Oristano 31 dicembre 2023
Cari amici,
Con la giornata di oggi, il 2023 ci abbandona, lasciando spazio al nuovo anno: il 2024. Ebbene, voglio dedicare questa mia ultima riflessione dell'anno a Voi, cari lettori, invitandovi a non continuare ad alimentare ulteriormente "LO SPRECO" di cui ogni giorno siamo protagonisti. È da tempo, ormai, che la
nostra società ha imboccato una strada alquanto pericolosa: quella dell’usa e getta. Una società egoista, che appare convinta che le risorse del pianeta
siano infinite e che l’aggressione selvaggia alla natura che ci circonda sia
priva di conseguenze! Si, amici, oggi voglio parlare a Voi col cuore in mano, invitando tutti ad essere responsabili, per cercare di evitare ulteriori disastri. Ecco, oggi cito un esempio di questo sprezzante andazzo alquanto pericoloso, frutto di questa errata mentalità: “L’EFFETTO DIDEROT”; è questo, in sintesi, quella spinta compulsiva che spinge a comprare ciò che non serve e
che, in molti casi, porta le famiglie alla bancarotta.
L’effetto Diderot, purtroppo alquanto diffuso, risulta un fenomeno molto pericoloso per le finanze delle famiglie, in quanto può portare a
un’escalation di spese difficile da controllare. Il meccanismo è semplice: per
fare un esempio, se si acquista un nuovo televisore si potrebbe presto desiderare
di acquistare anche un nuovo mobile dove collocarlo, poi un nuovo sistema audio e magari un
nuovo arredamento per la stanza in cui verrà posizionato il televisore. Stiamo
parlando proprio di quella spirale consumistica in cui a volte ci perdiamo (stimolati da esperti venditori) e che non ci permette di ragionare, stimolandoci a comprare. Cadere nel vortice
dello shopping compulsivo, con la conseguenza di svuotare il portafoglio,
non è poi così difficile, vista la nostra fragilità umana!
Ebbene, amici, perché questo
“shopping compulsivo” è chiamato “EFFETTO DIDEROT”? Il termine viene ricondotto
al celebre scrittore e filosofo francese del 1700, Denis Diderot, anche
se riguarda una realtà alquanto più moderna, come vedremo. Un giorno
il filosofo Denis Diderot ricevette una nuova vestaglia; ne fu molto felice,
come scrisse nel suo saggio "Rimpianti per il mio vecchio vestito del
1769". Quando la indossò, infatti, sentì un certo disagio: la nuova vestaglia non era in alcun modo collegata a tutte le altre cose che possedeva.
Era molto più bella ed elegante, mentre tutto ciò che era contenuto nella sua casa, ciò lo circondava, era
antiquato, vecchio e di certo non si abbinava con la nuova vestaglia.
Ciò gli creò profonda tristezza,
ed iniziò a pensare a cosa poteva fare. Alla fine decise di sostituire tutto l’arredo
di casa, dal letto ai mobili, trasformando così l'ambiente che alla fine si
sposava perfettamente con la sua nuova vestaglia! Questa decisione di cambiare
tutto gli asciugò tutti i risparmi, e il filosofo si ritrovò in bolletta. Nel suo
saggio scrisse a sé stesso questa “Morale”: "Ero il padrone assoluto
del mio vecchio cappotto, e sono diventato lo schiavo di questo nuovo". Ecco,
quindi da cosa è nato questo curioso termine!
Curioso termine, amici, che
fu coniato nel 1988 dal sociologo Grant McCracken, che vide il
consumatore moderno come perfetta rappresentazione del concetto di Diderot. I
secoli passano, infatti, ma l’effetto Diderot continua a rimanere alla grande, contagiando
tante persone che spendono troppo, senza rendersi conto che l’acquisto di un
prodotto può innescare tutta una serie di ulteriori acquisti, arrivando a
svuotare le loro risorse. L’effetto Diderot, se vogliamo, oggi può definirsi un
fenomeno sociale, ben conosciuto dal marketing. Basti pensare ai saldi, quando
rischiamo di acquistare cose che non ci servono solo perché costano poco, e da
lì è facile iniziare un rinnovamento non necessario dell’intero guardaroba!
Amici, indubbiamente l’effetto
Diderot funziona nei soggetti che attribuiscono agli oggetti un grande potere
simbolico: essi usano quello che possiedono per costruire la loro identità,
per comunicare agli altri non ciò che sono, ma quello che vorrebbero essere! Soggetti
che hanno bisogno di quella identità per sentirsi coerenti. Una persona vestita
in modo trasandato può lanciare il messaggio che la sua mente è impegnata in
qualcosa di più importante; una sempre alla moda, invece, dimostra inequivocabilmente la convinzione che il proprio abbigliamento sia la cosa più importante.
Personalmente
credo di essere caduto raramente nell’Effetto Diderot, ovvero in quel processo
psicologico ormai tanto diffuso e alquanto incentivato al “consumo” e al “cambiamento”, dagli abili venditori; valori effimeri, su cui, purtroppo, si basa la società moderna. Le
pressioni di mercato ci presentano migliaia di possibilità di rinnovamento e ci
chiedono di sperimentare il più possibile, per convincerci di poter arrivare alla
“perfezione”. E noi compriamo, convinti da loro che “Se qualcosa non va, va buttata via, e così continuiamo a cercare sempre
qualcosa di meglio".
Cari amici, è la società consumistica moderna che ci vuole tutti
Diderot, ma di certo Lui, che sbagliò una volta sola, era ben più intelligente di noi! Lo fregarono, infatti. una volta sola...
A domani.
Mario