogna popolare”, corrispondente alla ‘gogna mediatica’ di oggi. Tempi diversi, certo, e diversi modi di condannare pubblicamente quei comportamenti definiti allora irriguardosi e peccaminosi, tali da portare a processi terrificanti, come erano una volta quelli portati avanti dai famigerati Tribunali dell’Inquisizione.

Ebbene, amici, per poter esibire in piazza al pubblico ludibrio le persone che violavano la morale con dei comportamenti definiti irriguardosi (trattamento riservato non solo alle donne adultere, ma anche agli uomini che si macchiavano di reati come i piccoli furti), la pena era quella di posizionare i colpevoli su una grossa pietra, collocata in posizione centrale (possibilmente nel luogo più frequentato del centro abitato), spesso vicino ad una chiesa, per essere coì esposti alla pubblica esecrazione. Testimonianze di queste antiche punizioni sono ancora presenti nella nostra Isola, e le posiamo osservare, ad esempio, a Mandas e Villanovafranca.  In particolare a Mandas.

Manda, chiesa di S. Giacomo e a lato la pietra

Mandas, che in passato fu un importante centro di raccordo tra il Campidano e la Barbagia, vanta origini nuragiche, come dimostrano le numerose presenze del passato, fatto di nuraghi, tra cui quelli de su Angiu (Bangius) e di Ardiddi, o la tomba dei giganti di "s'arruina de su procu"; Mandas intorno all'anno 1000 fu poi capoluogo della Curatoria di Siurgus, diventando poi “Feudo”, dei Carroz prima e dei Maza de Liana poi. Fu proprio durante il governo dell'ultimo dei feudatari di Valencia che il 23 dicembre del 1614 il re di Spagna Filippo III elevò Mandas a Ducato, l'unico concesso dagli spagnoli in Sardegna. Dal 1807 al 1821 Mandas fu sede dell'omonima Prefettura e Provincia, mentre dal 1828 al 1850 fu capoluogo di quella di Isili. Oggi è ancora sede di importanti uffici e servizi, tra i quali il Poliambulatorio Asl e uffici bancari. Ebbene, chi visita oggi Mandas, trova, proprio vicino all'uscita della chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo Apostolo il Maggiore (costruita tra il 1585 ed il 1605 in stile gotico-catalano), appoggiata all’angolo della facciata, "Sa perda de sa bregungia", l'antica gogna medievale; una pietra che di certo incuriosisce il visitatore, che chiede ai locali di avere, se possibile, delle spiegazioni.

Zia Speranza Marras, un’anziana di Mandas è la persona giusta, in quanto molto addentro alla storia di questo antico centro; a proposito di questa antica pietra, simbolo di espiazione, Lei racconta che un tempo questa pietra si trovava a destra dell'arco d'ingresso del piazzale della chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo. Su questa pietra, fino all’Ottocento, per ordine del Tribunale dell’Intendente provinciale (uno degli ultimi fu Francesco Gessa), venivano fatte inginocchiare o sedere le donne colpevoli di adulterio, le ragazze madri e gli uomini che commettevano piccoli furti. Così racconta zia Speranza: “Nanta ca su Canonicu liggìat unu lìburu (dicono che il Canonico leggesse un libro, ndr) e nel sermone, durante la messa, esortava i colpevoli a pentirsi e a rendere l'eventuale refurtiva. Alcuni si presentavano spontaneamente dinanzi alla pietra. Quando i fedeli uscivano dalla chiesa alla fine della funzione religiosa (solitamente sa missa cantada, cioè quella delle ore undici che era la più frequentata), "i colpevoli" restavano esposti allo scherno pubblico, in particolare le donne (definite sbregungias, ovvero svergognate), date in pasto allo scherno di tutta la popolazione, e non potevano alzarsi sino a quando l'ultima persona non era uscita dalla chiesa. Da qui il nome di “Sa perda de sa bregungia”. Era la giustizia dell'epoca.

Nel Primo Medioevo, amici, non dimentichiamo che operava in modo ben più feroce la Santa Inquisizione, che di strumenti di tortura ne aveva più d’uno! E non pensiamo che fossero strumenti capaci di tormentare solo il corpo, ma anche supplizi destinati a creare danni psicologici, studiati appositamente per umiliare e privare della dignità i malcapitati. Solo dopo l’applicazione nell’Isola della famosa “Carta De Logu”, della nostra grande Eleonora d’Arborea, certe persecuzioni poterono avere termine. “Sa perda de sa bregungia" del Tardo Medioevo, quindi, risultò essere ben poca cosa rispetto al passato, certo non da paragonare all’antica gogna precedente, ben più feroce e terribile. Anche “Sa perda de sa bregungia", tra l’altro, finì la sua ombrosa presenza, scomparendo definitivamente nel 1848.

In Sardegna, una pietra con la stessa funzione di quella di Mandas la troviamo a Villanovafranca; questa pietra della vergogna, diversamente scolpita rispetto a quella di Mandas, è posta nel piazzale del nuraghe su Mulinu di Villanovafranca. Antiche fonti sostengono che anche qui a Villanovafranca, nel periodo del Tardo Medioevo, questa pietra risultava posizionata nel cortile de Su Mayore de giustizia o "de bidda", oppure anche in altro luogo pubblico particolarmente trafficato.

Cari amici, oggi fa sorridere pensare a questi tempi andati, così diversi e così rigorosi, quando la socialità e la morale erano vissute in modo talmente restrittivo e soffocante, rispetto alla vita di oggi!  In realtà è difficile fare confronti, ognuno è figlio del suo tempo; non è che oggi si pecchi meno di ieri: è la morale che è cambiata, essendo diventata più elastica! La costante rivoluzione dei costumi ha contribuito a creare, passo dietro passo, un modo di vivere molto più libero, incredibilmente diverso da quello di ieri!

A domani.

Mario
Mandas, scorci

1 commento:

giosias ha detto...

Solo una piccola parte di fanciulle venivano esposte alla pubblica gogna; ma tante, tante, tante, le più furbe che erano tante, sfuggivano alla pietra della vergogna.