Oristano 26 novembre 2024
Cari amici,
La storia della SICILIA,
l'isola più grande del mar Mediterraneo per superficie e popolazione, è lunga e
tormentata; numerosi sono stati i popoli che si sono insediati sul
suo territorio, forse anche più di quelli insediatisi sulla nostra isola.. Una storia, dunque, caratterizzata dall'affermarsi di varie
dominazioni: dalle colonie commerciali cartaginesi nella parte occidentale,
alle colonie di popolamento greche nel resto dell'isola, dalla conquista
romana, con l'istituzione di quella che fu forse la prima provincia romana, al
dominio barbarico (prima vandalo e poi ostrogoto), dalla conquista bizantina a
quella musulmana, con il formarsi di un Emirato di Sicilia (948-1091). Si formò, poi, il Regno di Sicilia (1130-1816), a cui, nel 1816, seguì la fondazione del Regno
delle Due Sicilie. Successivamente, nel 1860, la Sicilia fu la prima regione a
far parte del futuro Regno d'Italia.
Un percorso lungo e tormentato, quello del territorio siciliano, davvero
ricco di fascino, e che,
grazie alle diverse culture dei popoli che l’hanno dominata, ha conservato e presenta
ancora oggi opere ambientali e architettoniche di notevole importanza.
L’entroterra palermitano, per esempio, e nello specifico la zona di ROCCAMENA,
ha vissuto una metamorfosi culturale straordinaria, nei secoli, come possiamo osservare oggi; ebbene, oggi riporto per Voi, fedeli lettori, la storia del PONTE DI CALATRASI (o del Diavolo), un ponte sospeso tra grandi
vallate, capace ancora oggi creare grande meraviglia e anche di sfatare miti e leggende del passato, che, osservando
questo ponte, riaffiorano come per incanto.
Questo ponte, pare certo,
fu edificato nel XII secolo (1162), ed è considerato uno dei 27 ponti italiani
(80 circa nel mondo) “ritenuti complessi” nella loro realizzazione. Il PONTE DI CALATRASI, conosciuto anche come “ponte del diavolo” è uno dei più importanti e
suggestivi ponti di età medievale ben conservati in Sicilia. Costruito ai piedi
della Rocca di Maranfusa su cui si ergeva il castello omonimo (oggi in
totale rovina), al quale era sicuramente collegato, il ponte è
costituito da un'unica arcata a sesto acuto, che genera un profilo a schiena
d'asino, tipico dell'architettura medievale normanna. Nelle immediate vicinanze sono visibili anche i resti del mulino di Calatrasi, anch’esso, ora, in totale abbandono e
rovina.
Il ponte fu oggetto nel
tempo di antiche leggende, che narrano che, durante la costruzione ci furono
non poche difficoltà, tanto che i
costruttori non riuscirono a completare l’opera con le necessarie ringhiere di protezione. Considerato
il pericolo per chi lo attraversava, gli abitanti della valle si mobilitarono
per realizzare le ringhiere, e per anni continuarono a provarci, ma ogni volta
i parapetti edificati scomparivano come nebbia al sole! Da qui nacque la
leggenda che a costruire il ponte erano stati i Fati (spiritelli) e i diavoli, realizzandolo
in un solo giorno, anche se non completo del tutto!
Ciò creò non poco timore
e, tra vedere e non vedere, iniziarono a considerare il ponte opera del diavolo!
Il timore creò non poco panico, e fece pensare subito a forze occulte, sicuramente non solo
costruttrici ma anche sempre presenti nel ponte, essendo una loro particolare opera. Ed
ecco che queste forze furono identificate nei “Fati” (i Fati o Fatuzzi sono oscuri spiriti
maligni), e, meglio ancora, nei diavoli, che, alquanto possessivi, ogni volta abbattevano
ogni tipo di barriera posta a proteggere chi passava nel ponte. Una specie di dispetto, causato dal mancato compimento.
Un ponte sinistro, dunque, rimasto stranamente in piedi, mentre il castello è andato presto in rovina, ponte che, nel corso dei secoli, ha impaurito intere generazioni. Gli interventi soprannaturali,
infatti, in particolare quelli creati da spiriti negativi, hanno sempre destato
apprensione nelle popolazioni. Immaginiamoci, quindi, come racconta la leggenda,
quanto timore possa aver creato un ponte costruito in una sola notte da questi
spiriti maligni, chiamati Fati, insieme al Diavolo in persona! Un timore
davvero forte, quello popolare, nei confronti delle forze maligne, che ha fatto sì
che, per un lungo periodo gli abitanti del luogo, terrorizzati, non lo
attraversavano mai da soli, per paura di ritrovarsi attaccati dagli spiriti
maligni.
Amici, a prescindere
dalla storia e dalle leggende, anche oggi vedere questo singolarissimo, antico
ponte, che ha la caratteristica di non
avere dei parapetti di protezione ai lati, tali da garantire sicurezza a chi lo
attraversa, crea una certa curiosità. Il ponte di CALATRASI si è conservato
bene nei secoli, e ancora oggi si presenta come un solido percorso di pietra
che si staglia sulla rigogliosa natura circostante, come un prolungamento
solitario delle antiche vie percorse nel passato. Un’opera ancora valida, tanto
che, chi lo attraversa, torna col pensiero alle grandi capacità tecniche dell’uomo
in quei tempi lontani!
Cari lettori, le leggende
aumentano il fascino dei luoghi, e, come ben sappiamo noi sardi, seppure a
volte fanno sorridere, molte leggende, spesso, hanno un fondo di verità!
A domani.
Mario
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