Oristano 16 maggio 2023
Cari amici,
Le piante del genere
Nepenthes sono probabilmente le piante carnivore più famose del mondo. Sono di bell’aspetto,
contano più di 170 specie e un numero imprecisato di ibridi, che le rendono
richiestissime anche sul mercato. Diffuse in particolare in Asia e Australia,
vengono solitamente considerate piante tropicali, in quanto vivono in climi
caldi e umidi, poco elevati e con una grande disponibilità di insetti dai quali
succhiano i necessari nutrienti; tuttavia, molte specie di Nepenthes vivono in
montagna, anche sopra i 2.000 metri di altitudine, dove però gli insetti sono
pochi e quindi, il cibo necessario per le loro funzioni vitali, deve per forza
essere reperito in altro modo.
Nella quasi totalità, le piante trovano
quanto necessario per soddisfare il loro fabbisogno energetico attraverso la
fotosintesi, ma per alcune questa basta solo in parte a soddisfare il fabbisogno
energetico di questi organismi, che in questo modo riescono a sintetizzare gli zuccheri.
Sono questi zuccheri, poi, una volta ossidati, a fornire l'energia chimica
necessaria affinché l'intero organismo possa "funzionare" correttamente.
Tuttavia, le piante necessitano anche di tutti quegli elementi che catalizzano
o fungono da substrati per le reazioni di sintesi. La pianta, infatti, oltre ai
carboidrati, ha anche bisogno di assorbire i minerali presenti nel suolo.
Mentre le piante con
grande capacità radicale assorbono i minerali necessari attraverso le radici, nel
caso delle piante carnivore la situazione si complica. Le piante carnivore,
infatti, crescono in zone in cui questi nutrienti sono pochi, a causa della
composizione chimica del suolo (substrati ultramafici) e/o dell'altitudine. Questa carenza spinge le piante carnivore a cercare di integrare questi nutrienti così
indispensabili catturando invertebrati, tipo gli insetti. Digerendoli,
assimilano tutti quei macro-elementi necessari per la "costruzione" di
biopolimeri, ad esempio le proteine. E senza proteine, purtroppo, non si va da nessuna
parte.
La domanda, però, è: come
fanno queste piante a catturare i vari invertebrati? Le piante Nepenthes hanno
una struttura molto particolare. Rispetto alle foglie che siamo abituati a
vedere in natura, l'intera base fogliare di Nepenthes è estremamente
modificata, formando una lamina fotosintetica. Dall'apice di questa lamina
emerge un viticcio (il vero picciolo) che dà origine alla trappola a forma di
brocca (la "vera foglia"). Questa brocca, per la cattura, contiene un
fluido composto da diversi biopolimeri. La loro funzione è quella di rendere il
fluido particolarmente viscoso, in modo da trattenere i succosi invertebrati,
soprattutto quelli che sanno volare, tipo gli insetti.
La pianta, ovviamente, ha
sviluppato una bella intelligenza per effettuare una facile cattura! Essa
avviene attraverso l'inganno. La trappola della Nepenthes, a forma di brocca, presenta
un bordo colorato chiamato peristoma. L'insetto, attratto da sostanze
zuccherine, si poggia sul peristoma umido e.… scivola all'interno della brocca.
Qui, l'insetto verrà digerito dal cocktail enzimatico. Inoltre, sul peristoma è
presente una struttura chiamata opercolo, la cui funzione è quella di impedire
alla pioggia di diluire il fluido all'interno della brocca. Questa è la funzione “carnivora” che la pianta
ha sviluppato nei millenni, ma con delle particolarità dettate dall’ambiente.
Molte specie di piante
carnivore del genere Nepenthes, infatti, vivono a più di 2.000 metri di
altitudine. Qui, oltre alla composizione del substrato, c'è un altro problema
importante: a queste altitudini, gli insetti (e non solo) scarseggiano. Le
nostre Nepenthes, seppure eroiche, devono in ogni modo trovare il sistema per
trovare le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza. Ed ecco quale soluzione
esse hanno trovato per assimilare l’azoto e i minerali necessari. Grazie alla
presenza di piccoli mammiferi, come la tupaia montana (una sorta di incrocio
tra topi e scoiattoli), le Nepenthes hanno costituito una fantastica, curiosa associazione mutualistica colorata di marrone...
Gli escrementi di piccoli
mammiferi, infatti, contengono una grande concentrazione di azoto, un nutriente
fondamentale per le piante carnivore che molte Nepenthes solitamente ricavano
dagli insetti. Dove però questi ultimi sono rari o assenti, le piante carnivore
hanno imparato a mettere da parte l'orgoglio, e a fungere da vere e proprie
toelette per i mammiferi, che "depositano" i loro escrementi nella
coppa della pianta. Si, amici, mentre le tupaie si godono un po' di zuccheri
prodotti dall'opercolo di Nepenthes, e, tra un boccone e l'altro, lasciano andare
i loro escrementi dentro la brocca. Ed ecco arrivato a casa quanto necessario: un
po' di elementi nutritivi come fosforo, azoto, potassio e ferro!
Cari amici, la natura è
davvero un mondo straordinario, dove tutto avviene senza sprechi e senza nulla
perdere! In natura, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma!
A domani.
Mario
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