Oristano
12 Dicembre 2016
Cari amici,
È difficile trovare uno soddisfatto della propra posizione, felice e contento del suo vivere, di godersi la vita, insomma! Nella gran parte dei casi siamo insoddisfatti, ci
spacchiamo la schiena da mane a sera in cerca di “un domani migliore”, che possa darci quella soddisfazione che non abbiamo oggi! Questo comportamento intriso di tristezza e sacrifici è dimostrato che non solo risulta poco
produttivo nel lavoro, ma ci crea anche uno status psico-fisico che ci fa ammalare, portandoci
molto più in fretta all’ultima dimora. Questa è la risultante di uno studio
condotto da ricercatori inglesi dell’University College di Londra, che ha messo
in luce che il segreto per una vita lunga
e sana è quello di vivere con meno ansie, con meno preoccupazioni per il
futuro, amministrando ogni giorno il presente e godendo di quello che abbiamo; insomma,
dovremmo saggiamente “imparare a godercela”, raggiungendo in questo modo uno
status psico-fisico ottimale che ci consentirebbe di vivere meglio e più a
lungo. La ricetta, però, appare poco condivisa.
Lo studio di cui sopra ha rilevato che solo il 25% di noi applica questa regola: solo uno su quattro, mentre gli altri continuano a vivere nell’ansia del futuro.
L’errore, se così lo possiamo chiamare, è che nessuno si rassegna, si accontenta del
proprio status attuale, aspettando con ansia qualcosa che forse mai arriverà.
In questo modo l'individuo perde la capacità di ricavare positive sensazioni di benessere dalla situazione che vive,
pensando anziché a vivere bene l’oggi a come potrà vivere domani. È l’insoddisfazione che accorcia la vita, sostiene
lo studio, che ha dimostrato che vivere serenamente ed in armonia con se stessi e con gli altri ci regala
una concreta diminuzione del rischio di morte.
Lo studio-ricerca,
pubblicato sulla rivista BMJ, ha analizzato
9.365 persone adulte inglesi, di età media sui 63 anni. I partecipanti monitorati
hanno dovuto compilare un questionario, ripetuto per 3 volte ad intervalli di 2
anni (tra il 2002 e il 2006), dove dovevano rendicontare se provavano o meno
determinate sensazioni (tipo: "Mi piacciono le cose che faccio”, "Mi
piace stare in compagnia di altri”, "Se guardo indietro alla mia vita
provo un senso di felicità”, "Mi sento pieno di energia in questi giorni”,
e così via. Solo un 24% dava risposte positive a queste affermazioni: 2.264
partecipanti su 9.365, pari quindi al 24%. Sostanzialmente 3 persone su 4 non
provavano soddisfazione rispetto alle situazioni della propria vita.
Lo studio, per verifica, ha
continuato nel tempo il monitoraggio sui soggetti esaminati, che è durato fino al 2013. Durante
questo periodo ci sono stati 1.310 morti. Analizzando le liste dei decessi, il tasso di
mortalità è risultato maggiore nei soggetti che non trovavano soddisfazione,
rispetto a quelli che invece vivevano più soddisfatti. Anche il sesso ha avuto
la sua importanza; sono risultate più propense a godere delle situazioni le
donne, così come i soggetti sposati o conviventi, impiegati, ben istruiti, più
ricchi e più giovani. "Questi risultati – hanno concluso
i ricercatori - documentano un'associazione dose-risposta tra la mortalità e i
livelli di benessere provati nel corso degli anni".
Cari amici, credo che
questa ricerca dovrebbe farci riflettere tutti. Se è pur vero che il presente è
figlio del passato e che allo stesso tempo è padre del futuro, questo non
significa che dobbiamo restare schiavi del passato o angosciati del futuro:
dobbiamo vivere nel modo migliore proprio il presente! Allora non perdiamoci
nella perenne, ripetitiva riproduzione dei ricordi del passato, o nella ansiosa ricerca
di “momenti perfetti”, da vivere in futuro: concentriamoci, invece, sul
presente, viviamolo con gioia e ironia, anche quando risulta difficile farlo. Inutile
arrovellarsi il cervello pensando “che tristezza la mia vita lavorativa, sarò
felice solo quando andrò finalmente in pensione”, oppure “devo ancora sputare
sangue, ma raggiunti gli obiettivi finalmente sarò appagato”, o ancora “la settimana
è sempre più lunga, non vedo l’ora che arrivi il sabato per rilassarmi ed
essere felice”. Questo non è il modo migliore di vivere!
Credo che anzi sia il
modo peggiore per vivere la nostra vita, rimandando sempre la nostra felicità “a
domani”.
Eppure, se ci pensiamo bene, potremmo pensarla addirittura in modo totalmente opposto. Voglio ricordarvi che c’è un saggio proverbio che dice che "il viaggio, il lungo percorso per arrivare alla meta, risulti alla fine, sotto molti aspetti, molto più felice della meta che vogliamo raggiungere". Il viaggio è il sogno, che noi possiamo costruire tutti i giorni, riempiendolo di positività, di aspettative e di speranza; arrivati alla meta, invece, possiamo ritrovarci spenti, delusi: il traguardo raggiunto potrebbe risultare solo una delusione. Pensiamoci seriamente, allora, viviamo il presente e godiamoci l'oggi!
Eppure, se ci pensiamo bene, potremmo pensarla addirittura in modo totalmente opposto. Voglio ricordarvi che c’è un saggio proverbio che dice che "il viaggio, il lungo percorso per arrivare alla meta, risulti alla fine, sotto molti aspetti, molto più felice della meta che vogliamo raggiungere". Il viaggio è il sogno, che noi possiamo costruire tutti i giorni, riempiendolo di positività, di aspettative e di speranza; arrivati alla meta, invece, possiamo ritrovarci spenti, delusi: il traguardo raggiunto potrebbe risultare solo una delusione. Pensiamoci seriamente, allora, viviamo il presente e godiamoci l'oggi!
Cari amici, se fossimo attenti
osservatori, ci renderemo conto che ogni giornata che viviamo è unica e
irripetibile. Sempre! Non sprechiamola, non gettiamola via, ma godiamocela senza timore:
affrontiamola con coraggio e sana ironia, altrimenti sarebbe una giornata
sprecata. Poco conta il passato e del futuro non abbiamo certezza: solo il
presente, quello che stiamo vivendo è la realtà vera. Godiamoci allora la nostra
giornata, anche se non è meravigliosa, anche se è irta di difficoltà che cercheremo di superare; domani potremo dire di averla vissuta al
meglio, non subita.
Dale Carnegie
(1888-1955) scrittore americano, conferenziere e creatore di famosi corsi di
auto-miglioramento, formazione aziendale, gestione delle relazioni
interpersonali, nato nel Missouri da una famiglia indigente, nel suo famoso
libro “Come Godersi la Vita e Lavorare
Meglio”, suggerisce al lettore quale dovrebbe essere il suo approccio alla vita e
alla gente; lo invita a lavorare sui propri punti di forza, in modo da scoprire
quanti talenti e quante capacità Egli possiede senza nemmeno saperlo, e quanto
sia facile, una volta che le ha conosciute, farne
buon uso.
In conclusione, cari
amici, diamo la giusta importanza al grande regalo che ci è stato fatto: la
vita! Impariamo ad apprezzarla, a viverla tutti i giorni con sana ironia e appagamento; viviamo con gioia ogni giorno: come se fosse il primo, o addirittura l’ultimo della nostra
vita.
Grazie, a domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento