giovedì, maggio 04, 2023

LA LAPPOLA (O BARDANA) UNA PIANTA SPONTANEA ALQUANTO INFESTANTE, MA RICCA DI SOSTANZE BENEFICHE.


Oristano 4 maggio 2023

Cari amici,

La BARDANA MAGGIORE (Arctium lappa L., 1753) è una pianta erbacea dicotiledone, eretta e biennale, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, conosciuta anche con i nomi volgari di lappa o lappola. Il nome Arctium, come tanti altri, fu introdotto nella sistematica da Linneo, ma sicuramente l'origine è più antica. Arctium in greco vuol dire orso; probabilmente si fa riferimento alla villosità e all'aspetto ispido della pianta. Questa erbacea annuale è nota per le sue ruvide frese di forma ovale, ricoperte di spine uncinate. Queste frese si attaccano facilmente a vestiti, pellicce e piume, consentendo ai semi di disperdersi su lunghe distanze. Cresce spontanea e si accontenta di poco, per cui ha colonizzato gran parte dei territori. venendo considerata per questa ragione una specie estremamente invasiva. I semi e le piantine, inoltre, contengono una sostanza tossica (carbossiatratiloside) che, se ingerita in quantità significative, può risultare persino letale per l’uomo e per gli animali.

La Bardana fu alquanto usata in passato come pianta medicamentosa: i frutti venivano utilizzati nella medicina tradizionale, per curare mal di testa, naso chiuso, disturbi della pigmentazione della pelle, malattie legate alla tubercolosi e artrite reumatoide. Una curiosità: nell’antica medicina popolare si riteneva addirittura che il suo succo costituisse un prodigioso antidoto contro il veleno dei serpenti e il morso dei cani rabbiosi. Ancora oggi, nella medicina casalinga, uno dei suoi impieghi, mescolata ad altri ingredienti, è quello di rendere più chiara e più bianca la pelle del viso e del corpo.

Si, amici, di recente gli estratti di Lappola hanno mostrato un interessantissimo potenziale proprio nel proteggere la nostra pelle. A scoprire queste interessanti proprietà è stato un team di scienziati dell’Università Myongji (Corea del Sud), che ha individuato nella Lappola, considerata da sempre un’erbaccia nociva, un grande potenziale nel proteggere la pelle, accelerare la guarigione delle ferite e combattere le rughe, grazie alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie possedute. Insomma, la lappola si è rivelata, in pratica, una pianta alquanto utile per le sue proprietà anti-age.

Amici, un risultato davvero straordinario per una pianta cenerentola che, da pianta infestante è diventata pianta curativa. L’equipe di scienziati, coordinata dalla dottoranda Eunsu Song, ha scoperto che la pianta è in grado di ridurre i danni causati dalle radiazioni UVB, promuovendo la guarigione delle ferite, influenzando la produzione di collagene, che mantiene l’elasticità della pelle, prevenendo anche le rughe. La lappola, ha commentato la Song, potrebbe esser presto inserita tra gli ingredienti più preziosi dell’industria cosmetica, ancor più se la si combinasse con altri composti come l’acido ialuronico o l’acido retinoico, già noti per la loro capacità di contrasto all’invecchiamento.

Il frutto della lappola, infatti, è ricco di componenti antiossidanti e antinfiammatori che potrebbero renderla utile come protettore della pelle. “Abbiamo scoperto che il frutto della lappola ha il potenziale per proteggere la pelle e aiutare a migliorare la produzione di collagene – ha spiegato Song, che ha lavorato con il professor Jinah Hwang -. A questo proposito, potrebbe essere un ingrediente attraente per creme o altre tipologie di cosmetici. Siamo certi che mostrerà un effetto sinergico se miscelato con altri composti efficaci, come l’acido ialuronico o l’acido retinoico, contro l’invecchiamento”. I risultati dell’interessante studio sono stati presentati nel corso del Discover BMB, l’incontro annuale dell’American Society for Biochemistry and Molecular Biology, che si è tenuto a Seattle dal 25 al 28 marzo.

Negli ultimi anni, cari amici, gli scienziati hanno esplorato il suo potenziale utilizzo anche nei trattamenti per l’artrite reumatoide e il cancro. Tuttavia, i ricercatori, considerato che i semi della pianta contengono una sostanza tossica, il carbossiatratiloside, che può danneggiare in maniera irreversibile il fegato”, hanno concluso con un avvertimento: saranno necessari ulteriori studi per determinare come usare al meglio gli estratti di questa pianta potenzialmente pericolosa, in modo sicuro. La dottoressa Song ha detto: “Prima di immettere un qualsiasi prodotto sul mercato è necessario trovare sempre la giusta concentrazione, così da evitare problemi ai consumatori”.

La natura, cari amici, possiede sicuramente ogni rimedio per venire incontro alle nostre esigenze, ma dobbiamo sempre stare attenti ad usare le sostanze di madre natura in maniera appropriata!

A domani.

Mario

 

 

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