Oristano
28 Gennaio 2017
Cari amici,
Complice spesso la
leggerezza, ma indubbiamente conseguenza della globalizzazione, che in poco tempo ha fatto della terra un unico
mercato, si assiste da tempo ad uno sconvolgimento dei consolidati ecosistemi,
messi seriamente in pericolo dalla disinvolta immissione di nuove specie
provenienti da altre parti del pianeta. Insomma, un trasferimento di specie in grado di mandare in tilt il millenario e consolidato
equilibrio biologico naturale, nel quale in ogni parte del mondo i vari organismi
stanziali vivevano autoregolandosi perfettamente; situazione dove predati e predatori si
compensavano a vicenda, equilibrio ora brutalmente stravolto, complice l'uomo, che ha operato con egoismo e superficilità.
La continua
movimentazione delle merci attraverso tutti i continenti ha fatto sì che,
accidentalmente o volontariamente, diverse specie “aliene” siano state
introdotte in ambienti totalmente nuovi, ben diversi dall’area di origine,
causando impatti di grande pericolosità sul precedente equilibrio ambientale e
conseguentemente sulla vita dell’uomo. Sconvolgere la consolidata biodiversità̀
risulta oltremodo pericoloso, in quanto prima inquina e poi distrugge il
precedente habitat, minacciando l’esistenza di moltissime specie autoctone, spesso destinate all'estinzione. Il
danno creato è di portata notevole, le cui conseguenze non sono del tutto
quantificabili.
Le specie aliene
invasive, come è stato rilevato, danneggiano il nostro patrimonio naturale in modo
crescente: nella sola Unione Europea il costo è stato stimato in oltre 12
miliardi di euro. Le
statistiche evidenziano che in Europa il numero di specie aliene è cresciuto
del 76% negli ultimi 30 anni. Nel Mediterraneo, complici anche i cambiamenti
climatici, è in atto una massiccia invasione di specie arrivate da altri mari,
che minacciano in modo preoccupante le specie autoctone. In Italia risultano presenti
più̀ di 3.000 specie aliene, introdotte spesso volontariamente, di cui oltre il
15% invasive, come ha rilevato la Banca Dati Nazionale delle specie.
Complessivamente in
Italia il numero di specie aliene è aumentato del 96% negli ultimi 30 anni. Le
nuove specie stanno creando non pochi problemi: tra le più pericolose, ad esempio,
il gambero rosso americano, lo scoiattolo grigio, la tartaruga palustre
americana, la caulerpa e la robinia; pericoloso impatto creano sulle attività̀
economiche la nutria, la cozza zebrata, i fitofagi come il cinipide del
castagno e la cimice del pino, mentre incidono pericolosamente sulla salute umana l’ambrosia (specie
nordamericana con un enorme potere allergenico) e la zanzara tigre. Ma i tassi
di crescita del fenomeno fanno sì che ci troviamo a fronteggiare minacce sempre
nuove. Il calabrone asiatico, arrivato in Italia nel 2012 è una grave minaccia
per le api, o il Marmorkreb (il gambero che si “clona” da se) è risultato
altamente infestante.
Si, anche i nostri mari
come dicevamo sono caratterizzati da elevati tassi di invasione di specie aliene; il numero
di specie marine aliene nel Mediterraneo è più̀ che raddoppiato tra il 1970 e
il 2015, con 150 nuove specie registrate solo negli ultimi 15 anni. Molte
specie marine arrivano attraverso il canale di Suez: ben 186 specie aliene sono
arrivate in Italia attraverso questa via d’acqua e il numero è destinato ad
aumentare drammaticamente nei prossimi anni a causa del raddoppio del canale,
recentemente completato.
Per combattere in modo
adeguato le gravi minacce portate dalle specie aliene sia gli Stati che l’UE
hanno adottato diverse normative, regolamenti e risoluzioni. In particolare,
nel 2014, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno
approvato il Regolamento 1143/2014, entrato in vigore dal 1 Gennaio 2015. Il
Regolamento prevede che i Paesi Membri attuino una serie di misure gestionali
per le specie aliene invasive più̀ pericolose, che comprendono il blocco del
commercio, del possesso e del trasporto, il rilevamento precoce e la rapida
rimozione e l’identificazione delle principali vie di introduzione, sulle quali
concentrare gli sforzi di prevenzione.
Il problema di fondo,
però, non è solo l’emanazione di una legge o di un regolamento, ma la
sensibilizzazione delle persone. È necessario che tutti abbiano un’idea precisa
di cosa significhi introdurre una specie invasiva e quali danni sia in grado di provocare.
È da queste premesse che è nato il Life
ASAP (Alien Species Awareness Program), progetto di salvaguardia co-finanziato
dalla Commissione Europea di cui ISPRA è promotore insieme a Legambiente e
altri autorevoli partner. Il progetto si pone l’obiettivo di ridurre il tasso
di introduzione di specie aliene invasive e mitigare i loro impatti, aumentando
la consapevolezza dei cittadini.
Cari amici, credo il pericoloso
fenomeno che turba l'equilibrio naturale riguardi proprio tutti, se pensiamo che l’invasione delle specie
aliene è diventata la seconda causa di estinzione delle nostre specie
autoctone. Tra le specie invasive attualmente più pericolose possiamo indicare
la zanzara tigre, il calabrone asiatico che uccide le api e il giglio d’acqua,
che invade gli stagni; in quest’ultimo caso noi in Sardegna, e in particolare
in Provincia di Oristano, ben sappiamo i terribili danni che continua a creare.
Si, amici miei, tutti,
ma proprio tutti, dovremmo pensarci bene prima di introdurre specie aliene nei
nostri territori e nelle nostre dimore! Prima di collocare in giardino piante
esotiche, pesci particolari in un acquario, oppure animali da compagnia
provenienti da altre parti del mondo, per poi magari liberarcene in campagna,
nei fiumi o nel mare…dovremo riflettere seriamente, pensando al male che
possiamo causare agli altri ed a noi stessi…
A domani.
Mario
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